Sento di nuovo quello schifo di sveglia. La lancio come al solito e apro gli occhi. Oggi è quel giorno,il mio compleanno.
Al posto di essere felice ed elettrizzata all'idea sono solo...normale, se non proprio triste.
Ho sempre odiato questo giorno. Nessuno si ricordava mai, a parte Sofia Luca Giulio e Giulia, di farmi gli auguri. Che poi auguri di cosa? Non l'ho mica chiesto io di nascere. Anzi, se fosse per me...
Però la smetto di pensarci, non voglio passare per "depressa" anche oggi.
Mi preparo per andare a scuola e scendo giù. Passo per la cucina e non ci trovo mia madre. Ormai ci ho fatto l'abitudine ma quest'anno speravo che qualcosa cambiasse. Ma niente. Non mi ha lasciato manco un bigliettino con gli auguri. Niente. Ma non fa niente, sto bene comunque.
Esco di casa, mi infilo le cuffiette nelle orecchie e vado a scuola.
Varco il cancello e cerco i miei amici con lo sguardo. Nessuno. Non c'è nessuno di quei ragazzi che mi hanno promesso un compleanno bellissimo. Forse lo stanno facendo apposta o forse no. So solo che ho paura di essere rifiutata ancora una volta.
Li aspetto ma ancora nessuno si presenta. La campanella suona e inizio ad entrare a scuola, ormai ho perso le speranze.
Entro in classe e vado verso il mio banco,ma trovo qualcosa di speciale.
Vedo dei post-it con sopra delle scritte. Le leggo:sono tutti degli auguri da parte dei miei più grandi amici e le loro firme.
Sull'ultimo c'è scritto "leggi ad alta voce" Quindi inizio:
–Ricorda che saremo sempre con te, anche se non ci vedi. –
Inizio a sorridere e poi mi spavento quando i cinque ragazzi sbucano all'improvviso da dietro e mi gridano: -Auguriii!
Sorpresa e un po' traumatizzata rimango bloccata ma poi inizio a ridere e li ringrazio tutti uno per uno,incluso Marco, per la sorpresa.
La campanella suona di nuovo: iniziano le lezioni e forse questa volta sarà davvero diverso.Le ore finiscono,finalmente, e adesso dovremmo tornare a casa e aspettare a stasera per andare nel bosco.
Non ce la faccio, è la prima volta che festeggio il compleanno e ho paura che tutto vada storto,che qualcuno, se non proprio io, rovini tutto e che sia una grande schifezza che mi faccia odiare ancora di più questo giorno.
Ma allo stesso tempo sono curiosa e aspetto solo che arrivino le nove.
–Allora?– mi richiama alla realtà Sofia –Non sei eccitata per oggi? Non sei felice?– mi dice con un sorriso a trentadue denti.
Vedendola così, automaticamente sorrido –Si lo sono, spero vada tutto bene.–
–Stai tranquilla andrà tutto alla perfezione!– mi calma Sofia.
–E poi il regalo che ti abbiamo fatto ti piacerà di sicuro!– inizia Giulia – Non vedo l'ora che lo apri ci abbiamo messo un po' e...–
–Giulia!– la interrompe Sofia prima che finisca il suo pensiero –Fai prima a dirle che le abbiamo preso, a questo punto!–
–Scusate, ma non pensavo mi faceste anche un regalo. Pensavo che lo fosse già questa festa.–
–Scherzi?!– esclamano in coro Sofia e Giulia.
–Ci abbiamo messo praticamente una vita a comprartelo e so che ci abbiamo preso in pieno!– dice Sofia
–Quindi non fare storie,ti daremo il regalo e ti piacerà da matti!– continua Giulia.
–Ok, mi arrendo.
Dico ridendo. – Ora però devo andare, ciao ci vediamo oggi.–
-Ciao – mi salutano in coro.
Entro in casa convinta di trovare mia madre, infatti è lí. Mi avvicino in silenzio e la saluto. Forse quest'anno si ricorda che faccio gli anni, 16 cazzo di anni.
–Ciao mamma.–
–Ciao tesoro, tutto bene oggi?–
Cosa? Tutto bene oggi? Stiamo scherzando?
–Si– rispondo come se me lo stessi domandando da sola.
–Fantastico.– Ma fantastico il cazzo! Non ci credo che nemmeno quest'anno si sia ricordata. Provo almeno a dirle che oggi non ci sono, e anche se non me lo permette, ci vado comunque.
–Ti ho parlato della notte nel bosco,te la ricordi no? Ci vado,quindi non ci sono per cena oggi ne dormo qui.
–Ok, per questa volta ti lascio andare– dice sorridendo. Mi avrà ascoltata? In qualunque caso non è fondamentale, l'importante è che vado alla mia festa.
–Ok...– dico incerta.
