Capitolo 6 - Foglie

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« Sei andata via come una foglia portata dal vento

ed io mi perdo nel tempo, in cui mi sento lontano da te. »

L'ultima campanella della giornata è appena suonata. Esco da

scuola insieme a Paolo. Dopo aver percorso una piccola parte di

strada insieme ci lasciamo nello stesso punto dove ci siamo

incontrati stamattina. Continuo a camminare da solo, devo

raggiungere la fermata del pullman per tornare a casa. Dista un

bel po' da qui, ma ho tutto il tempo che voglio. Il mio pullman è il

primo ad arrivare la mattina e l'ultimo a partire dopo pranzo. Non

riesco a spiegarmi il perché.

Continuo a chattare con Vero, ma stavolta è diverso, è tutto

diverso.

Non siamo più gli stessi di sempre, quelli inseparabili. Quelli che

senza l'altro si sentivano niente. Adesso siamo distanti e lo

sappiamo entrambi.

Tutto questo è davvero strano. Un po' come noi, la normalità non

è il nostro forte. Noi non siamo mai stati normali. Noi siamo,

anzi eravamo diversi. Non avrei mai immaginato che dopo cinque

anni e soprattutto dopo i nostri continui battibecchi, le nostre

continue litigate stessimo ancora insieme. Probabilmente, fino a

poco tempo fa era proprio questa la nostra forza : l'essere diversi.

E adesso è diventata la nostra debolezza.

Non ho mai trovato in natura o nel mondo qualcosa di simile a

noi o al nostro rapporto. Eravamo un'eccezione, la verità è che

non c'era nulla di simile a noi. Eravamo un continuo su e giù, alti

e bassi. Sempre, in ogni momento. In un secondo ci saremmo

uccisi ed il secondo dopo guai a chi avrebbe toccato l'altro.

Sembravamo odiarci e poi ? Se dovessimo dividerci

definitivamente tutt'oggi, io non ci riuscirei.

A volte mi fa incavolare, anzi sempre, la manderei a quel paese,

ma allo stesso tempo so che è l'unica persona capace di farmi

stare davvero bene. E soprattutto lo fa essendo semplicemente se

stessa.

Il mondo, la società, obbligano le persone ad indossare maschere.

Le persone hanno paura di essere loro stesse, di mostrarsi agli

altri per ciò che sono, hanno paura di essere giudicate.

Tra queste persone ci sono anch'io.

Ma con lei era diverso, tutto diverso. Con lei non avevo paura

d'essere me stesso. Con lei ero ciò che sono e non sentivo il

bisogno di sentirmi diverso, di essere migliore. I miei difetti, che

con gli altri cercavo continuamente di nascondere, con lei

piombavano fuori: senza paura.

E forse erano proprio quelli, i nostri difetti, a renderci così uniti.

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