Zio John

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Un anno fa visitai un mio vecchio amico del college chiamato Chris. Vive in Connecticut con sua moglie Susan e il figlio Todd. L'idea era di uscire tutti insieme per qualche giorno, quindi mi avevano promesso di preparare una stanza per me.

Quando arrivai, Chris mi prese in disparte.

"So che ti abbiamo promesso la camera degli ospiti," disse con calma, "Ma è successo qualcosa. Lo zio di Susan, John, ha appena divorziato e lei gli ha offerto un posto in cui stare finché non troverà un appartamento. Non ci sarà d'intralcio nei nostri programmi, ma starà nella stanza degli ospiti."

"Nessun problema", dissi "Quindi dove dormirò?"

"Suonerà inquietante, ma ti sistemerai in soffitta. Lassù c'è una piccola stanza che abbiamo intenzione di trasformare in una stanza dei giochi per quando Todd sarà più grande. C'è un futon (materasso giapponese, NDT) che diventa un letto. Se scendi le scale di notte, fa' attenzione al gradino.


Alzai le spalle. "Mi va bene."

Quella notte mi svegliai a causa degli scricchiolii della casa. Ne sentii uno che proveniva proprio fuori dalla porta della mia camera, come se qualcuno stesse camminando lentamente in avanti ed indietro. Rimasi lì, con le lenzuola tirate fin sopra il mento, fissando l'oscurità della soffitta e sentendomi davvero vulnerabile. L'unico modo per andarmene era passare per quella porta e scendere le scale. E come spesso capita di svegliarsi nel cuore della notte, sentii l'improvviso bisogno di andare in bagno. Cercai di tenermela per quel che mi sembrò un'ora, ma alla fine la mia paura di quello strano scricchiolio fu vinta dal bisogno della mia vescica di svuotarsi.

"Se solo avessi avuto una torcia." mormoravo tra me e me, avvicinandomi con attenzione alla porta. Appoggiai l'orecchio contro il legno per sentire quello scricchiolio, ma non appena raggiunsi la porta, non lo udii più. Aspettai un attimo, mentre le mie orecchie cercavano di carpire il più debole suono tra il silenzio che mi aveva improvvisamente avvolto. Alla fine, avendo disperata necessità di fare pipì, avanzai aprendo la porta.

Niente.

Mi sentivo un idiota, mi mossi furtivamente lungo la soffitta fino alle scale, facendo attenzione a non cadere da esse. Riuscii a scendere, e a trovare il bagno grazie a delle lucine notturne, e poi risalii per le scale per la soffitta. Non appena tornai nel pianerottolo buio, mi resi conto che lo scricchiolio si sentiva di nuovo. E con esso, riuscivo a sentire dei fruscii, come se qualcuno stesse trascinando i piedi, ed un singhiozzo appena udibile. Trattenni il respiro, ero spaventato ma non volevo mostrarlo, nel caso in cui fosse stato solo Chris che mi faceva uno scherzo.

"Hey?" dissi con quanto più coraggio possibile.

I fruscii ed il singhiozzo cessarono.

"Chi è?" Il mio tono di voce tornò calmo. "Sono Wil. Chi è che parla?"

"Oh, sei l'amico di Chris." Qualcuno mi venne incontro. Non riuscivo vederlo bene al buio, ma riuscii a notare una camicia bianca coperta di macchie scure e un pantalone di un pigiama a righe. "Sono John, lo zio di Susan. Mi spiace averti svegliato."

"Non mi hai svegliato," mentii, "Dovevo solo andare in bagno."

"Come mai sei quassù?" mi chiese.

"Mi hanno sistemato nella soffitta."

Tirò su col naso. "Oh, vedo. Sono d'intralcio di nuovo."

"No, no, no, no!" Non ero sicuro se intendesse in quel momento o nel senso di star occupando la stanza degli ospiti. Sentii uno strano sento di sconforto e paura mentre stavo in piedi al buio con quest'uomo indistinto.

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