Capitolo •3•

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Stamattina mi sono svegliata e dato che mia madre non ero ancora tornata ieri sera sono andata a controllare se stava dormendo.
Il letto era vuoto. Ancora intatto. Non aveva dormito a casa.
Era davvero strano, ma non mi preoccupai più di tanto.
Mi preparai per la scuola e mi incamminai per prendere il pullman.
La prima ora fu noiosa, soprattutto perché Logan era malato e non era a scuola. Alla seconda ora fece la sua entrata in classe un professore che non avevo mai visto. Alto, capelli castani, occhi verdi.
"Salve a tutti ragazzi, io sono il vostro nuovo insegnate di psicologia, potete chiamarmi Mr. Henderson" : si presentò
Come prima cosa ci chiese di scrivere su un foglio il nostro nome e cognome e quello che avremmo voluto fare una volta abbandonata la scuola.
Io scrissi della mia passione per la scrittura e del mio sogno di diventare scrittrice.
Una volta presa la penna non riuscivo a fermarmi di scrivere.
"Okay ragazzi, dopo aver fatto questa piccola presentazione scritta voglio che voi iniziate a scrivere un diario dove parliate liberamente della vostra vita, anche personale, questo diario non verrà letto da nessuno ma vi aiuterà ad esprimere i vostri sentimenti" : disse il professore
L'idea mi elettrizzava.
Dal fondo della classe sentì bisbigliare
"Mi sembra una grandissima stronzata": disse David
"Tu sei una grandissima stronzata": risposi io
"La prossima volta scordati le mie scuse stupida ragazzina, mi rimangio tutto quello che ho detto": disse lui
Il professore richiamò entrambi.
Avevo ragione a non fidarmi.
Quel ragazzo è davvero insopportabile.
Una volta finita la scuola andai a casa e dato che non avevo nulla da fare decisi di chiamare Ashley.
"Pronto?"
"Ashley, sono Cristal"
"Cristal! Che bello sentirti come stai?"
"Abbastanza bene, tu?"
"Bene, hai impegni oggi?"
"No, ti ho chiamata appunto per chiederti se avevi voglia di vederci"
"Certo!"
"Perché non vieni da me?" : le proposi
"Arrivo subito, a dopo!"
Mentre l'aspettavo preparai i popcorn.
Poi sentì suonare il campanello.
Ashley aveva un vestito a fiori che arrivava alle ginocchia, i capelli raccolti in una coda alta e un trucco leggero ed elegante. Bellissima. Come la prima volta che l'avevo vista. Anche se aveva il viso pieno di lacrime.
La invitai ad entrare.
Parlammo tutto il pomeriggio di noi e di quello che ci piaceva. Scoprì di avere moltissime cose in comune con lei. Anche suo padre non c'era più ed era cresciuta in una famiglia incompleta che non le donava l'amore che meritava.
Mi ritrovavo in ogni sua frase.
Ero felice di aver conosciuto qualcuno che mi capisse.
Che mi stesse vicino perché viveva la mia stessa situazione.
Fu un pomeriggio davvero splendido. L'unica cosa che mi turbava era il fatto che mia madre non fosse ancora rientrata.
Dov'era finita?

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