A Change Is Gonna Come

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La coppia stava ancora osservando il menù, indecisi su cosa ordinare come se fosse la decisione della loro vita.
La signora, bassa e minuta, chiedeva informazioni riguardo tutti i piatti proposti dalla cucina, dalla cottura alla quantità precisa di sale in ogni singola pietanza.
Percy guardò l'orologio, nella speranza che le lancette avessero fatto un improvviso balzo in avanti rispetto all'ultima volta che aveva controllato. Purtroppo, erano passati solo dieci minuti, e non era nemmeno a metà del suo turno di lavoro.
Il signore e la signora finalmente si decisero ad ordinare del salmone affumicato con pepe rosa e succo d'arancia (la signora non mancò di chiedere se l'arancia fosse rossa o no) e asparagi grigliati. Si raccomandarono di mettere il pepe nero al posto del pepe rosa, e di non grigliare gli asparagi, ma di soffriggerli ("con olio extravergine, mi raccomando!").
Percy scrisse tutte le loro richieste pazientemente, tornò verso la cucina e passò l'ordine al cuoco.

Si fermò qualche minuto. Il ristorante era stracolmo: plausibile, dato che era uno dei locali più raffinati della città ed era la serata di San Valentino.
Gli era sempre piaciuta quella festa, anche se negli ultimi due anni non aveva mai avuto nessuno di importante da portare a cena fuori.
In realtà, anche quando qualcuno ce l'aveva, non aveva mai veramente festeggiato, quel giorno: alla ragazza con cui stava non piacevano i locali troppi affollati, e trovare un ristorante a San Valentino senza troppa gente era un'impresa impossibile, soprattutto a New York, la sua vecchia città. Quindi, si limitavano a stare insieme, guardando un film e mangiando cibo spazzatura, godendosi una delle poche serate tranquille lontano da dei e mostri.
E a Percy andava bene così, perché in fondo l'unica cosa di cui gli importava era stare con lei.

Percy si riscosse dallo stato di trans in cui era caduto quando un cuoco gli urlò nell'orecchio che l'ordine del tavolo ventotto era pronto. Portò l'ordine al tavolo, augurando alla coppia buon appetito.
La porta a vetri del ristorante si aprì, facendo entrare una ventata di aria gelida, ma Percy venne chiamato da una coppia al tavolo trentuno, che gli chiedeva un'altra bottiglia di Pinot Grigio.
Fermò Helen, che gli stava passando accanto in quel momento "Hey, puoi accogliere la coppia che è entrata? Devo servire un tavolo, poi ci penso io."
"Certo."

Aveva pensato di invitare Helen a cenare con lui, quella sera: finivano il turno insieme, e avrebbero potuto mangiare qualcosa- se avessero trovato un ristorante aperto e, soprattutto, con un tavolo libero.
Era diventata un'amica fidata, negli ultimi due anni, che lo aveva aiutato molto appena era arrivato in città. Era stata lei a dirgli che cercavano un cameriere nel posto dove lavorava, ad ospitarlo a casa sua per un po' e poi a trovargli un appartamento.
Inoltre, era una bellissima ragazza: la pelle liscia e scura, i riccioli e gli occhi caldi le conferivano un aspetto gentile e dolce. Gli ricordava molto una persona che conosceva prima.

Sovrappensiero, servì il tavolo trentuno, per poi recarsi a quello dove Helen aveva fatto accomodare la coppia appena arrivata.
Stavano scrutando il menù, la ragazza stava ridendo per qualcosa che aveva detto il ragazzo.
Il campo visivo di Percy si restrinse su di lei.
Il suo viso era familiare, anche se era cambiato.
Era più affilato, deciso: un volto da adulta e non più da ragazzina.
Aveva tagliato i capelli biondi, che, sciolti, arrivavano poco sotto le spalle.
Percy si costrinse ad arrivare davanti al loro tavolo.
"Buonasera. Avete deciso cosa ordinare?" Disse, tenendo la testa china sul blocchetto delle ordinazioni.
Il ragazzo fu il primo a parlare, e Percy scribacchiò l'ordinazione.
"E tu, Annie?"
Percy strinse la penna con forza, nel sentire il suo nome pronunciato dal ragazzo.
"Io, uhm, prenderò degli spaghetti allo scoglio, si." Annabeth lo stava osservando, Percy lo sapeva, quindi chiese in fretta se volevano qualcosa da bere, prese i menù e si dileguò.
Dopo aver portato l'ordinazione in cucina, uscì dal retro del locale, poggiando la schiena al muro e rabbrividendo per il freddo di febbraio.

Sapeva che Annabeth era andata avanti con la sua vita, come gli altri.
Di sicuro alcuni non sentivano nemmeno la sua mancanza, e questo gli andava bene.
Aveva scelto di lasciarsi tutto alle spalle, di ricominciare.
Aveva cambiato numero di telefono, lavoro, città. Aveva pensato persino di cambiare nome.
Gli angoli degli occhi cominciarono ad inumidirsi; gli chiuse di scatto con rabbia, facendo scorrere le lacrime sulle guance.
Gli mancò il fiato. Poggiò le mani sulle ginocchia e cercò di calmarsi.
Inspira.
Espira.
Inspira.
Espira.

Ci aveva messo tanto, troppo tempo a rimettere insieme i pezzi.
Non poteva permettere che un semplice incontro rovinasse tutto.
Non voleva sentire di nuovo le voci.
Non voleva sciupare anche questa nuova vita.

Rientrò dentro.
Chiese ad Helen di servire il tavolo di Annabeth, il numero trentuno.
Lei accettò, esitando un attimo, guardando il volto di Percy.
"Tutto okay?" Vedendo che Percy non rispondeva, gli afferrò dolcemente una spalla. I suoi grandi occhi nocciola scrutavano il volto dell'amico. Aveva imparato a riconoscere quello sguardo: qualcosa non andava. "Perce? Okay, ne parliamo dopo. Prendo io tutti i tuoi tavoli. Vai a casa."

Si cambiò meccanicamente, sostituendo la camicia rossa e il grembiule, che componevano la divisa da cameriere, con un maglione blu. Uscì dal retro del locale, passando per le cucine, suscitando sguardi straniti dai cuochi.
Percorse più in fretta che poté il percorso per tornare al suo mini appartamenti, ignorando il vento gelido che gli faceva lacrimare gli occhi e arrossare le guance.
Rallentò solo davanti alla porta scrostata del suo appartamento: quello di cui aveva veramente bisogno adesso, era una lunga e bellissima dormita. Possibilmente senza incubi.

Nota dell'autrice: Ehilà! Come promesso, ecco il primo capitolo!
Mi farebbe molto piacere se lasciaste un commento, tutte le critiche sono ben accette!
Vi chiedo solo di essere pazienti; questa è la mia prima long in assoluto e sono un po' spaventata. Cercherò di portarla a termine, ma non vi prometto niente :/
Alla prossima,
Ecila :*

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