Che strano inizio di settimana. Da una serata finita con una bella sbronza a un risveglio abbastanza particolare, se così si può definire. Per non parlare di lui... Alexander! Proprio un gran bel pezzo di manzo. In fin dei conti mi dispiace non aver passato la notte con lui. Ma la domanda che mi attanaglia è: come ci sono finita a casa sua? Va beh, ora come ora devo solo pensare alla scusa che dovrò inventarmi col mio cliente. Allora, si chiama Samuel ha 30 anni e lo dovrò accompagnare ad una cena di lavoro. Nulla di più semplice, già mi piace. Per non parlare della somma di denaro offertami. Scendo dal tram e appena guardo avanti non posso fare altro che trovarmi a confronto con la mia faccia devastata! Sembro scappata da chissà quale manicomio. Ho gli occhi marcati dal mascara colato e il rossetto sbavato. Provvedo subito tirando fuori dalla borsetta delle salviette bagnate e mi pulisco il viso cercando di sembrava presentabile il più possibile. Appena finito noto una figura slanciata alla mie spalle dalla sguardo severo.
"Desidera?" chiedo sfidandolo.
"Lei." dice lui autoritario.
"Come scusi?" dico stizzita. Ma guarda te sto qua. Oggi non è proprio la mia giornata.
"La stavo aspettando da mezz'ora signorina Bell e lei cosa fa? Sta qua davanti alla vetrina ad asciugarsi il viso."
"Lei mi stava aspettando? E si può sapere cosa vuole da me?"
"Sono Samuel Pice. Il suo appuntamento oppure non si ricorda nemmeno dei suoi impegni? Se è così che svolge il suo lavoro allora tanto vale che la licenzi. Per non parlare del suo abbigliamento assai inappropriato per l'occasione e i suoi capelli sembrano il nido di una gallina..." sofferma lo sguardo sul mio seno.
"Senti un po' tu" dico puntandoli il dito sul petto" Primo! Se non togli gli occhi delle mie tette in questo memento ti stacco gli occhi e te li riattacco al collo. Secondo sei tu che hai bisogno del mio aiuto e non io. Per quel che ricordo hai chiamato tu me supplichevole e terzo abbassa la voce e anche la cresta e andiamo a berci un buon caffè a meno che tu non abbia altro da fare!" lo guardo dritto negli occhi e noto che al quanto stupito dalla mia reazione.
"Ok, andiamo." dice mettendo le mani in tasca.
Allora lo supero ed entriamo nel mio coffee shop preferito l' Jorge. Prendiamo posto al mio tavolo preferito, quello in fondo con una piccola finestra rotonda colorata e il tavolo in legno scuro con sgabello in pelle morbida. Arriva subito Alisia che gentilmente prende le nostre ordinazioni e mi saluta cordialmente. Ormai sono una cliente abituale e ordino sempre il mio caffè con panna e caramello.
"Sembra una cliente abituale" dice Samuel analizzandomi.
"Si, vengo ogniqualvolta sono nei paraggi. Per me è il miglior coffee shop di tutta Madrid." dico mentre lui analizza le mie parole.
Intanto arrivano le nostre ordinazioni guardo e lui ha preso un semplice caffè.
"Notte brava?" chiede facendo un sorriso malizioso guardandomi dalla testa ai piedi.
"Diciamo che non era nei miei piani. Allora mi dica Samuel cosa posso fare per lei?"
"Allora signorina Bell, questa sera ho un'importante cena di lavoro e ho bisogno di un'accompagnatrice all'altezza della situazione. Lei lo è?" mi chiede con aria di sufficienza.
" Lei cosa ne dice?"
"Non saprei... A guardarla meglio è molto bella ma il suo abbigliamento lasciata a desiderare." dicendo ciò una scintilla gli passa per gli occhi e si alza tirando fuori dalla giacca impeccabile nera il portafogli. Lo apre e tira fuori cento dollari.
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Sesso, odio e caffè
Romance"Il mio lavoro? Aiutare chi ha bisogno di me! Vuoi sbarazzarti dell'ex, vuoi rendere contento la mamma, vuoi andare a una festa accompagnato da una bella donna? Allora faccio proprio al caso tuo!" Questo è il lavoro Nataly. Sape...