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Oggi è un altro giorno. Si va a scuola e manca poco al mio compleanno.
Quando arrivo cammino a testa alta quasi non vedendo dove metto i piedi, infatti manca poco che il mio sedere non sbatte per terra che sento un braccio forte che mi afferra. Alzo lo sguardo e vedo Marco che mi rialza. Sembra serio quindi io inizio a meravigliarmi. Ma un sorrisine si fa strada sul suo viso e la mia meraviglia sparisce.
– Allora sei recidiva– dice lui ridendo. –E tu sei insopportabile come sempre.– rispondo. Ma per un momento mi ricordo che mi ha appena salvata da una mega figura di merda davanti a tutta la scuola, quindi decido di mettere l'orgoglio da parte e di ringraziarlo.
–Grazie comunque...mi hai appena salvata dal fare una grande figura.Anche se è strano da parte tua...– certo che è strano, starà progettando qualche scherzo odioso. Appena realizzo sbarro gli occhi. –Aspetta tu non faresti mai niente del genere– neanche finisco di parlare che lui mi interrompe
–Certo che no era solo per posizionarti meglio– dice con il suo stupido sorriso. E da lì si allontana di un passo e un secchio d'acqua mi cade in testa.
La mia bocca si spalanca. Lo vedo ridere come un malato. Cerco di dargli un pugno ma è più forte di me e non gli faccio niente.
– SAPPI CHE NON È FINITA QUI, MI VENDICHERÒ!– esclamo mentre vado in bagno per asciugarmi. Ma
Chi si crede di essere?
Sofia mi raggiunge in bagno e le racconto tutto quello che è successo. Inizia a ridere. Cosa?! Non può ridere.
Le tiro un pugno e sento un "ahia" provenire dalla sua bocca e la sua mano inizia a massaggiare la parte colpita.
– Ok,ora dobbiamo preparare lo scherzo più bello della storia. Qualcosa che lui non può nemmeno immaginare.–
–Luna cosa vuoi fare? Tu sei pericolosa, ti conosco–
–Ho chiamato te proprio per questo: tu sai dove arriva la mia pericolosità.– dico e mi esce un sorriso malefico.
Usciamo dal bagno,non con lo scherzo del secolo, ma è abbastanza buono da fargli imparare la lezione.
Quando tutti escono dall'aula io e Sofia mettiamo un telefono nascosto che riprende verso la porta. Mandiamo un messaggio anonimo a Marco con su scritto "vieni in classe voglio parlarti", sappiamo che verrà sicuramente.
Ci appostiamo la vicino e quando vediamo che entra in aula la chiudiamo a chiave. Sentiamo battere i pugni sulla porta
-APRITE– grida –APRITE,CAZZO.– tutta la scuola si accerchia la vicino e iniziano a ridere. – LUNA LO SO CHE SEI TU, SE NON APRI GIURO CHE TE LA FARÓ PAGARE CARA!–
A quel punto scoppio a ridere rumorosamente. –Non potrai mai farmi niente se rimarrai chiuso qui– affermo ridendo.
Sono passati circa due minuti quando ormai si è stancato. Quindi apro la porta e mi trovo un Marco tutto imbronciato davanti agli occhi. Scoppio a ridere. –Sembri un bambino–
–Oh ti giuro che questo bambino te la farà pagare!– e con questo se ne va. Ma io al posto di avere paura rido ancora di più.
Entro in classe per prendere il telefono con il video di Marco che grida per tutta la scuola il mio nome e io e tutti i ragazzi attorno a me ridiamo a crepa pelle per la seconda volta.
Esco da scuola con un sorriso stampato in faccia felice per la mia vendetta,ma ecco che si avvicinano Luca e Giulio che vorranno sicuramente farmi una bella ramanzina. E infatti...
-Cosa ti è saltato in mente?!– Esclama Luca.
–Ok,so benissimo che non vuoi che io faccia queste cose ma mi devi capire, mi dovevo vendicare dopo che mi ha messa in ridicolo davanti a tutta la scuola!– mi giustifico.
Luca ormai arrabbiato non sa come rispondere in tono calmo quindi Giulio prende la parola al posto suo.
–Avrai anche ragione, ma questa storia va avanti da un po' troppo tempo, non sarà arrivato il momento di finirla?
–Per me si, tanto l'ho avuta la mia vendetta.– dico sorridendo a trentadue denti.
