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Quando esci da casa per andare a scuola e il vento ti colpisce in faccia e dopo soli pochi minuti ti sentì la punta del naso gelido e le guancie diventano tutte rosse. Mi stringo il cappotto meglio e alzo un po' di più la sciarpa. Sempre così a Londra, ormai l' intero mondo la conosce come la città del freddo e della pioggia. Quelle rare volte che c' è il sole si possono contare in una mano. Gli inglesi sono abituati a questo freddo, gli stranieri quando vengono qui vengono catapultati in un mondo diverso dal loro, non sempre in modo negativo. Londra avrà anche lati negativi come il freddo e lo smog, ma ha molti pregi che la gente sottovaluta. La pioggia e il freddo non sono male come tutti pensano. Quando stai insieme alla famiglia davanti al camino, sorseggiando una cioccolata calda e raccontando aneddoti che nessuno si ricorderebbe mai, o quando leggi un libro seduto affianco alla finestra e guardi le goccie battere contro il vetro della finestra. Quel rumore che ti rilassa più di quanto pensi. In fondo, il freddo è più bello di quanto le persone pensano. Poi ci sono le festività. Natale e Capodanno e Londra non si può descrivere a parole quanto sia meravigliosa con le decorazioni. Non sono mai stata fuori da Londra, sono troppo legata alla mia città, alle persone che vivono qui, al traffico nel ora di punta. Come si fa a non amare tutto questo.

Ormai il piccolo tragitto da casa a scuola è finito e le porte sono aperte. C' è un sacco di gente alla Bridge Academy, la famosa scuola d' arte di Londra. Non sempre gente buona, già dal primo giorno si viene etichettati. I popolari, gli aiutanti dei popolari, quelli che spacciano, gli organizzatori di feste, i dark, gli intelligenti e il gruppo più brutto, i grigi. Quelli che non fanno niente, sono come morti, cercano di parlare il meno possibile e le uniche volte in cui lo fanno è solo per rispondere a domande dei professori. Posso dire di non far parte di questo gruppo, infatti io sono l' unica persona o quasi che non ha un gruppo specifico. Non saprei se reputarla una cosa buona o una cosa brutta. Non l' ho ancora capita.

Il caldo della scuola di colpisce in faccia e tiro un sospiro di sollievo, finalmente un posto caldo. Salgo al secondo piano dove ci sono gli armadietti. La nostra scuola è abbastanza strana, ma è normale per un accademia d' arte. Al piano terra ci sono tutte le aule delle specifiche materie, arte, matematica e altre. Al secondo piano ci sono gli armadietti, un piano esclusivamente per gli armadietti. Non so quante persone frequentino questa scuola, ma di sicuro non sono poche. E al terzo piano ci sono i dormitori. Solo poche persone alloggiano qui. Quelli che vivono distanti o quelli che se lo possono permettere. Se vivi qui però devi rispettare alcune regole. Andare a dormire alle 23 e non oltre, niente festini, per i ragazzi è vietato portare ragazze nella propria camera, tenere in ordine la stanza e non disturbare il tuo vicino.

Apro il mio armadietto. 041005. La data in cui mio fratello è andato a vivere a Los Angeles. Un anno. Un anno senza chiamate ne notizie. Mi manca, ma mi sono abituata a quella presenza invisibile che mi sta accanto di lui, che mi aiuta e che mi consola quando sono giù. Io sono andata avanti, come i miei genitori d' altronde, ormai nessuno parla di lui, come se non avesse mai fatto parte della famiglia. Aveva dei problemi con la droga, ne era letteralmente dipendente, non riusciva a smettere. Io lo sapevo già da un po' . la mamma l' ha scoperto per caso. Jay ne aveva dimenticato un po' in tasca e mentre mamma metteva i vestiti in lavatrice, ha trovato la cocaina in tasca. I miei avevano deciso di mandarlo in un ospedale specifico per aiutarlo a disintossicarsi. Peccato che quel ospedale fosse dal ' altra sponda del oceano. Io non lo sapevo ancora. Una mattina mi ero svegliata e lui non c' era. Pensavo fosse andato a prenderne un altro po' di solito ogni domenica mattina usciva presto per andare da Devis, lo spacciatore, per comprarne qualche grammo. Dopo le tre passate di pomeriggio ho iniziato a preoccuparmi e avevo chiesto alla mamma dove fosse finito Jay. Lei aveva risposto che era andato dal dottore perché era malato. Le chiedevo di cosa in continuazione, ma lei mi mandava sempre in camera mia, in punizione, anche se non capivo mai cosa avessi fatto. Ogni giorno andavo in camera mia e mi nascondevo dentro al armadio a piangere. Era quello il nostro nascondiglio.

"Tanto ti troverò"

"Non mi troverai mai". Mi ero nascosta troppo bene perché mi trovasse, era impossibile.

" tanto lo so che sei sotto il letto" . Inizio a ridacchiare e mi copro la bocca con la mano. Non aveva indovinato.

"Ally mi arrendo" sbuffa

"Nel armadio". L' anta si apre e mio fratello si accuccia per entrare pure lui.

" sei troppo brava in questo gioco" sorride

"Lo so, Jay" sorrido

"Che modesta la mia sorellina. Quanti anni dovresti avere? 15?"

"No! Ne ho 6" rido

"Cresci troppo in fretta lo sai?"

"Diventerò grande come te un giorno, Jay?"

"Forse. Avrai 14 anni tra..." inizia a contare con le dita "8 anni"

"Ma sono tanti. Io voglio diventare grande adesso!"

"Non è poi così bello essere grandi. Devi fare sempre il buono e fare quello che ti dicono mamma e papà e devi fare un sacco di compiti" sogghigna

"Bleh i compiti. Li odio" scuoto la testa

"Approposito. Hai imparato l' alfabeto?"

"Forse.." ridacchio

"Dimmelo allora"

"Quando mi acchiappi". Esco dal armadio e mi metto a correre

" tanto ti prendo "dice Jay.

Chiudo l' armadietto e vado in aula di matematica. La professoressa Cobas è andata in pensione. Ci avevano avvertito che avremmo avuto un nuovo insegnate, ma non ci avevano detto di più.

Entro in aula e guardo se c' è il nuovo insegnante, ma non c' è ancora. Vado a sedermi nel mio posto e tiro fuori i libri. La classe inizia a riempirsi velocemente, ma del professore ancora nessuna traccia. Un professore in ritardo non si era mai vista alla Bridge Academy. Sono sempre puntuali. Dopo 10 minuti, la porta si apre ed entra un uomo di massimo 30 anni.

" scusate, sapete dov' è la 3A ?" chiede. Le ragazze lo stanno fissando da quando è entrato, dato che nessuna ha risposto, Ben, un nostro compagno, risponde.

"È questa"

"Ah. Allora, salve sono il vostro nuovo professore di matematica"

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 02, 2016 ⏰

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