CAPITOLO 81

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SAM

Kyle fa un sospiro e tenendo la mia mano tra le sue, inizia a raccontare.
Finalmente saprò tutta la verità!
<Sai già che Laurel voleva separare me e Trent ad ogni costo e che ci ha provato in ogni modo possibile>.
Annuisco con la testa, restando fedele alla promessa che gli ho fatto, quello di non interromperlo.
<All'inizio sembrava averci rinunciato, era rimasta in disparte per un po', ma nessuno di noi in realtà sapeva che faceva tutto parte del suo piano per rovinarvi completamente. Stava tessendo la sua tela nell'ombra. Quella sera alla festa avevo bevuto, ma non tanto da essere completamente ubriaco, ero abbastanza lucido da capire quello che stava succedendo. Trent invece era completamente ubriaco, non si reggeva nemmeno in piedi. Aveva iniziato a bere per soffocare nell'alcool tutte le pressioni che gli faceva tua madre e poi il peso che Laurel aveva su di lui. Mi ero allontanato un attimo per prendere da bere, quando Laurel mi ha preso e mi ha portato al piano di sopra con la scusa che doveva parlarmi. Io ci sono cascato e mi ha portato in una stanza. Credevo che volesse chiarire le cose una volta per tutte, invece mi ha buttato sul letto e ha iniziato a spogliarsi. Ho cercato di fermarla in tutti i modi, ma lei ha iniziato a togliermi la maglietta. Non so se sia stata colpa dell'alcool che avevo in corpo, ma non riuscivo a divincolarmi da lei, l'unica cosa certa che sapevo era che non volevo tutti quello che stava accadendo. Dopo l'ennesimo tentativo di liberarmi, Laurel ha iniziato a slacciarsi il reggiseno e in quel momento è arrivato Trent. Aveva gli occhi iniettati di sangue. Quando ha visto la scena ha dato di matto, ha iniziato ad urlare contro di noi. Ho cercato di spiegargli, ma lui mi ha colpito con un pugno. Non sapevo che fare, ho cercato in tutti i modi di spiegargli, ma lui non mi lasciava parlare, continuava ad imprecare contro me e Laurel, che aveva un sorriso soddisfatto sul viso. Ancora mi viene da vomitare se ripenso alla sua espressione. Non ho avuto altra scelta che andarmene. Ho raccolto la maglietta e sono uscito da quella casa piena di ubriachi che nemmeno si accorgevano di quello che stava succedendo. Trent mi è venuto dietro e una volta fuori di casa abbiamo ricominciato a litigare fino a venire alle mani. Ad un tratto Trent é scoppiato in lacrime e quando ho cercato di aiutarlo, mi ha sferrato un colpo ed è andato verso la sua macchina. Gli ho chiesto dove stava andando e lui mi ha risposto che doveva andare a prendere sua sorella. Veniva a prendere te!>.
Le lacrime tornano a scendere e quando Kyle esclama l'ultima frase anche lui inizia a piangere. Fa una breve pausa per riprendersi un po', dopodiché torna a raccontare.
<Io ti amavo già, mi ubriacavo e andavo a letto con tutte quelle ragazze per non pensare a te. Sapevo che era una storia impossibile, vuoi perché eri la sorellina del mio migliore amico, vuoi perché eri molto più piccola di me, ma non potevo permettere che lui venisse a prenderti in quello stato. So che non ricordi, ma Trent non capiva più niente, l'alcool gli aveva annebbiato la vista. Sono andato verso di lui, cercando di convincerlo. Gli ho detto di restare li, che sarei venuto io a prenderti e che ero molto più lucido di lui, ma Trent non voleva sentire ragioni. Ho cercato di fermarlo ma non ci sono riuscito... non ci sono riuscito! Avrei dovuto insistere ancora!>.
Kyle continua a piangere mentre parla, non mi sarei mai aspettata una cosa così terribile, non avrei mai immaginato che mio fratello indossasse una maschera e che in realtà era questo, un ragazzo che ha passato la sua vita a compiacere gli altri, senza mai pensare alla sua felicità, a quello che voleva davvero. E come naturale alla fine ha perso completamente la testa. Mi verrebbe voglia di fermare Kyle, vedendo quanto sta soffrendo nel ricordare tutto questo, ma devo sapere.
<Trent è salito di corsa in macchina e io non ho potuto fare altro che accompagnarlo, così sono salito in auto, dalla parte del passeggero e siamo venuti a prenderti. Avevo notato già che stava andando troppo veloce, ma ogni volta che gli dicevo di rallentare lui mi urlava contro e non mi faceva parlare, così sono rimasto in silenzio, finché non siamo arrivati in quella casa dove si stava svolgendo la festa a cui eri andata. Quando sei salita in macchina, ti ho sorriso per cercare di non farti notare la tensione che c'era tra me e tuo fratello, ma tu avevi già capito tutto, te l'ho letto negli occhi. Quando Trent ha cominciato ad accelerare ancora di più ho cercato di nuovo di farlo rallentare, dicendogli che