2 night

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Una caccia si era appena conclusa e una stava per iniziare.
I fratelli Winchester avevano ricevuto una chiamata da un amico cacciatore, e ora si ritrovavano in macchina diretti verso una nuova battaglia, come avevano sempre fatto.
Questa volta però c'era una differenza, Cas era venuto con loro per dargli una mano, e sebbene Dean fosse contento di avere il suo aiuto per la caccia, ancora non riusciva a guardarlo negli occhi, tantomento a parlargli.
In tutto il giorno non era stato in grado di dirgli neanche una parola, era riuscito ad abbozzare qualche si e no, ma era troppo imbarazzato per riuscire ad avere una vera conversazione con lui.
Continuava a guardarlo quando era sicuro che lui non lo vedesse, cercando di capire cosa provasse, ma non sembrava si vergognasse, si comportava come sempre.
Anche se aveva intuito il disagio di Dean non aveva detto nulla, cercando di restare a distanza, però a volte quando pensava che Dean non lo vedesse lo fissava intensamente.
Arrivarono al motel in tarda serata, esausti per il viaggio Dean e Sam si misero a dormire, mentre Cas leggeva dei vecchi libri in cerca di aiuto per la caccia.
Dean avrebbe voluto dirgli che non poteva restare, non voleva stare tutta la notte nella stessa stanza con lui, si sentiva stranamente a disagio al pensiero, ma per dirgli che doveva andarsene avrebbe dovuto parlargli, e non ci riusciva.
Si sentiva stupido e ridicolo a comportarsi così, ma era più forte di lui, apriva la bocca per parlare, sapendo cosa voleva dire, ma poi l'ansia lo assaliva e lui restava a bocca aperta come un ragazzino.
Perciò alla fine si era rassegnato all'idea di passare la notte nella stessa stanza con lui, e si era messo a dormire cercando di non pensarci.
I sogni di Dean erano agitati, come lui: pieni di sangue, di denti aguzzi, di occhi arrabbiati, di coltelli e di cadaveri, di sofferenza e paura.
Rivide lo scantinato pieno di cadaveri, rivide gli occhi spalancati di quelle persone ammassate nei frigoriferi. Avvertì di nuovo la paura, la rabbia e la frustazione che aveva provato in quei momenti, e si ritrovò a lottare di nuovo con quella famiglia, ancora e ancora.
Sembrava tutto così reale, così vero. Una sensazione si fece strada sempre di più dentro di lui, più vivida delle altre, una mano che gli toccava la fronte, che gli accarezzava il viso.
Dean aprì gli occhi e afferrò con uno scatto la mano sul suo viso, non sapeva se fosse reale o no, ma non voleva correre rischi.
Quando la toccò si rese conto che era reale, si girò velocemente senza lasciare la presa, e si ritrovò faccia a faccia con Castiel.
Cas lo guardava spaventato e sopreso, cercava di ritrarre la mano, ma ormai era troppo tardi.
"Dean io... Scusami non volevo svegliarti... Volevo solo... Volevo solo..."
"Volevi solo?" continuò Dean.
"Tranquilizzarti... Stavi avendo un altro incubo vero?"
"Si. Ma non preoccuparti per me, ho sempre gli incubi, mi passerà."
Disse senza guardarlo, lasciandogli la mano.
"Però sembravi molto agitato, dev' essere stato un incubo molto brutto."
"Gli incubi sono sempre brutti Cas..." Rispose sorridendo.
"Vuoi che ti racconti una storia per aiutarti a dormire?"
"Non sono un bambino Castiel!" rispose seccato Dean.
"Ma la mia non è una storia per bambini..."
Cas lo guardava con tenerezza, e Dean si sentiva sempre più a disagio davanti a quello sguardo così diverso dal solito.
Decise di accontentarlo, se non altro non avrebbe più dovuto parlarci, e non c'era niente di male ad ascoltare una storia, si diceva per calmare la coscenza.
"Fai come vuoi." Disse distrattamente mentre si girava nel letto.
Castiel era seduto davanti a lui, Dean chiuse gli occhi e si mise comodo, aspettando la storia.
Castiel iniziò a raccontare di una battaglia avvenuta centinaia di anni prima tra angeli e demoni, e aveva ragione, non era assolutamente una storia per bambini, così Dean restò ad ascoltarlo, immerso in quello scontro avvincente.
Ad un certo punto del racconto Cas iniziò a spostarsi sul letto, Dean avrebbe voluto aprire gli occhi per capire cosa stesse succedendo, o almeno chiederglielo, ma pensò che se ne stesse andando, visto che all'apparenza sembrava che lui stesse dormendo.
Decise di rimanere immobile fingendo di dormire, era più facile che affrontarlo.
Con sua sorpresa Cas non stava affatto andando via, si stava sdraiando delicatamente accanto a lui, faceva piano cercando di non svegliarlo.
Dean fu preso dal panico, una parte di lui voleva alzarsi, mostrargli che era sveglio, l'altra invece era curiosa di vedere cosa sarebbe successo, se fosse rimasto lì.
Mentre pensava a cosa fare la vita decise per lui, senza dargli il tempo di reagire.
Sentì qualcosa di caldo che lo copriva, e riconobbe dal tocco che era il trench di Cas.
Castiel lo coprì, si rannicchiò vicino a lui e gli accarezzò timidamente la guancia, poi come se avesse toccato qualcosa che scotta ritrasse velocemente la mano, e sussurò:
"Buonanotte Dean."

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