Capitolo 3.

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Mi sveglio arrotolata tra le lenzuola profumate della vecchia camera di mia madre. Sembra ancora di sentire il suo profumo tra queste quattro mura.

Questo ricordo mi lascia l'amaro in bocca e mi fa svegliare con un po' di malinconia.

Dal quel giorno la mia vita è cambiata,tutta la mia infanzia distrutta in una grande chiazza di sangue.

Scendo le scale e la nonna Maria mi fa trovare il cappuccino pronto e un cornetto al cioccolato.

Benedetta donna,almeno lei si ricorda di me.

Mangio la mia colazione,anzi la divoro.
Indosso la mia biancheria preferita: perizoma bianco di pizzo con reggiseno abbinato.
Come si può vivere senza un buon perizoma?
So di non aver nessun uomo che posso ammirare la mia MERAVIGLIOSA biancheria ma lo faccio per me stessa.

Sopra di essa,un abitino rosa cipria con un cinturino sotto il seno e le mie amate converse bianche.

Pronta anche se mi sento una balenottera arenata.
Il rosa mi fa sembrare una bomboniera.

Vado da Emma che mi ha appena inviato un sms con scritto che abbiamo casa libera.

Ah,mi ha anche scritto che è andata ad alloggiare nella casa della vicina che ha voluto affidargliela per tutta l'estate.
Lei e Raf.

"Emma,sono qui!" Grido dal pianerottolo di casa.

"Sali su! Sto facendo un po' di ginnastica" la sento ridacchiare.

Salgo le scale e la vedo in tenuta ginnica mentre corre intorno al tavolo.
Ma di quale problema soffre?

La guardo scioccata per qualche secondo e lei ride "dai pigrona, unisciti a me"
"Ma non ho l'abbigliamento giusto" alzo gli occhi al cielo.

Lei prende la bottiglia di plastica da sopra il tavolo e mi getta tutta l'acqua addosso.

"Brutta stronza, a cosa ti serve il cervello,solo per tenere distanti le orecchie?" Pesto un piede a terra come una bambina di un anno.

"Sei una bisbetica" ride ancora.

Mi sfilo il vestito rosa e rimango in biancheria.

"Adesso come torno a casa?" Piagnucolo.
"Tranquilla scema,ti presto qualcosa di mio" mi manda un bacio volante.

"Nel frattempo asciugati al sole" e va in camera sua

Decido di mettermi sull'amaca con la testa all'ombra e il corpo al sole,così mi asciugherò più in fretta.
Trovo delle cuffiette sul tavolino di vimini in veranda ,decido di mettere la mia canzone preferita e chiudo gli occhi.
All'improvviso cado in un sonno profondo.



La mia mamma mi abbraccia e io sono felice. Facciamo il cavallino e io sono al galoppo sulle sue spalle.

Adesso la chiamo. "Mamma,mamma!" Ma lei non risponde. È fredda e non si muove.

Mi sveglio di colpo e mi ritrovo gli occhi azzurri di Raf che mi stanno fissando.
Ma da quando? Da quanto tempo?

Sobbalzo per la paura e con tutta la goffaggine che Dio mi ha donato,
vado a terra mettendo in bella vista il mio sedere coperto da un sottile pezzo di stoffa.

Mi giro a guardarlo e mi vergogno da morire. Ormai sono diventata così rossa che lo smalto di nonna non è niente al confronto.

Lui non si muove,mi guarda e deglutisce per un tempo che mi sembra infinito.

"Scu-sa-m-mi" balbetto e mi copro con telo mare che trovo sopra la sedia.

Lui sospira rumorosamente e cerca di ricomporsi. "Non ti stavo guardando,non guarderei mai una bambina."  Dice rilassato,come se fino a pochi secondi fa non mi avesse visto mezza nuda.

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