CAPITOLO 1

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Sono le 06:30 ci metto 10 minuti a capire che oggi ricomincia la scuola, il quarto liceo mi attende.
«Elisaaa va a farti la doccia!!» Urla mia mamma.
«Sì vado..» le dico tra una sbadiglio e l'altro, prendo l'accappatoio e i vestiti e vado in doccia, per le 07:00 sono vestita, ho scelto dei jeans neri strappati e una maglia dell'adidas e le super star.

» le dico tra una sbadiglio e l'altro, prendo l'accappatoio e i vestiti e vado in doccia, per le 07:00 sono vestita, ho scelto dei jeans neri strappati e una maglia dell'adidas e le super star

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Subito dopo vado in cucina a prepararmi la mia solita colazione, latte e cereali.
Alle 07:30 saluto mia mamma ed esco con mio fratello Jonson per prendere l'autobus, come sempre, lui scende dopo poche fermate, va al linguistico.
Durante il tragitto trovo un messaggio di mio padre che dice:
"Buon primo giorno di scuola. Papi" Si è sprecato.. Circa dalla seconda media in poi sono sempre stata più fredda e più arrabbiata con mio padre per cose che ho scoperto e capito.
"Grazie, solo più di due anni!!
Come va lì in svizzera? Tutto a posto il lavoro? Ora ti saluto, la prossima fermata è la mia." Gli rispondo.
Arrivo nel cortile della scuola e io, Maria e Anna, le mie migliore amiche, ci corriamo incontro abbracciandoci.
«Come state?» domando a loro e in coro mi rispondono «Bene e te?» scoppiamo in una risata e ci rechiamo verso la porta d'ingresso.
Come una cretina, che sono, vado contro un ragazzo a me sconosciuto.
«Oh scusa, non volevo.» Gli dico prima che lui si possa scusare. «Non fa niente tranquilla.» Sorridendo. «Comunque sono Elisa, sei nuovo?»
«Luca, sì sono nuovo..» mi risponde imbarazzato.
«Se hai bisogno di qualcosa chiedimi pure, sono in 4 i, ora vado, ci si vede.» Gli dico facendo un cenno con la mano sorridendo e torno dalle mie amiche.
Ci mettiamo in penultima fila dato che i posti in fondo sono occupati dal gruppo di Marvin Scott, un ragazzo alto 5-10 centimetri più di me, con i capelli mori scuri quasi neri leggermente ricci non molto corti e gli occhi verdi-azzurri.
Spero che questa estate sia leggermente cambiato, in primo liceo ha cominciato a pomiciare con la prima puttanella che lo voleva, in seconda stessa cosa e in terza ha cominciato a provare a portarsele a letto.
Davanti a noi c'è Edward Smith, il mio migliore amico, con i suoi amici, ha gli occhi verdi scuri e i capelli abbastanza corti tendenti al marrone chiaro.
Il prof ci presenta il nostro nuovo compagno di classe, Luca Fiore, appena mi vede mi fa un cenno con la testa e io ricambio con un sorriso.
All'intervallo sono stata con Edward e abbiamo parlato delle nostre vacanze e delle novità: lui è stato alle Maldive e a Los Angeles, se li può permettere questi viaggi per via di suo padre che è capo di un'azienda.
Io sono stata 2 settimane in campeggio con un po' di amici dopo di che sono andata per 3 settimane in svizzera da mio padre e in fine una settimana in Sardegna con mia mamma.
Appena finito di parlare con lui sono andata da Luca e gli ho chiesto se conosceva già qualcuno e lui mi ha detto che conosce Edward dalle medie non faccio a tempo di chiedergli altro che suona la campanella.
Tra la quarta e la quinta ora non ce la faccio già più a star seduta che chiedo di andare in bagno, finalmente faccio due passi.
I bagni delle ragazze sono separati da quelli dei ragazzi, entro e mi sciaquo la faccia e mi sistemo i capelli, appena esco chi vedo? Marvin, spero non mi veda andare via ma purtroppo non è così...
«Ciao Elisa!»
«Ciao...» divento tutta rossa, sono in imbarazzo e non so il motivo, non ci conosciamo neanche.
«Sei imbarazzata?» perfetto, se ne è accorto, mi pizzica la guancia arrossata e a quel punto faccio due passi indietro ma lui si avvicina.
«Senti, cosa vuoi?» gli dico.
«No niente, è che sei così bella quando sei imbarazzata.» e si avvicina sempre di più, lo fermo, tendendo il braccio in avanti e mi guarda con uno sguardo di sfida.
«Evitiamo ste scenette sappiamo entrambi come sei fatto e non credo proprio tu sia cambiato questa estate.» basta non riesco più a stare qui a guardarlo, quella maglia, che fa intravedere i suoi muscoli e poi, quegli occhi, faccio per girarmi che lui mi prende per il braccio e mi fa girare e stare a pochi centimetri da lui che riesco quasi a sentire il suo cuore.
Cerco di liberarmi ma mi tiene ferma.
«Il punto è che tu mi piaci.» mi stampa un breve bacio e dopo di che sorride, quel sorriso, quanto vorrei non fosse fatto così..
«Senti, fammi il piacere, io non sono la tua ragazza ideale, non sono una che va col primo che trova e tu sei fatto così.. di certo non cambierai quindi io ora vado in classe.» prendo tutta la mia forza di volontà e entro in classe seguita da lui.
Maria e Anna mi chiedono se è successo qualcosa ma mento.
Quest'ora mi sembra un' eternità, ma finalmente suona la campanella, Edward si precipita a chiedermi anche lui se era successo qualcosa e anche a lui mento.
Mentre percorro la discesa per arrivare alla fermata vedo il pullman passare, perfetto, ci mancava solo questo..
E guarda un po' chi arriva in moto in mio soccorso, Marvin..
«Perso il pullman?» mi chiede trattenendo una risata, annuisco e ne approfitta per chiedermi se voglio un passaggio, accetto anche perché se no dovrei aspettare 15 minuti.
«Metti questo e tieniti forte.» porgendomi il casco.
Salgo sulla moto e cerco un posto dove tenermi che non sia lui.
Mi prende le braccia e se le mette ai fianchi «Tieniti a me così eviti di cadere.»
«Sì va bene..» esito e lui mi sorride stringendomi leggermente più forte le mani e parte.
Gli indico dove andare e durante il viaggio mi sono sentita protetta ma è solo un illusione tanto domani si sarà già scordato di me.
«Grazie, a domani.» gli dico porgendogli il casco.
«Prego, per ringraziarmi per adesso mi va bene un abbraccio.» mi dice sorridendo.
Sorrido anch'io, ma in effetti, è il minimo che posso fare.

QUEL MALEDETTO SORRISODove le storie prendono vita. Scoprilo ora