Capitolo uno

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Odiavo la mattina, odiavo svegliarmi così presto, odiavo allontanarmi dal mio letto. Volevo stare sotto le mie bellissime coperte che mi tenevano caldo, ma no, non si poteva avere tutto da questo schifo di vita.

Mi alzai, con malavoglia, ma volevo essere puntuale: non avevo fatto nemmeno un'assenza in tutti questi quattro anni.

La scuola ormai era iniziata da un mese e mezzo, ma mi piaceva andarci. Non perchè mi piacesse studiare, ma era l'unico luogo in cui riuscivo ad eccellere. In quanto agli sport: ero negata.

Sì, ero una secchiona, prendevo voti alti, ero una precisina, una puntuale. Odiavo le persone che arrivavano in ritardo, mi irritavano e mi arrabbiavo spesso. Ero permalosa, insomma avevo tutti i difetti di questo mondo.

Okay, posso sembrare antipatica ma ognuno ha i suoi difetti e io ho questi.

Sentii la voce di mia mamma che intanto era entrata in camera mia. « Ally, tesoro, sei pronta? ». La guardai irritata: odio quando entra in camera mentre mi faccio i cavoli miei.

«Sì, mamma, devo solo vestirmi e lavarmi e arrivo » affermai mentre mi stavo truccando.

Lei mi guardò con un'aria scocciata e mi disse di muovermi, sospirai e feci in fretta. Scesi giù e vidi mio padre, strano che non fosse già andato via.

Lui era il preside della mia scuola, aveva ottenuto questo ruolo proprio l'anno scorso ed ero davvero felice per lui.

« Ciao tesoro »mi diede un bacio sulla fronte. « Andiamo a scuola, dai. Ti accompagno io » mi sorrise e prese le chiavi della macchina.

Mia mamma mi diede il sacchetto con la merenda, come di solito faceva, anche se ormai ero cresciuta. La ringraziai e andai con mio padre verso il garage.

Salii in macchina e presi il telefono per guardare i social.
Vidi mio padre guardarmi e iniziò a parlare. « So che è dall'inizio dell'anno che vi mancano dei professori, soprattutto quello di matematica e fisica. »

« Oh, che peccato, matematica mi manca tanto farla » ironizzai e lui si mise a ridere, poi ritornò serio.

« Non festeggiare perché oggi arriva un nuovo professore, inizierà a fare lezione. » disse. "È il mio migliore amico, quindi trattalo bene."

Lo guardai stupita. "Ma io stavo bene senza la matematica!" sbuffai scocciata e incrociai le braccia mettendo il broncio come una bambina. Matematica era una delle cose che odiavo di più.

« Alison, comportati bene con lui, ci tengo a far bella figura » disse severamente.

« Va bene » dissi acida e scesi dalla macchina. Sentii mio padre augurarmi una buona giornata ma non lo notai.

La mia migliore amica Elise si avvicinò e mi abbracciò. « Sai che abbiamo il nuovo professore di matematica? » mi disse e io annuii.

« È il migliore amico di mio padre » la guardai ridendo. « Quindi mi deve alzare i voti, per forza. » ci mettemmo a ridere ed entrammo in classe.

❁*•.❁*゚❁*•.❁*゚

Passarono quattro ore di lezione, ora avevamo matematica ed era il momento di conoscere il nuovo professore.

Stavo parlando con Elise, quando lui entrò. La mia amica si fermò e rimase paralizzata guardando un punto. La guardai strana e mi girai a vedere cosa stesse guardando. Oh cazzo, quanto era bello quel punto.

Sentii il gruppetto di oche dietro alle mie spalle, starnazzare. Non ci feci caso perché avevo una vista bellissima davanti: capelli lunghi e ricci, spalle enormi e braccia muscolose, per non parlare dei suoi occhi verdi e il suo sguardo sexy.

Ci fece segno di alzarci e iniziò a passeggiare per la classe, ci squadrò tutti, dalla testa ai piedi.

Già mi stava sul cazzo, ma chi si credeva di essere? Però era un figo, questo dovevo ammetterlo.

Lo guardai attentamente e lui passò davanti ad ognuno, per la prima volta lo sentimmo parlare.

Dio, la sua voce era roca, mi morsi leggermente un labbro e lo guardai tutto.

« Nome e cognome. » chiese ad ognuno mentre passava per i banchi e ci analizzava. Dopo un po' arrivò a me e lo guardai imbarazzata. « Alison Johnson »

Lui mi guardò tutta e mi fece un sorrisetto. « La figlia del preside, che grande quel uomo » lo guardai e annuii, lui mi guardò ancora poi continuò il suo giro e alla fine ci fece sedere.

Spiegò cosa dovevamo fare questo anno, come ci dovevamo comportare con lui e cosa gli dava fastidio degli alunni.

Iniziò a guardarsi intorno e indicò verso il nostro banco. « Tu, vieni alla lavagna a fare una disequazione » ordinò.

Io non sapevo nulla, non mi ricordavo niente ma sentì Elise pronunciare un "Io?".
Lui annuii e ripresi a respirare, non volevo fare la figura della cogliona.

Fece l'espressione e la mandò a posto, iniziò a spiegare e non capii nulla: parlava, parlava, parlava e io continuavo a guardarlo. Abbassavo anche il viso così non poteva guardarmi e chiamarmi per fare qualcosa.

Dopo un'ora, la campanella suonò.
Ringraziai il cielo: avevo paura di quel uomo, non potevo sopportarlo, non riuscivo a capirlo.

Forse è perché sei distratta dalla sua figaggine.

❁*•.❁*゚❁*•.❁*゚

Ritornai a casa dopo una lunga giornata d'inferno.
« Com'è andata? Com'è l'amico di tuo padre? » chiese curiosa.

« È un figo, mamma. Non puoi capire » le dissi ridendo e lei si mise a ridere. Con mia madre avevo un rapporto bellissimo, potevo dirle tutto e lei mi capiva.

Mi sedetti sullo sgabello della penisola e mi appoggiai bevendo dell'acqua.

« Oggi viene a cena, lo sai? » mi strozzai con l'acqua e tossii.

COSA? Sarebbe venuto la sera stessa e io puzzavo ed ero orribile.

« Devo farmi bella » la sentii ridere e andai su.
Ovviamente scherzavo. Era il mio professore, era troppo vecchio per me.

Sospirai guardando i miei vestiti: bisogna sempre essere eleganti quando ci sono ospiti.

Soprattutto per lui.

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⏰ Last updated: Jun 30, 2017 ⏰

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