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Cammino velocemente: sono in ritardo come sempre. Controllo il telefono per vedere l'orario,quando sento la mia faccia sbattere contro qualcosa di duro e ossuto e il mio telefono scivolare dalle mani e cadere a terra.
Alzo lo sguardo e mi trovo un ragazzo davanti. È bellissimo: alto e muscoloso, due occhi celesti chiarissimi quasi trasparenti, capelli neri alla rinfusa dando l'aria di essere morbidi e un piccolo spruzzo di lentiggini sparse qua e là. Continuo a fissarlo fino a quando non è lui a dire la prima parola. –Non ti hanno insegnato a guardare dove metti i piedi?–
Non l'avesse mai detto.
–Stavo controllando il telefono, razza di stupido, e tu potevi benissimo scansarmi.– rispondo con la mia solita aria incazzata nera con il mondo e un accenno di disgusto verso di lui.
– Non usare scuse, tanto lo so che mi sei venuta addosso apposta.– dice con un sorrisino che rende malvagia la sua bellissima faccia.
–Senti, mi stai solo facendo perdere tempo quindi levati davanti e fammi passare!– per miracolo mi stavo trattenendo dal tirargli un pugno.
–Abbiamo un bel caratterino a quanto vedo–
–Questo bel caratterino tra tre secondi ti tira un calcio se non la smetti.– Detto questo mi scanso e procedo per la mia strada.
Entro nel cancello della scuola come se mi stessero trascinando e subito sento un peso sulle mie spalle e delle grida nelle mie orecchie. –Buongiorno Luna!– grida Sofia, la mia migliore amica. –Buongiorno il cazzo.– rispondo io nei miei soliti modi.
–Sempre molto gentile a quanto vedo– ride.
Sofia mi conosce come se fossi sua sorella. Sa come è il mio carattere e non se la prende mai quando la tratto male e le voglio bene soprattutto per questo.
Subito dopo arrivano Giulio e Giulia. Fidanzati praticamente da sempre, sono la coppia più bella della città. Non hanno i soliti problemi stupidi delle doppiette da una settimana, loro si amano davvero, si capisce da come si guardano. Li abbiamo sempre presi in giro per i loro nomi insieme ma secondo loro è destino.
Giulio è l'intelligente del gruppo,sempre pronto ad aiutarti nel momento del bisogno e capisce tutto anche senza dire niente.
Giulia è una ragazza dolcissima,forse anche troppo per i miei gusti, ma andiamo sempre d'accordo per fortuna.
Sono tra i miei pensieri quando sento due braccia che mi stringono e un bacio schioccarmi sulla guancia. È Luca , il mio migliore amico. Sa quanto odio queste cose sdolcinate, eppure lui continua a farle. –Buongiorno– mi dice. Io non gli rispondo, soltanto gli sorrido e continuo a pensare a quello che era successo solo qualche minuto prima.
Rimaniamo a parlare per un po' quando ad un certo punto vedo Luca che va verso un'ombra che non riesco a vedere bene, ma non ci faccio caso più di tanto.
Le prime ore passano e ci ritroviamo  fuori al cortile. Ci sono tutti tranne Luca. Ma eccolo che arriva accompagnato da una persona, un ragazzo: il ragazzo antipatico con cui mi sono scontrata prima.
La mia bocca di serra e i miei occhi si spalancano.
Si avvicinano a noi e Luca lo presenta –ragazzi, questo è Marco un mio amico che si è appena trasferito. Spero facciate amicizia presto.
Non riesco a controllarmi che inizio a gridare –COSA?!–
Si girano tutti a guardarmi, anche questo Marco che appena mi vede si acciglia. –Tu?!–
Iniziamo bene.
Luca ci guarda –Vi conoscete già?–
–Diciamo che non abbiamo iniziato col piede giusto– dice lui con il suo solito sorrisetto.
–Non abbiamo iniziato con il piede giusto?– ripeto io –No,non abbiamo iniziato proprio e mai inizieremo! Già non ti sopporto. –
Dopo questa mia esclamazione sento una voce affianco a me  – E quando mai sopporti qualcuno– Sofia. Tutti si mettono a ridere. Le lancio uno dei miei soliti sguardi assassini e le dico di stare zitta.
Io e Marco non spieghiamo come ci siamo "conosciuti", anche se non so il perchè, è rimasta una cosa tra noi.

I giorni passano e continuano sempre così, guardandoci e rispondendoci male.
È passato circa un mese e ci facciamo scherzi di pessimo gusto in continuazione,ci prendiamo a pugni come se io non fossi una ragazza e quasi  abbiamo stretto un patto di questa specie di  amicizia. Ma che amicizia Luna, vi odiate ricordalo. Penso e riconfermo questo pensiero.

Quella notte in cui ci siamo ascoltati. Where stories live. Discover now