Una volta tornati a casa, ci prepariamo la cena e ci sediamo sul divano.
LI: sei sicura di voler chiudere?
IO: direi che è il momento di rientrare, anche se stavo benissimo qui
LI: posso essere sincero?
IO: certo
LI: era davvero tantissimo tempo che non mi sentivo così. Provare una certa serenità e tranquillità, vivere un po' di normalità. Poi, non fraintendermi, adoro i ragazzi, ma avevo proprio bisogno di un po' di stacco
IO: Mi fa piacere che tu ti possa essere sentito così e tranquillo capisco benissimo. Passate davvero tanto tempo insieme e ognuno di voi ha il proprio carattere. E' normalissimo.
LI: comunque davvero sono stato benissimo, nonostante la situazione insomma
IO: nonostante il motivo per il quale siamo venuti qui, sono stata benissimo pure io.
*LA MATTINA DOPO*
dopo aver fatto colazione, inizio a risistemare casa. Liam si offre di darmi una mano. Dopo un po' mi chiama ed io lo raggiungo.
IO: Dimmi
LI: senti ho trovato queste scatole qui, dove le metto?
mi blocco sulla porta. Non ho il coraggio di entrare, quasi tremo
LI: tesoro stai bene? Non dovevo entrare, scusami
IO: n-no, va bene.
LI: era lo studio di tuo padre?
IO: s-si
LI: vieni, cambiamo stanza.
IO: aspetta..
prendo la sua mano ed entro con lui. Respiro a pieni polmoni, c'era ancora il suo profumo. Adoravo quella stanza. Adesso è piena di scatoloni, non ricordo nemmeno più cosa ci sia dentro.
LI: sei sicura di volerlo fare Leila?
IO: penso di si
prendiamo il primo scatolone e lo apro. Le lacrime scendono da sole, senza controllo, seguito da qualche singhiozzo e le braccia di Liam che subito mi circondano.
LI: Leila non devi farlo per forza
IO: lo so, ma penso di averne bisogno e so che posso farlo con te.
non aggiunge altro e mi lascia un tenero bacio sulla fronte.
LIAM
non avevo intenzione di entrare in quella stanza. Ho aperto pensavo fosse la stanza degli ospiti. Volevo solo spostare gli scatoloni, pensavo non lo avesse fatto perché troppo pesanti, non mi ero reso contro davvero fosse uno studio.
Mi fa malissimo vederla così.
Nel momento in cui inizia a tirare fuori le cose dal primo scatolone, ogni tanto le esce qualche singhiozzo, prendo il telefono e mando un messaggio ad Harry, dicendogli di farsi portare qui e di non suonare ma di chiamarmi quando era arrivato.
LE: Mi ricordo di questo. Era il suo bracciale preferito, lo metteva solo nelle occasioni importanti. Mi disse che glielo regalarono al mio battesimo e da quel momento non se l'era più levato. Quando mi doveva dire o spiegare qualcosa mi faceva sedere sulle sue gambe ed io mi mettevo a giocare con questo, mi calmava molto.
IO: tuo padre era davvero molto comprensivo
LE: si, cercava di farti ragionare su quello che facevi piuttosto che urlarti contro. Certo, è successo che mi sgridasse, ma subito dopo mi raggiungeva e mi chiedeva scusa spiegandomi il suo punto di vista.

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Harry's sister (IN REVISIONE)
FanfictionLeila, 19 anni, italiana. Harry, 22 anni, inglese. Cosa hanno in comune questi due ragazzi? I genitori.