stava andando troppo veloce e che c'eri anche tu in macchina. A quel punto abbiamo ricominciato a litigare e ad urlare. Tu ti sei messa a piangere e ci chiedevi di non litigare, ma Trent ti ha urlato contro e in quel momento non ci ho visto più. Gli ho detto che non doveva parlarti in quel modo, ma lui urlava, mi colpiva e urlava ancora. Tu hai continuato a implorarci di stare zitti e fare la pace, ma poi ci siamo girati entrambi e ti abbiamo urlato in faccia. Ad un tratto però, mentre stavo per chiederti scusa, tu hai iniziato ad urlare guardando dritta davanti a te. Io non capivo perché, così mi sono girato e ho visto i fari della macchina che ci venivano addosso. Ho cercato di prendere il volante e di evitare la macchina, io e Trent abbiamo provato a schivarla, ma ormai era troppo tardi. Avevo i fari in faccia e mi sono girato a guardarti urlando il tuo nome. Avrei potuto evitarlo se solo... se solo...>.
A questo punto, nonostante io sia completamente in lacrime, proprio come Kyle, non riesco a rimanere zitta e prendo il suo viso tra le mani. Appoggio la mia fronte alla sua e lo guardo negli occhi dicendogli <Non è stata colpa tua, capito? Non potevi fare niente per evitarlo. È stata tutta colpa mia, se non avessi insistito per andare a quella maledetta festa non sarebbe successo>.
<No, no Sam, la colpa è mia, non tua. Avrei dovuto fermarlo, avrei dovuto impedirgli di salire su quella macchina, ma non l'ho fatto. So che tua madre ti ha sempre messo in testa questa cosa, che era tutta colpa tua. Ma quale colpa avevi tu? Qual'era la tua colpa? Essere andata ad una festa? No Sam, tu non centri niente>.
<E qual'è la tua colpa?> gli chiedo allora.
<Non lo so Sam, so solo che avrei dovuto fermarlo> mi risponde.
In quel momento capisco finalmente che nessuno di noi due ha colpa di quello che è successo. Siamo stati influenzati dal giudizio e dalle accuse delle persone, ma non abbiamo una colpa vera e propria. Ora so che il destino aveva già deciso per noi, per tutti noi.
<Sai che ti dico Kyle?> gli dico, asciugandomi le lacrime <Nessuno di noi ha colpa per quello che è successo, siamo solo stati travolti dal destino>.
Kyle tra i singhiozzi, affonda il viso nella mia spalla e piange, piange e piange.
<Cosa è successo poi?> gli chiedo.
Lui torna a guardarmi con gli occhi rossi e stanchi e riprende il racconto.
<Non ricordo bene cosa è successo dopo, ricordo solo i fari di quella macchina e poi il vuoto. Quando mi sono svegliato, la macchina era completamente distrutta, ero pieno di vetri rotti. Non c'era nessuno in giro, eravamo su una strada isolata e davanti a noi ho visto l'altra macchina, con il conducente svenuto sul volante. Non riuscivo a muovermi per via della cintura di sicurezza ma, quando sono riuscito a toglierla, mi sono girato verso Trent e lui non c'era più. Mi sono guardato intorno e alla fine l'ho visto. Era stato scaraventato in mezzo alla strada durante l'impatto, era inerme sull'asfalto freddo, pieno di sangue. Sono corso subito da lui, l'ho scrollato, l'ho chiamato un'infinità di volte, ma niente, non rispondeva. Il mio migliore amico era morto. Lui, che era come un fratello per me, che c'era sempre stato quando ne avevo bisogno, se n'era andato. Mi sono girato verso di te, eri a pancia sotto, il sangue ti usciva da una spalla. Non sapevo che fare, non sapevo che cazzo fare, così ho chiamato subito un'ambulanza e la polizia. Mentre aspettavo che arrivassero i soccorsi mi sono guardato addosso, a prima vista non avevo ferite gravi, solo qualche taglio. Non sapevo come comportarmi, non c'era nessuno ad aiutarmi, così ho preso in braccio Trent e l'ho adagiato sul sedile del passeggero, non sopportavo la vista di lui in mezzo alla strada. Poi sono venuto da te, ti ho presa tra le braccia e ti ho messa a sedere, ho cercato di farti aprire gli occhi, ma non c'era niente da fare. Ero disperato, temevo di aver perso anche te, ma poi ho sentito il tuo respiro e ho capito che eri viva. In quel momento sono arrivati i soccorsi e... è successo tutto così in fretta. Dopo pochi minuti sono arrivati i miei genitori e i tuoi. Erano disperati, tuo padre era bianco in volto e tua madre... lei è corsa da me accusandomi di aver ucciso suo figlio. Ho cercato con tutte le mie forze di spiegare ma, in quell'istante, è scattato qualcosa dentro di me. Ascoltando le accuse di tua madre, le sue preoccupazioni inutili riguardo ai fotografi e ai giornalisti che avrebbero fatto domande su domande riguardo l'accaduto, ho preso la mia decisione e alla fine ho detto di aver guidato io la macchina. Mi sono preso tutta la colpa>.

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