Capitolo 2• Tale madre, tale figlia!

3 2 0
                                    

By: Eleonora.
29 ottobre 2016.
Aprì la porta di casa e un'onda di fumo grigio mi investì.
Portai il braccio destro sul viso per coprire gli occhi e istintivamente serrai la bocca e smisi di respirare.
La Nube di fumo lasció l'abitacolo e davanti a me apparve mia madre che tossiva cercando di scacciare via il fumo.

"Ho combinato uno dei miei soliti disastri!" Disse.

Stava ridendo di gusto, nonostante avesse appena bruciato completamente la pentola.

"Stavo provando a fare il budino e..." Scoppiai a ridere pure io.

"Sei riuscita a bruciare il budino!? Ora mi spieghi come hai fatto"

Mi incamminai verso il divano lasciandoci sopra la borsa e il telefono a cui erano attaccate le cuffie.
Immancabilmente quest'ultime s'incastrarono nella tasca della mia felpa e, non appena feci tre passi, si sentì un tonfo.
Chiusi gli occhi e alzai la testa al cielo imprecando nella mente e poi mi girai, chinandomi a terra e afferrando il telefono.Appena lo girai tra le mani due schegge di vetro si infilzarono nella mia mano.

"Non è possibile!!"
Urlai al cielo.
Misi il broncio come una bambina.

"Ben ti sta!! Sempre con quelle cuffie alle orecchie ! Devi capire che a lungo andare diventerai sorda, e non a 70/80 anni, bensì a 30 o quarant'anni!!"

Disse mia madre avvicinandosi a me e togliendomi le cuffie dalle mani e poi staccandole dal telefono.
"Cosa fai?"

Le chiesi preoccupata.

" le metto al loro posto"

Così dicendo aprì un'anta sotto al lavandino e cacció le cuffie nel cesto dell'immondizia!
Lei si girò verso di me con un'espressione fiera di se stessa e chiuse rumorosamente l'anta con il bacino.
Dal canto mio la guardai con la bocca aperta e gli occhi sbarrati.
Rinunciai subito al pensiero di iniziare un'inutile discussione con mia madre, sapevo già chi avrebbe vinto, perciò mi limitai a sedermi di getto sul divano, accavallando le gambe, incrociando le braccia e lasciando che la testa si poggiasse sulla cima dello schienale del divano nero di pelle.

"Lelè, come sai oggi, a cena, arriveranno anche gli zii e i cugini.
Beh, ogni cena ha bisogno di un dessert presentabile e...io non sono minimamente capace di cucinare un dolce di qualsiasi tipo! Detto questo, ti andrebbe di accompagnarmi in pasticceria e aiutarmi a scegliere una torta?"

Lelè...da quanto tempo non sentivo una persona pronunciare il mio soprannome, un po' bizzarro, lo so, ma almeno era diverso da tutti gli altri e ciò lo rendeva unico e solo mio.
Appena lo pronunció mi si scaldó il cuore, facendomi salire le lacrime agli occhi. Mi voltai verso mia madre e con un sorriso a 32 denti le dissi di si.
•••
La piccola pasticceria si trovava di fronte alla strada statale sempre trafficata. L'edificio, assai piccolo , giallo stonava con i colori spenti degli altri edifici adiacenti a quest'ultimo.
Nonostante ciò, a mio parere, quella era la pasticceria che faceva i pasticcini (e i vari altri dolciumi) più buoni che mai!! Nemmeno nella grande, anzi enorme, città di Milano, ero riuscita a trovarne una che potesse competere con questa.
Mia madre entró per prima e una signora sui trent'anni ci salutó con aria solare e felice.

"Salve, vorremmo vedere delle torte..."
Disse mia madre in modo confuso.
Questo perché non c'era l'ombra di una torta nei frigoriferi!

" Scusateci ma non ne abbiamo pronte ancora nessuna, ma se aspettate un' attimo potremmo proporvene una grande scelta!"

Mia madre mi rivolse lo sguardo e poi annuì alla donna che se ne andò in un'altra stanza lasciandoci da sole.

"Allora, cosa hai fatto al laghetto?"
Mi chiese.
"In realtà non ci sono andata...nel cammino ho visto una strada che non conoscevo e ho deciso di prenderla e di vedere dove portasse.."
"E dove ti ha condotto?"
Chiese con un pizzico di curiosità mia madre.

"In un grande campo e basta. Lì poi ho incontrato una persona con cui ho appena fatto conoscenza! La storia di come l'ho incontrata per la prima volta è, credimi, molto bizzarra!! Pensa che Mi ha fatto salire sul suo cavallo!!"

Il mio tono di voce era simile a quello di una bambina che aveva appena ricevuto in regalo tante caramelle e schifezze varie! Non sapevo dare una spiegazione del perché io fossi così eccitata, ma sentivo una grande felicità irradiarmi tutto il corpo, scorreva assieme al sangue nelle mie vene e mi arrivava fino al cervello!

"Wow! Io non ci sarei mai salita, mi fanno troppa paura quegli animali... comunque guarda là!"
Mi indicò sulla mensola un grande peluches a forma di cane.
"Che ne dici se lo prendiamo e lo regaliamo a Tim?"

Tim era il mio cuginetto, il più piccolo di tutta quanta la mia famiglia e amava i cani. Purtroppo non poteva averne uno perché lui stesso ne era allergico, perciò compensava questa mancanza con una serie infinita di pupazzi di cani.
L'ultima volta che andai a casa sua ne contai 23 tutti infila, uno in parte all'altro, sul letto.

"Mamma, sei un genio! Prendiamoglielo!"

Chiamammo la commessa che lo prese e ce lo diede. Mia madre non se ne liberava più, continuava ad accarezzarlo e a stringerlo a se !

"Guarda che divento gelosa mamma !"
Le dissi.
Lei mi guardò e mi fece una linguaccia.

"Perché non mi fai una bella foto con lui Lelè?"

Mi misi a ridere e infilai le mani nella borsa cercando la macchina fotografica.
Quando non la trovai mi venne in mente un flashback.
Ero con Hanna sul suo cavallo e stavo facendo una foto al paesaggio.
Dopodiché cercai la mia borsa per riporre al suo posto la macchina fotografica, ma l'avevo lasciata su una panchina a non meno di due metri da noi assieme alle cose di hanna, perciò L'affidai a lei, che la mise nella sua tracolla. Così avevo lasciato a lei la fotocamera.

"Ho dimenticato la macchina fotografica nella borsa di Hanna..."
Dissi.
"La solita sbadata! Hai il suo numero?"
"Si, c'è l'ho!"
"Bene, fatti dare il suo indirizzo, passiamo a riprenderla."
"Grazie" Le dissi.

Un grazie non bastava. Mia madre era la perfezione.
Poco dopo uscì la commessa e ci mise sul bancone ben 12 tipologie differenti di torte.
Optai per quella al caffè e mia madre non obbiettó, pagammo e quando uscimmo mia madre chiese se Hanna mi aveva dato il suo indirizzo.

"Si, via Petos 2"
Appoggió la torta sulla panchina fuori dal negozio e andò ad aprire la macchina, lanciando il cane di peluches al suo interno.

"Siamo fortunate, è proprio qui vicino, sali in macchina Lelè!"
Obbedì e ci avviammo verso la casa di Hanna, mentre la nostra torta se ne restò lì immobile su quella panchina!
Tale madre...tale figlia!

Sweet shadows Where stories live. Discover now