Capitolo 4

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Guardavo la notte e non riuscivo a pensare a nulla che avesse un senso compiuto. Nella mia testa c'erano troppe cose, che riuscivano a confondermi. Gli odori i colori di Oblivion mi ricordavano così tanto Trevis... il mio Trevis; le cose non mi sembravano più come prima, nulla è come prima. Il mondo mi aveva dato tutto e tutto mi aveva tolto....

Il mio amore... mia figlia e di certo non aveva finito con me.

-Non dormi?-

La voce di Dom mi arrivò con suono lieve ma che riuscì a lasciare uno strano vuoto nel mio stomaco.

-Come potrei dormire?-

Gli risposi senza guardarlo per paura che potesse legarmi persino nell'anima.

-Non devi sentirti in colpa-

Mi disse lui avvicinandosi ancora di più,

-Non è senso di colpa, ma ora devo pensare solo al mio dovere-

Cercai di stoppare la conversazione ma era abbastanza difficile con Domenick.

-Non ti credo, so che ora pensi sono a Katrina e Corrina-

Esclamò lui risoluto per poi appoggiare un mano sulla mia spalla, non mi piaceva l'effetto che lui aveva su di me, non accettavo il fatto che lui avesse preso così bene la morte di Arya e quella di .... Trevis.

-Loro sono il mio primo pensiero devo riavere entrambe solo così potrò fare ciò che desidero-

Esclamai rivelando cose che non dovevo rivelare.

-Cosa vuoi Hope?-

Mi chiese Domenick preocupato,

-Ciò che tu non potrai mai darmi-

È con quelle ultime parole me ne andai all'interno della cava vicino alla mia piccola Viktoria.

Sentivo che le ombre si mischiavano e sparivano nel giro di un secondo, varie immagini si inseguivano tra di loro... erano le mie figlie e un loro probabile futuro, no erano piccole e io non potevo di certo esserci, era come se qualcuno volesse farmi vedere ciò che succederà...

Katrina

Era magnifica anche se circondata da serpenti sembrava essere felice... era davvero stupenda identica a suo padre, non mi sembrava vero. Calde lacrime mi scesero dal volto spinte quasi da una volontà propria. La mia piccola Katrina.

Le immagini cambiavano abbastanza velocemente e quasi non riuscivo a stare al passo ma finalmente tutto si fermò su un bellissimo paesaggio e di certo non si trattava di Katrina

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Le immagini cambiavano abbastanza velocemente e quasi non riuscivo a stare al passo ma finalmente tutto si fermò su un bellissimo paesaggio e di certo non si trattava di Katrina... la mia piccola Viktoria immersa in lago e con un drago, non potevo crederci. Il futuro non sembrava per niente male anzi.

-Ma nulla è sempre ciò che sembra-

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-Ma nulla è sempre ciò che sembra-

Una voce soave mi risuonò e tutto andò in frantumi immergendomi in una stanza nera, mi sentivo disorientata e con una strana sensazione allo stomaco che mi torturava.

-Chi sei?-

Chiesi con ansia

-Non riesci ad immaginarlo?-

Mi rispose lui con ironia

-Fatti vedere!-

Urlaì con rabbia incontrollata

-Non posso, non è ancora il tempo-

Esclamò con voce estremamente vellutata e priva di qualsiasi sfumatura.

-Allora dimmi chi sei-

Dissi con imponenza,

-Sono soltanto un mandante, -

Esclamò lui risoluto,

-Ti hanno mandato gli angeli-

Affermai con un filo di rabbia che cercavo di controllare,

-Esatto, Corrina è nelle nostre mani, Yilan è nelle nostre mani e tu non puoi farci nulla-

Dichiarò lui con la risolutezza e arroganza,

-Non sei nessuno per dirmi questo!-

Gli risposi con collera,

-Sono il tuo angelo custode è posso dirti quel che voglio! Anche come salvare chi ami-

Mi rivelò lui rischiarando l'oscurità che mi avvolgeva senza però farsi ancora vedere;

-Come?!-

Hope Duncan. La Mercenaria        La Fine Di Un EraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora