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Eccomi qui, nel parcheggio di una nuova scuola, in una nuova città.
Ho sempre amato Sydney... sarà per il fatto che ormai il tempo che passo qui ,a causa dei miei nonni ,è tanto. Dalla morte di mia madre , la mia vita è del tutto cambiata.
Mio padre, allora ha deciso di vivere qui, giusto per stargli un po' accanto.
'non vivranno in eterno' aveva detto.
-allora piccina, sei pronta?- mio padre cerca di rassicurarmi, non sapendo che sono la ragazza più sicura del mondo.
-certo papà - annuisco roteando gli occhi.
-quindi..ricorderai ciò che ti ho detto?- chiede facendomi innervosire ancora di più.
-certo papà: 'non dare retta agli sconosciuti, sii gentile, non essere scontrosa e soprattutto cerca di non ricevere una nota'- sbuffo , ricordando a memoria la ramanzella ripetuta da lui per quasi tutta la lunghezza del viaggio.
E per fortuna non abitavo distante dalla scuola.
-brava piccina- disse per poi lasciarmi aprire lo sportello della macchina.
-e miraccomando!- urlò un'ultima volta facendomi girare nervosamente.
-non fidanzarti già dal primo giorno -sbuffai per l'ennesima stupidaggine.
-non succederà!- girai i tacchi , entrando nella scuola.
Mi resi conto che la scuola era molto più grande di qualsiasi scuola in cui fossi già andata.
Chiesi ad una collaboratrice scolastica dove si trovasse la mia nuova classe, la '1G' , lei mi rispose e , seguite le sue indicazioni ,non ci misi troppo per prendere confidenza con l'edificio.
Camminando nel corridoio mi accorsi che la scuola aveva anche un piccolo giardinetto esterno.
Potevo sembrare una ragazza chiusa e dura,ma che amava la natura. Già.
Le viole e le rose formavano un'opera perfetta, lasciate lì in quel miscuglio di verde.
Guardai l'orologio e ,notando il ritardo, corsi verso la classe.
Mi misi a correre come una furia lungo i corridoi, fortunata del fatto che non ci fosse nessun bel ragazzo nei paraggi. Avrei di sicuro fatto una figuraccia,cosa che non mancava mai nella mia insolita vita.
E parlando del diavolo , spuntano le corna.
In un secondo fui buttata a terra, almeno questo era quello che pensavo.
-ma sei pazzo? Mi hai scaraventata a terra!- urlai a quel ragazzo.
Aveva i capelli corti, quasi ricci. I suoi lineamenti visivi lo facevano quasi sembrare asiatico, cosa che sicuro era impossibile. La sua altezza e la sua compostezza lo facevano alludere ad uno di quei ragazzi popolari o quasi un bullo, sentenza che non si poteva escludere, visto il fatto che mi aveva letteralmente buttata a terra.
-mi scusi signorina...?- mi chiese restando tranquillo nelle sue cravatta e giacca nere.
- Clifford....Susan Clifford.- sorrisi distrattamente, notando passare un ragazzo biondo completo di piercing e ciuffo. Cose che andavano di moda in questi anni.
I suoi stivaletti neri contrastavano i suoi skinny jeans e la sua camicia a quadri neri e rossi. Mi sorrise. Uno dei tanti.
-piacere sono il professor Hood- mi porse la sua mano.
-professore ?!- commentai ritenendo i suoi occhi a mandorla sempre più interessanti e provocatori. Pensavo che fosse davvero troppo giovane per insegnare o essere un professore di liceo.
-certo signorina. Insegno nelle sezioni G e H- disse tranquillamente.
- G ?!- commentai scioccata. Avrei dovuto passare i miei altri 3 anni con un professore che non guardava minimamente dove andava? Beh.. d'altronde ero io quella che non guardava.
-si . lei frequenta quella sezione?- chiese interessato.
-mhm si...stavo andando proprio adesso...- chiesi indicando la classe.
-bene sarà un piacere accompagnarla, visto che avrò le prime due ore in quella classe.- disse calmo.
Mi vuole davvero accompagnare ??
Non seppi il perché ma ero agitata. Insomma, il fatto che il professor Hood fosse bello l'avevo già esclusa. Non sono una ragazza che si innamora così facilmente. Specialmente di un professore.
-allora andiamo?- sentì il professore. Mi risvegliai da quel coma che i miei pensieri mi avevano provocato.
- C-certo - risposi. Camminai davanti a lui e sentì uno strano presentimento.
Come se lui mi stesse guardando.
Non badai al mio assurdo pensiero ed entrai in classe sorridendo.
-buongiorno ragazzi.- annunciò il professore appena entrò dopo di me.
-lei è Susan Clifford. Una nuova alunna- disse .
Per un momento pensai che mi stesse guardando sorridendo, ma scacciai il pensiero appena cominciò a spiegare senza un freno.
-hey ... Susan- mi sentì chiamare, mentre io ero ancora in piedi inerme.
-si?- mi girai, notando un ragazzo biondo con il piercing al labbro .
Era quel ragazzo che era passato nei corridoi . Arrossii velocemente notando successivamente un suo spontaneo sorriso.
-puoi sederti qui se ti va - disse indicando il banco vuoto vicino al suo, mentre un gruppo di ragazze inizió a commentare cose del tipo 'ma chi è questa?' o 'perchè tutta questa iniziativa?'.
-non darle retta- commentò il biondo ammiccando .
Mi sedetti vicino a lui.
Rimase per un po' a fissarmi, poi sorrise e tornò ad ascoltare la lezione del professor Hood.
-quindi...signorina Clifford può ripeterci la lezione ?- il professore mi chiese una domanda , alla quale evidentemente non potevo rispondere , visto il fatto che mi ero incantata guardando il mio vicino di banco.
' che posso farci io se è bello? ' avrei voluto dirgli. Ma pensandoci, la mia assoluta timidezza e la sfacciataggine di quella risposta mi avrebbero condizionato.
-ehm...credo di non avere capito- risposi timidamente diventando di un colorito , non rosso, ma simile al fuoco direi. Stavo evaporando.
Oltretutto anche il professore era impeccabile, cosa che aumentava la mia insicurezza .
-bene, allora spero che lo capirà prima del compito di giovedì - urlò il prof facendo risaltare le vene del suo bel collo.
Dovevo dire che era bello. Molto bello. Aveva quel non so ché di attraente.
Ma no no! Che dico!
Che cosa può avere un professore (di matematica oltretutto) di attraente?
Penso che la mia mente stia dando i numeri. E non ho neanche 16 anni.
-ma prof !- mi lamentai.
-non ho neanche la minima idea di cosa sia un'espressione aritmetica! Cosa pensa che ne sappia io delle equazioni di secondo grado ?!- urlai quasi.
-bene, questo è un motivo in più per ricevere delle ripetizioni- aggiunse , sempre con il suo sguardo calmo. Mi dava fastidio il fatto che fosse così distaccato.
-ah si? E da chi?- chiesi con un gesto di sfida.
-da me signorina Clifford. Stia tranquilla - rispose lui. Non ne fui sicura , ma nel suo sguardo avrei giurato di aver visto un tratto di malizia. Sicuramente mie invenzioni.
Notai un gruppo di ragazze protestare sul fatto che proprio il professor Hood avrebbe dovuto darmi le ripetizioni. Mi chiedevo cosa ci trovassero di così commentabile .
La fine della prima ora suonò , quindi il professore rimase ancora per un'ora ,come aveva detto. Annoiata della lezione chiesi al professore il permesso di andare in bagno -cosa che di sicuro non avrei fatto-.
I corridoi erano vuoti. Qualche ragazzo passava di tanto in tanto , e non poteva che fare lo sbruffone commentando cose del tipo 'come mai tutta sola bellezza?' oppure 'annoiata la ragazza eh!' . Ruotai gli occhi e mi in camminai verso il giardinetto esterno, mi sedetti su di una delle panchine di pietra e rimasi lì, incantata da tutto.
-allora è questo il suo "andare in bagno"?- chiese il professore mentre si sedette silenziosamente accanto a me, facendomi spaventare.
-vedo che le intenzioni di spiarmi non le mancano , professore.- commentai.
Ero da sempre stata una ragazza che si 'azzardava' a rispondere. Non mi sarebbe importato quanto quella persona fosse più grande o più piccola di me. Io gli avrei risposto a mio modo attraverso i miei ,anche se non garbati, pensieri.
Il professore scosse la testa .
-spero che migliori il suo atteggiamento nei miei confronti. Non sono sicuro che mi piaccia- disse serio il professore, anche lui incantato dal cespuglio di rose bianche che ornava l'aiuola .
-io non le voglio piacere- risposi, sentendo successivamente una strana sensazione.
-bene signorina Clifford. Le ricordo le nostre ripetizioni.- disse duro, mentre i suoi occhi si scurivano come il mio orgoglio.
- A che ora e dove?- chiesi tremante. Ma non lo feci notare.
-a casa mia, le scriverò ora e indirizzo. Basta che lei mi dia il suo numero.- rispose girando il viso verso di me.
Occhi contro occhi , riuscii a sentire ancora più tensione.
Ero come se stessi camminando su un filo , che presto si sarebbe spezzato.
Gli diedi il mio numero, scandendo ogni cifra che lo componeva ,mentre i miei occhi vagavano sulle sue dita, che premevano forti sulla tastiera.
-grazie signorina Clifford. Sarà un piacere farle ripetizioni.- sorrise, prima di andarsene.

Passate altre tre ore , arrivò quella di pranzo, durante la quale avremmo dovuto pranzare in mensa.
Preso il pasto, mi sedetti ad un tavolo, da sola.Non che odiassi la compagnia ma, a volte era di aiuto per pensare.
-Scusa ,posso sedermi qui?- una ragazza , sulla quindicina da anni si avvicinò al tavolo. Aveva i capelli rossi, cosa che di lei apprezzavo tantissimo. Pensavo che il 'tingersi i capelli' significasse 'voglio essere diverso dagli altri' . Per me era questo.
Odiavo il mondo odierno, ovvero il mondo in cui ormai ognuno dipende solo dall'altro.
-certo- sorrisi.
-come ti chiami?- chiesi alla ragazza, mentre masticavo la mia insalata.
Non ero la tipa da dieta, ero solo convinta che mangiare sano avrebbe allungato la vita. E di sicuro io ero una che voleva vivere tanto.
-Sam- rispose la ragazza, ingurgitando la sua pizza.
Sorrisi, notando la salsa di pomodoro che praticamente le colorava la faccia.
-che classe frequenti?-le chiesi.
-la 3 H- rispose sorpresa dalla mia domanda , e forse anche dalla mia stranezza.
-wow ! Quindi conosci il Professor Hood !- esclamai notando il biondo venire verso il tavolo.
-si beh...posso dire che è un tipo molto simpatico e socievole !- commentò.
Ah certo...simpatico e socievole...ahahahah.
-e anche rompiscatole - commentò il biondino sedendosi , ovviamente senza permesso, accanto a me.
-ehi bellezza! - esclamò cercando di baciarmi la guancia. Mi spostati evitandolo .
-ehi tu! A proposito...come ti chiami ?!- chiesi prendendolo in giro. anche se effettivamente non sapevo il suo nome.
-Luke Hemmings - rispose agguantando io suo piercing tra le labbra.
-tu sai il motivo dello sguardo del Professor Hood piantato su di te?- chiese Sam .
Mi girai di scatto controllando il tavolo in cui erano seduti i professori, ma non notai nessuno sguardo. Specialmente del professor Hood poi.Non avevo idea del bisogno per il quale il Professor Hood avrebbe dovuto guardarmi.
-non credo - risposi facendo spallucce, per poi continuare a mangiare i miei spaghetti.
-stai attenta - mi sussurra all'improvviso Luke.
All'inizio pensavo che stesse parlando di lui, cosa che avrebbe dovuto spaventarmi.
Poi il suo sguardo puntato sul professore mi fece davvero capire .
-attenta a cosa??- chiesi innervosita.
-è solo un professore ! Cosa vuoi che mi faccia! E fossi in te smetterei di giudicare le persone !- sbottai e me ne andai.
Non capivo il motivo del suo comportamento. Cosa deve avere di così anomalo quel professore poi? Sembra uno apposto.
Penso che quel Luke sia soltanto uno svitato. Anzi ne sono certa.
Beh, il professor Hood sembrerebbe un ragazzo, data la sua giovane età, come tutti gli altri.
Raggiungo il giardinetto della scuola, e prima che mi sieda sulla fredda panchina, sento qualcuno urlare il mio nome.
-Signorina Clifford !- mi girai ed incontrai gli occhi neri del professore, quasi come se mi stessero scrutando da tanto tempo.
-ho il suo quaderno di storia. Deve averlo distrattamente lasciato in aula.- sorrise .
Dovevo dire che aveva un bel sorriso. Grande, radioso e che terminava in due piccole fossette. I suoi capelli corvini erano quasi riccioluti e, a differenza di prima, più spettinati.
Deve aver corso tanto per arrivare in fretta fino a qui. Pensai.
-Grazie mille professor Hood -sorrisi, prendendo il quaderno dalle sue mani.
Fui chiamata da mio fratello, che era appena arrivato con la sua macchina per venirmi a prendere.
-arrivederci signorina Clifford .- disse il professore prima di congedarsi.
Ebbi persino l'impressione che mi avesse fatto l'occhiolino.
- buongiorno fratellone !- dissi entrando in macchina.
-da dove deriva la sua così tanta euforia 'signorina Clifford' ?- disse lui imitando la voce del professore.
-credo che sia un po' strano - commentai.
-non credo. È molto giovane, e poi è un professore . Come vuoi che si comporti con una ragazza che ha a malapena 15 anni!- esclamò il ragazzo.
I suoi capelli rossi svolazzavano nell'aria mentre Jesus Of Suburbia suonava alla radio.
-ma se ne ho 16 di anni! - risi, tirandogli un pugno scherzoso alla spalla.
Arrivati a casa, mio padre mi chiese una delle solite domande che un classico genitore pone ad un figlio che è appena ritornato dal primo giorno di scuola.
Anche se per gli altri non era il primo .
Diciamo che io ero entrata in ritardo a scuola,visto che ho dovuto traslocare.
-bene- risposi, mentre salivo le scale per raggiungere la mia camera da letto.
Avevo ancora le valige poggiate lì sul pavimento. Decisi di svuotarle e porre i miei vestiti e accessori vari negli appositi scaffali e armadi.
Mi riposai. Di solito per gli altri ragazzi il primo giorno di scuola è eccitante.
Io invece ero quel tipo di persona che trovava eccitante solo il suo cantante preferito.
'o il suo professore di matematica' .
Mi riposai, ed al termine della giornata mi concentrai su ciò che avrei dovuto fare quando avrei incontrato il prof. Ovvero cercare di stare più calma possibile.
Cosa facile da dire, impossibile da ottenere.
Il Professor Hood mi sta facendo andare di matta.

I love you, profDove le storie prendono vita. Scoprilo ora