Capitolo 1

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Nero.
Tutto, completamente nero.
Sono in un sogno.
Che non è ancora iniziato.
Ma ecco che si crea lo scenario.
Un bosco, alberi di un verde carico, alti e dal tronco imponente.
E ancora tutto prevalentemente buio.
Poi un'insolita luce.
È Luca.
Un bel sogno, infondo.
Provo a comunicare con lui, lo chiamo.
Non mi risponde.
Si avvicina a me.

Ha la solita aria misteriosa e ironica allo stesso tempo.
I suoi occhi azzurri brillano su di me.
È terribilmente bello anche se non è reale.

Una parte di me, quella che sta dormendo, mi spinge a raggiungerlo.
L'altra rimane bloccata, immobile.
I miei muscoli non possono permettermi di fare ciò che voglio, ovvero accostarmi a lui e dargli il mio primo bacio.

Voci percorrono foresta, attraversano le fronde degli alberi.
Conosco queste voci.
Una è particolarmente acuta, è quella di Elisa.
Poi parole di Francesca, con il suo fare annoiato.
E infine, una frase che viene ripetuta in continuazione da qualcuno che non ho mai conosciuto.

Improvvisamente tutto viaggia più velocemente, io e Luca ci sfioriamo e le sue labbra baciano le mie in modo impacciato, ma mi piace.
Incredibilmente non sento più nulla se non una frasca leggera di vento, il vocio è placato.

Le nostre lingue si muovono più rapidamente di quanto dovrebbero, ma la cosa non mi mette a disagio.
Siamo una cosa sola, che si accende e si esaurisce nella frazione di secondo più bella di sempre.
Siamo ciò che ho sognato ogni volta che i miei occhi incrociavano i suoi, ma è tuttora un sogno, e mi risveglio frastornata in macchina.

Stropiccio gli occhi.
«Dormito mica poco, eh»
Calma, calma, facciamo il punto della situazione.
Sono in auto, sto andando in montagna con i miei nonni e mia cugina, sono frastornata.
«Ho fatto un sogno.» dico a mia cugina mentre mi tiro su a sedere.
«Ah si? E cosa avresti mai sognato?» mi chiede.
E lei che diamine ha fatto quattro ore di fila in macchina?
Direi che dormire è la soluzione migliore.

Tanto lei apparirà sempre come la migliore agli occhi della famiglia.
Io ho smesso di essere identica a lei tempo fa, e all'apparenza degli altri non sono cambiata neanche di una virgola.
Ma io sono fatta così, che vada bene o no, io mi piaccio.

Finalmente il nonno parcheggia e spegne il motore.
Io raduno le mie cose e scendo dalla macchina.
«Cate, potresti andare a recuperare il pallone che è finito nell'orto dei vicini? I tuoi cuginetti lo vorranno.» mi chiede mia nonna appena scende dall'auto anche lei.
«Va bene» obbedisco.
Mi avvicino per prendere il pallone quando vedo qualcosa dietro una roccia.
Mentre gli altri entrano a casa, mi avvicino per guardare meglio e noto che la pala appesa due secondi fa al muro, ora è per terra.
Strano.
Mi abbasso per raccoglierla e rimetterla al suo posto e mi scivola dalle mani la palla.
"Che cazzo" borbotto tra me e me.
Cerco di capire dove sia andata, scruto intorno a me, e vedo la porticina di un garage aperta, il pallone è proprio lì.

Raggiungo quella porta, e mi rendo conto che ho già fatto il giro intorno alla casa.
Entro nel piccolo boxe, la recupero e mi volto rapidamente per tornarmene indietro.

Qualcuno sbatte la porta violentemente, ora sono immersa dal buio.
Il pavimento sotto i miei piedi sembra scomparire, l'aria diventa pesante.
Soffoco un' "aiuto", ma pare che nessuno possa sentirmi.

Nella tenebra più totale tutto si trasforma, perde un senso, e poi crollo in basso, così basso da non esserci mai stata.
Sto andando nel futuro? Nel passato?
O forse no, il presente mi sta ancora perseguitando.
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Nuova storia!! Hope u like it pipolz!

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