Vado in camera mia e preparo il sacco a pelo e prendo tutto ciò che serve per sopravvivere una notte nel bosco. Tra poco andrò a fare una doccia e poi dovrò solo aspettare il tanto atteso orario per andare.
Prendo una coperta in più e una felpa e lo metto nel secondo zaino.
Chiudo il tutto è guardo l'orario: sono ancora le sei.
Ok in tre ore posso fare un sacco di cose, il problema è che non ho proprio niente da fare, posso solo aspettare le nove, quando mi viene un lampo di genio.
Prendo il telefono e lo collego alla stampante, trovo la foto che ho scattato al nostro posto e la stampo. Appena esce sorrido. Prendo lo scotch e la attacco al muro bianco della mia stanza.
Mi allontano con un sorriso stampato in faccia e mi viene una fantastica idea.
Dopo che ho stampato tutte le foto e le ho attaccate al muro, guardo la mia stanza: adesso è più accogliente e tutti miei ricordi preferiti sono lì e sembrano quasi reali,come se potessi tornare indietro e riviverli.
Guardo l'orario e vedo che sono le otto e mezza. Spalanco gli occhi perchè, come al solito, sono in ritardo. Mi affretto a lavarmi i denti e vestirmi quando ricontrollo l'orario. Ho quindici minuti per arrivare al nostro luogo, forse per una volta riesco a farcela.
Saluto mia madre,che come al solito non mi risponde, ed esco.
Quando arrivo lì ci sono i miei cinque amici che mi aspettano,eppure non è poi così tardi.
–Ti sei degnata,finalmente– mi dice Luca con un sorriso.
-Sai come sono fatta, non riesco mai ad arrivare puntuale.
–Non è importante, finalmente possiamo andare!– esclama esaltata all'idea Sofia,sembra una bambina che non vede l'ora di andare al parco giochi e saltella qua e là.
Dopo aver camminato per circa cinque minuti Sofia, che ci stava guidando, si ferma e si gira per parlarci.
–Ok, siamo arrivati,reggetevi forte– dice con un mega sorriso.
Avanziamo e ci troviamo davanti ad una vista meravigliosa.
Tutta la città è illuminata dalle luci della notte: le stelle. Erano bellissime e tantissime. Ricoprivano il cielo ed era come sognare. Da lì si vedevano tutti i palazzi e i lampioni che illuminavano le strade di una città caotica.
Siamo tutti a bocca aperta e mi guardo attorno, vedo Marco che osserva il panorama con una pace dei pensieri che in lui non avevo mai visto prima. Gli brillavano gli occhi ed ero quasi felice di vederlo così.
–Allora, vogliamo organizzarci e iniziare a montare le tende?– mi risveglia Giulio dai miei pensieri.
–Si. Prima iniziamo,prima finiamo– lo asseconda Marco che sembrava dispiaciuto di distogliere lo sguardo da quella meravigliosa vista.
Mentre i ragazzi dispongono i sacchi a pelo e le tende, noi ragazze cerchiamo di accendere il fuoco. Raccogliamo un po' di legnetti e usiamo un accendino. Viene un piccolo fuocherello e lo guardiamo spegnersi lentamente.
Inizialmente rimaniamo deluse, ma poi ci guardiamo e scoppiamo a ridere. Chiediamo aiuto a Giulio, che di solito ha sempre una soluzione, ma si era incastrato nella tenda e Luca cercava di aiutarlo ma non ci riusciva perchè stava piangendo dal ridere.
Marco si distacca da loro e prende dei legni più grandi di quelli che avevamo preso noi, si avvicina e li butta a terra, prende l'accendino e accende un fuoco; un vero fuoco.
Non sentiamo più le risa di Luca, questo vuol dire che sono riusciti a montare la tenda. Infatti ci giriamo e Luca e Giulio con le braccia aperte, in segno di vittoria, rivolte verso le tende.
– E voilá! Non siamo bravissimi?
– Vi assumeremo come architetti – scherza Giulia.
Giulio le si avvicina e la bacia. Gli altri iniziano ad applaudire e fischiare, io invece faccio una smorfia di disapprovazione e alzo gli occhi al cielo.
– Non ero io la festeggiata? Dovrei essere io al centro dell'attenzione!– dico ridendo
– Si, allora – inizia Sofia – Le tende ci sono, i sacchi a pelo anche, il cibo c'è...fantastico, che la festa abbia inizio!
Sento che sarà indimenticabile.
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Quella notte in cui ci siamo ascoltati.
Teen FictionLuna, ragazza un po' chiusa e con molte delusioni alle spalle. Madre assente, un po' scorbutica di carattere e che non si lascia scappare niente. Un giorno come tanti si scontra contro Marco. Anche lui ragazzo un po' antipatico e che la prende in g...