– Si ma come sei cocciuta tu, lo è anche Marco. E anche lui è pericoloso e vorrà vendicarsi della tua vendetta. Sai cosa ti aspetta adesso?– dice in tono calmo e gentile. Questo mi fa ragionare e mi sono appena accorta del guaio in cui mi sono messa.
-...no – .
Salutati Luca e Giulio mi avvio per casa mia. È ormai l'una e mezza e sono quasi arrivata a casa quando sento dei passi dietro di me.
Mi giro per vedere chi c'è ma una mano mi tappa la bocca e mi porta in un vicolo buio.
Cerco di liberarmi ma è molto,troppo forte per me. Non posso nemmeno urlare. Sono completamente paralizzata con le spalle al muro e un tizio incappucciato che mi zittisce con la mano. L'unica cosa che riesco a fare è sbarrare gli occhi in preda al panico. Sento che la mano libera della persona davanti a me si avvicina al mio petto e si posa dove si trova il cuore. Dopo sento una risata fragorosa,quasi musicale. La conosco. Il mio viso si acciglia e subito tolgo con forza le sue mani dal mio corpo.
–CHE CAVOLO FAI MA SEI MATTO?!–
Si toglie il cappuccio e i miei presentimenti erano giusti. Marco.
–Te l'ho detto che mi sarei vendicato. E non potevo inventarmi qualcosa di meglio, è stato fantastico– dice tra una risata e l'altra.
–Stai scherzando,spero! Mi hai fatto quasi prendere un infarto e poi non ti è servito a niente,nessuno mi ha vista e nessuno ride di me!– dico quasi gridando.
–Io si.– continua a ridere –E poi non mi interessava che qualcuno ti vedesse, volevo solo guardarti mentre per poco non svenivi–
A questo punto non ce la faccio più, ma al posto di gridare o qualcos'altro, mi giro e me ne vado.
Mi guarda con stupore e misegue – Aspetta,dove stai andando?–
–A casa mia. Un luogo dove dovrei essere al sicuro, a meno che tu non irrompi pure nella mia stanza,allora ci sarebbe da preoccuparsi.
Dico imbronciata.
– Eddai Luna stai esagerando ora. Era solo uno scherzo.– Ormai siamo arrivati davanti casa mia e ci siamo bloccati.
–No! Non era solo uno scherzo, per poco non svenivo! E questo non è per niente divertente.– quindi entro, in casa e gli sbatto la porta in faccia
Guardo chi c'è in casa. Nessuno. Mia madre è a lavoro. Fantastico, posso stare finalmente un po' sola con me stessa, anche se di solito non è una buona idea.

Il giorno dopo entro a scuola senza aspettare che arrivino gli altri. Cammino normalmente per la mia classe e quando entro non trovo nessuno tranne che Marco.
Alzo gli occhi al cielo e vado il più lontano possibile da lui. Vedo che mi guarda e sta per dire qualcosa, ma suona la campanella e la classe si riempie.
Durante la lezione sento una pallina di carta che mi colpisce la testa. Mi guardo intorno per vedere chi è il deficiente che tra poco le prenderà di santa ragione e vedo Marco che mi indica la pallina caduta per terra.
La prendo e la apro. C'è qualcosa scritto sopra.
"Sei ancora arrabbiata?"
Stai scherzando? Stiamo alle elementari per caso?
Nonostante tutto gli rispondo.
"Si. Non rompere." E gliela rilancio.
Mi arriva una altra volta la stessa pallina di prima. Quasi stizzita la apro e la leggo.
"Mi dispiace ok? Non pensavo te la prendessi così tanto!"
"Certo che me la sono presa! Stavo morendo dalla paura e se questo ti diverte allora dovresti farti visitare da uno bravo!"
Lo rilancio e mi arriva di nuovo.
"Ok forse hai ragione e ti chiedo scusa. Ho parlato con Giulio e Luca e forse hanno ragione,dovremmo smetterla."
Si forse dovremmo. Forse riusciamo anche a trovare un equilibrio tra noi perchè,sinceramente, sono stanca di tutti questi scherzi.
"Lo so, hanno parlato anche con me e sono d'accordo pure io. Questa volta ti perdono ma lo faccio solo per non vedere Luca ridotto così per noi due."
"Fantastico"
Finito il discorso prendo il foglio,lo strappo e lo butto. Forse per il mio compleanno riusciamo ad essere meno odiosi del solito.

Quella notte in cui ci siamo ascoltati. Where stories live. Discover now