Capitolo 1~ The destiny

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Narratore Pov's.

Era una fresca mattina di inverno. Il sole era già sorto da un pezzo, nonostante fosse coperto da qualche nuvola, riusciva ad espandere la luce su tutta la città. Tutti i cittadini si preparavano ad affrontare ognuno la sua rispettiva giornata. Dai più grandi, ai più piccini ancora accoffolati sotto le coperte al calduccio nei sogni più profondi. Privilegio che non tutti riuscivano ad avere. Come appunto i sette ragazzi, che essendo più grandi dovevano alzarsi ed affrontare la giornata. Ed è proprio di loro che vi parlerò in questa storia. Di come il destino possa unire cuori diversi ma con un sogno in comune.

Qui a Seoul, il vento aveva ormai preso il sopravvento in tutto l'atmosfera.. gli alberi si muovevano, come a ritmo lo spostar delle sue foglie.. alcuni rami si spostavano anche di tanto in tanto colpendo anche qualche finestra vicina ad essi. Come quella del ragazzo qui presente che era ancora in un sonno profondo nonostante dovesse già essere in piedi.

JungKook Pov's.

Sentì pian, piano qualcosa colpire più e più volte la finestra della mia stanza. Questo rumorino al quanto irritante, stava disturbando il mio sonno ormai da minuti. Il silenzio che prima rilassava, ormai era stato interrotto bruscamente. Aprì piano gli occhi cercando di vedere solo con lo sguardo da dove proveniva quel ticchettio. Ancora disteso nel letto cercai di guardare meglio la stanza, anche se non riuscivo a vedere molto avendo gli occhi ancora appannati dal sonno. Un po' seccato del rumore che mi aveva svegliato e torturato per minuti, decisi di alzarmi e dirigermi alla finestra per guardare se era già mattina. Non appena davanti ad essa poté subito notare che, si, era già mattina. Subito dopo, notai un rametto che ogni tanto sbatteva su quest'ultima, provocando quello strano suono. <<Allora sei stato tu a svegliarmi!>> dissi. Subito dopo aprì la finestra facendo entrare una forte brezza di fresco che mi scompiglio un po' i capelli e mi fece socchiudere gli occhi. <<JungKook!>> Urla una voce dal piano di sotto. Faccio finta di non aver sentito e continuo a stare in mobile davanti alla finestra. Il silenzio domina di nuovo la stanza. *È tutto così tranquillo* penso. <<JUNGKOOK!>> Urlò la donna questa volta con più convinzione, facendomi sobbalzare un istante. Questa volta mi decido a risponde <<Che c'è?!>> Urlo a mia volta. <<Scendi che la colazione è pronta!>> mi ordina mia madre. Aish.. sbuffo. <<Arrivo.>> dico con tono seccato, per poi subito dopo uscire dalla porta e scendere velocemente le scale. Una volta al piano inferiore, entrò in cucina. <<Buongiorno signorino Jeon! Finalmente ti sei deciso a scendere?! Lo sai che ore sono?>> comincia a farmi la ramanzina <<Eomma! Buongiorno anche a te!>> dico solamente un po' sarcastico. Vedo sul tavolo qualche fetta di pan bianco già tagliato su un piatto, della marmellata di fragole, accanto ha del succo di frutta all'arancia, e dei pancake fumanti molto appetitosi. Fare colazione la mattina per me è necessario per affrontare bene la giornata, almeno questo è ciò che penso io. Prendo una fetta di pane e ci spalmo sopra con un coltello un po' di quella marmellata, la mangio in due bocconi e mi affretto a prendere anche un pancake che sembrava come se mi chiedesse di essere mangiato, in fine bevo un po' di succo. <<Io ho finito!>> dico alzandomi dalla sedia e dirigendomi verso le scale, che salgo velocemente andando poi in bagno. Una volta tolto il pigiama, che consiste solamente in un pantalone di tuta, entro subito in doccia, aprendo poi il getto d'acqua tiepida che mi fa venire qualche brivido al contatto con la schiena, prendo lo shampoo posizionato sulla mensola all'interno della doccia stessa, ne verso un po' nella cute sfregando poi con le mani, creando un ammasso di schiuma su tutti i miei capelli. Non appena finto di fare ciò li sciacquo portando i capelli all'indietro, sciacquo anche il resto del mio corpo schiumato poco prima. Finisco in fretta la doccia, esco da essa e mi limito ad attorcigliare un asciugamano attorno ai miei fianchi, in modo che copra interamente la mia intimità. Entro velocemente in stanza, chiudendo poi la porta alle mie spalle. Sto per togliere l'asciugamano, quando mi accorgo che la finestra è ancora aperta. Vado subito a chiuderla, non vorrei che qualcuno mi stalkerasse. Rido tra me e me. Tolto l'asciugamano, prendo dal mio armadio la divisa scolastica e la indosso senza perdere tempo. Quella divisa non mi andata tanto a genio, era un po' stretta e il colore giallo alternato con delle stelline blu stampateci sopra, le trovavo un po' infantili.

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