Capitolo 1 • La ragazza a cavallo

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                 SWEET SHADOWS
By: Eleonora.
29 ottobre 2016.
Quel giorno inizió allo stesso modo di tutti i 365 (e oltre) passati: semplicemente e banalmente.
Come tutti i giorni la sveglia suonava alle 8:00 e quel giorno non fu da meno.
Solitamente, poi,il mio gatto Oliver , con il suo elegante passo felpato, si dirigeva verso la mia stanza  per chiedermi cibo.
Talvolta, come se non fosse già abbastanza , chiedeva qualche leccornia per gatti e coccole a volontà.
Poco prima che la sveglia suonasse si poteva sentire il rumore delle sue unghie sfrisare sul parquet della mia camera da letto.
Erano le 7:48 e Oliver fece capolino dalla porta della mia stanza guardandomi con i sui occhioni verdi e vispi.
Lo invitai a salire sul letto e lui lo fece.
La  MIA era una solita e ordinaria routine: semplice ma molto varia.
Oliver si accoccolò sul mio grembo e rimase lì immobile per più di 20 minuti mentre io lo accarezzavo e gli facevo complimenti di ogni genere, che partivano da un semplice "quanto sei bello" per poi scendere più nei dettagli; Ma quando la fame si fa sentire le coccole non sono più così importanti!
Quasi come per pietà, dopo i suoi continui e noiosi miagolii,  scesi dal letto e mi incamminai verso la cucina senza mai fermarmi , aprii l'anta del ripostiglio e presi la pappa per Holly (soprannome da me stessa attribuito a quella palla di pelo).
" Il veterinario ha detto che devo ridurre le quantità dei pasti, mi dispiace Holly."
Gli dissi dopo aver "riempito" la sua ciotola.
Sapevo che lui avrebbe notato la differenza del pasto di questa mattina con quello di ieri che, al contrario, era abbondante e prelibato.
Servito il gatto non mi restava altro che dedicarmi alle mie faccende quotidiane. Quel giorno dovevo recarmi a Bergamo, un grande centro abitato, a 1 ora circa da Milano per fare visita ai miei genitori.
L'unico mezzo di trasporto a mia disposizione era il treno e questo mi dava molta gioia, adoro i viaggi in treno, da quelli più brevi a quelli più lunghi, mi piace ammirare dal finestrino il susseguirsi di paesaggi e guardare la gente salire e scendere dai vagoni dirette verso non so dove.
Tutte quelle persone sono solo semplici comparse nella grande storia che è la mia  vita, le vedrò solo una volta per poi non vederle mai più.
Però il mondo è piccolo e la vita imprevedibile: chissà se un giorno o l'altro proprio quella ragazza dai capelli blu, che si sta sedendo  di fronte a me, la rivedrò ancora e, magari , condividerò con lei alcune esperienze, brutte o belle che siano.
Per tutto il tragitto rimasi con le cuffie nelle orecchie e la macchina fotografica sulle mie gambe, sempre pronta nel caso ci fosse stato qualcosa di interessante da immortalare.
Arrivai alla stazione di Bergamo alle 10:00 : era un posto molto caotico, pieno di persone che urlavano, imprecavano, correvano e ti spingevano perché erano in ritardo.
Ad un certo punto, mentre camminavo ( o almeno ci provavo tra quella massa di gente) alla ricerca dell'uscita da quell'inferno,
senza  che nemmeno me ne accorgessi, una ragazza si schiantó letteralmente contro di me procurandomi un dolore lancinante al naso.
Riuscì miracolosamente a rimanere in piedi mentre la mia borsa e la macchina fotografica caddero sonoramente a terra.
Senza badare a come stava quella persona mi chinai a terra il più velocemente possibile pregando Dio che non si fosse rotta la lente.
Feci un sospiro di sollievo quando la vidi intatta senza nemmeno un graffio!
Intanto la mia assalitrice recuperó la mia borsa e me la porse scusandosi senza sosta : Era una ragazzina di non più di 16 anni dai capelli color paglia tutti spettinati e gli occhi di un colore mai visto prima, simile al grigio .

" Scusami, ero con la testa sulle nuvole e non ti ho vista, spero che non ti sia fatta nulla...comunque, piacere io sono Hanna."
Solamente ascoltando il modo in cui parlava si poteva capire la confusione che attanagliava quella ragazza, perché si, era il ritratto della persona più confusa del mondo.

" Tranquilla non è successo nulla! E piacere, io sono Eleonora!"
Le risposi prendendo la mia borsa dalle sue mani.

"Piacere mio, ora devo andare sono in ritardo. Comunque scusa ancora, per la 100^ volta!"
Mi fece un saluto con la sua mano e iniziò a correre tra la moltitudine di persone, intanto io continuai a seguirla con lo sguardo finché non scomparì inghiottita dalla folla.
Il mio cervello per 10 minuti abbondanti non diede nessun segno di vita e rimasi immobile a fissare il nulla.
Quando mi ripresi guardai l'orario dal mio telefono : erano già le 10:30,
sbuffai  e mi diressi verso l'uscita.
Fuori si respirava un'aria molto più pacifica anche se la piazza era gremita di persone.
Bergamo era esattamente come me la ricordavo:
Un posto pieno di colori, circondato da un'aria allegra e accogliente.

"Eleonora sono quì!!"

A non meno di cinque metri di distanza
Scorsi la figura esile di mia madre che faceva un movimento con il braccio, per essere notata.
Sul mio viso comparve un'espressione di grande felicità e lo stesso successe nella mia anima.
Dopo ben 6 mesi finalmente la riabbracciai, il suo profumo di iris era il più buono del mondo e le sue mani erano più morbide di quelle di un bambino.
Mi rivolse un gran sorriso e i suoi occhi color nocciola stavano diventando lucidi.
Subito dopo una lacrima si fece largo sul suo viso, gliela asciugai e l'abbracciai di nuovo.

" Bambina mia quanto mi sei mancata!!
Come stai?? Forza vieni, andiamo a casa!"
Mi disse con una voce tenera.
" Anche tu mi sei mancata, ma sto bene tranquilla.
Se non ti dispiace prima di andare a casa vorrei passare al laghetto..."

"Oh certo nessun problema, ti accompagno per un pezzo!"
Mia madre non era cambiata di una virgola, era una donna di buon cuore e che non sapeva arrabbiarsi, ma quando doveva imporre la sua autorità diventava una lastra di diamante inscalfibile.
                                  •••
Mi trovavo immersa nei boschi del parco dei colli, dei luoghi mangnifici pieni di serenità e di pace, dove si udivano solo gli uccellini cinguettare e il vento soffiare tra le fronde degli alberi.
Quel giorno il sole era assente, il cielo era grigio e l'aria umida, ma il paesaggio era mozzafiato.
Il sentiero era coperto da strati e strati di foglie secche e il vento ne faceva cadere altre dagli alberi. Ero sotto una pioggia di foglie!
Ad un tratto vidi una stradina che portava fuori dal sentiero così, incuriosita da dove portasse,la presi.
Era piena di fango e inutile dire che mi sporcai tutta ma alla fine arrivai in un grande campo di forma ovale circondato dagli abeti.
Un posto mozzafiato!
Lì, poco lontano da me, c'era un cavallo bianco, alto e possente simile a quello del mitico principe azzurro delle favole e su di esso una ragazza: Hanna.

Sweet shadows Where stories live. Discover now