Prologo

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24 Dicembre 2000
Era la notte della Vigilia di Natale quando in una piccola villetta in campagna qualcuno suonò il campanello.
Nella umile dimora abitava una semplice famiglia: composta dai signori Italiano e dalle loro deliziose bambine: la piccola Madison e la dolce Sophia. 

Quella sera era una  come un'altra: il signore Italiano era sotto la doccia per prepararsi, mentre sua moglie  che aveva avuto prima il tempo per agghindarsi per bene  stava finendo di impacchettare i regali per le figlie e i nipoti.
Quando udì quel rumore, la signora corrucciò le sopracciglia, come era solita fare quando qualcosa le sembrava strano, e si mise a chiamare invano il marito per poi ricordarsi che era impegnato: si rassegnò. La sua preoccupazione era nata dal fatto che nessuno faceva loro visita, se non i colleghi del signore o sua sorella maggiore, Giorgia Gasperini, ma nessuna  delle ipotesi era possibile visto che la cognata   li aspettava sul tardi nel suo piccolo ristorante in città per i festeggiamenti e tutti i loro conoscenti erano già  in vacanza da giorni.

Nonostante tutto si fece coraggio, scese la ripida scala che portava al soggiorno e si affrettò ad aprire la porta.
La prima sensazione che provò fu un immenso gelo, infatti incrociò le braccia e tremò per qualche istante, poi si guardò attorno.

Non vide nessuno e la cosa la fece indignare, ma poi abbassò lo sguardo e notò tre fanciulli che giacevano tranquillamente in una grande cesta in vimini. Erano piccoli  gemelli, ed erano proprio lì, davanti ai suoi occhi, in mezzo a tutta quella neve con una sola leggera copertina addosso. Avevano i medesimi lineamenti che si riuscivano ad osservare anche al buio, che durante quella breve giornata era calato anche troppo presto. Si guardò ancora attorno, ma niente. Afferrò veloce il pesante carico e lo portò a casa.

Lo appoggiò con attenzione sul divanetto  del soggiorno e lo fissò per qualche istante senza dire nulla. Erano due femmine e un maschio. Lo si capiva solo dai fiocchetti che le femmine portavano intrecciati tra i loro capelli corti e scuri .
Cosa avrebbe fatto? Li avrebbe tenuti? Probabilmente non lo sapeva neanche lei, ma non poteva certo abbandonarli di nuovo.
Un piccolo sorriso apparve sul suo pallido viso e fu allora che capì di essere già innamorata di quelle creaturine.
Ad un certo punto si accorse che la coperta che li copriva era umida e fredda così decise di portare i tre nella sua camera da letto.
Li sdraiò nelle culle di Madison e Sophia, che intanto stavano giocando nella stanza accanto, fece il tutto con molta cautela per cercare di non svegliarli.
Non appena li sdraiò, il marito entrò nella stanza. Lei gli spiegò tutto, per filo e per segno. E lui non fece una piega. Poi uscì dalla stanza per lasciarlo cambiare e si recò in salone.
Prese il cesto per posarlo e noto che al suo interno era contenuta una lettera.

La raccolse, c'era scritto:

'Speriamo che riusciate a prendervi  cura dei nostri giovani figli: Amanda, la bambina col fiocco rosa, Erika, quella col fiocco viola e Paolo (Paul), il maschio.. ricordate di non parlare mai...' , ma non fece in tempo a finire che suo marito irruppe nella stanza.
Aveva un'aria affannata e sembrava molto stanco. Così lei gli domandò il motivo di tanta fiacchezza. Lui rispose vagamente facendo così preoccupare la moglie.

Improvvisamente si sentì dalla stanza da letto un lamento.

La signora lasciò la lettera dentro al cesto e corse a prendere il bebè che piangeva  per impedirgli di svegliare anche le sorelle.

Dopo averlo calmato tornò in sala, ma non trovò più la lettera.

Provò  a chiedere al marito se fosse stato lui a prenderla, ma lui le accertò di non saperne nulla e di non essersi accorto dell'esistenza di una lettera.

Lucia pensò di essersela immaginata, ma comunque chiamo i bambini come nella lettera Amanda, Erika e Paul.

Moonbeams (Dylan O'brien)Where stories live. Discover now