Capitolo 12: Pesci

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Rebecca si stava sistemando i suoi lunghi capelli biondi.
Era un tic, non poteva farne a meno.
Li ravvivava e li pettinava con le mani.
La ragazza dalla pelle lattea si avvicinò alla nuova anima.
"Oh.. pensavo di essere sola" rise la bionda "Tu sei Acceber giusto?"
"Sì.."
"Che mi succederà ora? Andrò all'Inferno?"
"No"
"Lo dico perchè non credo che in paradiso faccia così freddo.."
Forse Rebecca non se ne stava accorgendo ma lo spazio in cui le due erano rinchiuse si stava gradualmente riempiendo di acqua.
La bionda fissava coi suoi grandi occhi azzurri il suo Riflesso.
"Acceber non mi sento più le gambe..."
Il tono della sua voce iniziava a incresparsi.
L'acqua le arrivava ormai al collo.
"Acceber... Acceber-"
l'acqua la inghiottì.
La ragazza si tappò la bocca e il naso per non respirare, guardò la mora in cerca di aiuto ma lei non era più lì.
Urlò, ma l'acqua distorse le sue grida.
Cercò di muovere le gambe per nuotare ma nulla non riusciva a sbattere prima un piede poi l'altro.
Si guardò finalmente gli arti inferiori incapace di capire il motivo di tanta fatica.
Sgranò gli occhi.
Squame.
Decine, centinaia, migliaia di piccole squame avevano legato tra loro le sue gambe formando un unica grande coda.
Si coprì gli occhi temendo il peggio e notò le sue mani: una membrana trasparente aveva riempito gli spazi tra le sue dita.
Il terrore lasciò spazio alla meraviglia: iniziava a capire.
Sentì un gonfiore al collo, lo toccò con le mani riconoscendo al tatto quelle che sembravano ed erano branchie.
Sorrise e iniziò a nuotare come il suo nuovo corpo le concedeva di fare.
Rincorse la luce che vedeva brillare fuori dall'acqua e riemerse.
La luce l'accecò per un istante.
Nuotò fino ad uno scoglio poco distante e ci si arrampicò sedendosi infine sulla sommità.

Rebecca si sistemò i suoi lunghi capelli biondi.
Era un tic, non poteva farne a meno.
Li ravvivava e li pettinava con le mani.

La mora sorrise a quella vista, e si fece inghiottire nell'oblio.
Doveva parlare.
Dovevano parlare. 

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