Prologo

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-Padre, quando sarò grande vorrei fare la detective e scrivere libri sui miei casi!
-Piccola mia, il tuo futuro è un altro, ti aspettano una bella casa, un marito e tanti bei bambini.
Questa era la solita conversazione che si ripeteva in casa Greenstar: Abigail, unica erede, fantasticava sul suo futuro, pieno di misteri e avventure, mentre suo pardre, Andrew, le abbatteva immediatamente quel magnifico castello fatto di sogni e, nonostante fosse un detective dalla mente aperta, le ripeteva cosa un giorno le avrebbe imposto la rigida società vittoriana. Dargli dell' "incoerente" sarebbe stato come fargli un complimento...
Tuttavia Abigail non si abbatteva e benché avesse solo sette anni, scriveva storie basate sui casi del padre, omicidi soprattutto, di giovani fanciulle e vecchi conti, conditi di un' insolita nota cruenta, per la sua età, data la "precisione" con cui il padre descriveva la sua tipica giornata lavorativa.
Abigail appena terminava un racconto lo faceva subito leggere a Victoria Whitewood, sua migliore amica e vicina di casa.
Le due erano molto differenti e, mentre la seconda aveva una morbida e lucente chioma mora che esaltava di una luce particolare i suoi occhi verde smeraldo, ed era perfettamente cosciente della sua bellezza, la prima era l' esatto opposto con una matassa di riccioli ribelli biondo fragola e occhi azzurri, quasi trasparenti ed era solita a "trascurare il suo bel visino", a detta dell' amica. La verità era che ad Abigail i vestiti, le acconciature e l' etichetta non interessavano: cosa importava alle persone se mangiava il pesce con la forchetta sbagliata o se giocava con i figli della servitù nella casa nel Devon in estate? Evidentemente Victoria era di tutt' altro avviso e, ogni volta, cercava di "raddrizzare" quella forma di babbuino selvatico, ma adorava quei racconti che per una giornata le facevano assaporare un mondo diverso da quello imposto, come se per un giorno fosse stata libera. Libertà: ecco cosa mancava alle donne dell' epoca. Da bambine erano oggetti del padre e da adulte bambole del marito, ma non tutto era perduto, infatti qualcosa si stava muovendo, lentamente, ma qualche ingranaggio ribelle stava iniziando quella che sarebbe stata la sua folle corsa verso l' alba di un nuovo tempo e che stava mettendo in crisi la fabbrica intera.
Le bambine erano messe in guardia dai genitori, come se temessero che sarebbero stati puniti loro, al posto delle figlie. Inutile dire che le due quando vedevano sul giornale un nuovo annuncio che parlava di certe donne dette "suffragette", in seguito, provavano una certa nota d' orgoglio, come se anche loro stessero combattendo una battaglia muta. Ma dopotutto erano solo bambine...
Sembrava un giorno come tanti, con quella velata nebbiolina grigia come tante e con quel cielo grigio come tanti, ma questi non sarebbero stati i piani.
-Non voglio si sappia nulla, se gli altri Lord venissero a sapere, se...
-Non accadrá, il mio lavoro comprende una certa segretezza, è fatto di segretezza.
Abigail stava passando davanti allo studio di suo padre, quando udì queste parole. Decise di accostarsi meglio alla porta.
-Nessuno saprà della fuga di sua moglie, la troverò e la ricondurró a casa.
Questo era suo padre, ne era certa.
-Parli piano, i muri hanno orecchie molto attente...
Ma chi era la seconda persona? Sicuramente un uomo, non troppo giovane né troppo vecchio, con una voce molto bella e...
Non fece tempo a finire la sua analisi che fu subito interrotta.
-I muri no, ma le bambinette pettegole si.
Aveva parlato un giovanotto sui dodici anni, biondo e dagli occhi verdi, che incuriosirono subito la bimba.
- A quanto vedo anche i giovanotti impertinenti!- disse lei voltandosi con fare offeso
- Scommetto che vi piace leggere?
- Cer... cosa importa?
- Un caratterino così non si può trovare che nelle favole più sconosciute, se mi permettete, vorrei distrarvi da discussioni che non vi riguardano, leggendo. Ma con chi leggerò io? Siete una fata buona, una strega o una ladra?- rivelò il ragazzo volendo portare via da quel luogo la bimba.
- Fare lo sbruffone non serve e i vostri modi non sono di mio gradimento. Ad ogni modo la strega mi si addice di più... ma perché  mai dovrei rubare qualcosa?- rimbeccò lei, arrossendo lievemente
- Giusta osservazione...-  disse il giovane, avvicinandosi e facendo arrossire ancora di più la bimba.
- Se Vostra Misteriositá mi permette- le offrì il braccio e lei accettò, conducendolo in biblioteca saltellando, dove si sedettero su un divanetto in pelle scura e scelsero "Peter Pan", poiché era il libro preferito di Abigail, da sempre annoiata da quelle insulse principesse incapaci di difendersi e dai lori principi azzurri, sempre così azzurri e ancor più incapaci.
Le ore passavano e i due stavano commentando la scelta di Wendy di tornare a casa, con spirito infiammato da parte della bimba, che stava divertendo molto il giovane, quando vennero sorpresi dal padre di Abigail e da un signore, né troppo vecchio, né troppo giovane  e con gli stessi occhi verdi del ragazzo.
-Andiamo Edward, abbiamo approfittato dell' immensa gentilezza del signor Greenstar, troppo a lungo.
Gli occhi dei giovani si incatenarono per molto tempo, dubbiosi se lasciarsi. Poi la bambina, quando gli adulti si erano incamminati verso la porta, gli schioccò un dolce bacio sulla guancia.
Sembrava la fine di tutto.
O sarebbe stato semplicemente l'inizio?

ANGOLO ME:
Buonsalve a tutti gente!
Questa è la seconda storia che "scrivo" su Wattpad (se vi interessasse l' altra si chiama "E... se fosse...Amore?", ed è una Dramione.)
Sperando che l' inizio di questa nuova avventura nel passato vi sia piaciuta e vi abbia incurisito, vi saluto con tanto affetto!

Eyrlys

La Figlia Del DetectiveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora