chapter 1|Chat Noir

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«Tirate su la rete!» ordinò il capitano Adrien mentre si sporgeva da quella specie di ringhiera di legno.

Il capitano era pittusto carino. I capelli biondi si muovevano ad ogni movimento e gli agili occhi verdi non facevano altro che guardare a destra e a manca. Corporatura piuttosto lavorata e vestiti logori e neri, come si addice ad un pirata degli oceani.

Gli altri pirati esaudirono il suo desiderio, tirando su quella rete che pesava leggermente di più degli altri giorni. E appena fu sollevata, la sorpresa fu grande.

Una bella sirena dalla coda rosa e dal petto, per la maggior parte scoperto, tutto squamoso cercava di liberarsi disperatamente.

«Una sirena!» gli urli stupiti della ciurma rieccheggiarono in quella landa isolata fatta solo di acqua.

«La mia sirena..» sussurrò il capitano instaurando un rapporto visivo con la sirena che se ne stava a braccia incrociate, strette al petto e la coda all'aria con le pinne che le sfioravano i capelli corvini come una notte stellata.

«Di' qualcosa, bella sirena..» ridacchiò il capitano Adrien mentre si sporgeva sempre di più per toccare una parte di pelle o una parte di coda.

Se le statistiche di Monsieur Carbon erano giuste, la Chat Noir era la prima nave pirata ad aver catturato una sirena. E che sirena.

Adrien non faceva altro che adorare quella parte di corpo che lasciava ben poco alla sua immaginazione. Era una bella sirena, non c'era che dire, e il capitano era molto preso da lei in quel momento.

«Mia madre mi ha detto che non si rivolge la parola agli sconosciuti» ghignò lei fissando il ragazzo.

«Peccato che l'hai appena fatto» Adrien fece un cenno ai suoi seguaci e Nino, il fratello che avrebbe sempre voluto avere, capendo che cosa voleva dire, senza farsi vedere, tagliò la rete facendo cadere la sirena sul legno che componeva il novanta percento della nave pirata.

Il restante era formato da metalli piuttosto rari che servivano come abbellimento. Tanto per far sembrare la Chat Noir più bella e più spaventosa, come le altre navi.

La fanciulla senza gambe si mise seduta ed iniziò ad indietreggiare andando a sbattere la schiena contro la ringhiera a colonne della nave. Era troppo stretto, il passaggio, e non ne poteva approfittare per scappare.

Adrien si sedette sulla sua coda alzandole le braccia con una mano sola. Marinette, inconsapevolmente, chiuse gli occhi stringendoli e mordendosi il labbro a sangue. Aveva tanta paura che quallo fosse il suo ultimo giorno.

Il ragazzo, intenerito e annoiato dalla situazione, si staccò e se la caricò in spalla. E Marinette non ci vide più dall'ira.

Nel frattempo, gli altri pirati, si erano seduti a scommettere il quando, il loro giovane capitano, sarebbe resistito dal non toccarle il seno. Kim, Ivan e Nathanaël non potevano credere che ce la stava facendo; Max, il dottore di bordo, sbuffava annoiato e Nino, il più maturo appoggiato ad una botte, non vedeva l'ora di parlare in privato con il suo finto fratello.

«Mettimi giù, capitano dei salmoni. Mettimi giù, ho detto» gridava lei, ma Adrien fece finta di non sentirla e se ne andò verso la sua stanza privata.

«Dopo» e le diede una forte pacca sul culo. Facendo così, Marinette, issò la coda e il povero capitano si beccò una pinnata sulla faccia.

Accanto alla porta, a destra, c'era una grande cartina , a sinistra, c'era un planisfero e uno scrittoio pieno di candele e altro.

Adrien la buttò sul letto mentre lui rimase in piedi. Cercava in tutti i modi di non cadere vittima del desiderio. Da quanto aveva smesso di fare sesso? Da poco, e quella ragazza-pesce lo stava facendo pentire di aver scelto quella strada.

«Come ti chiami?» si appoggiò alla sedia e rimase a fissarla.

Marinette, nel frattempo, si sentiva asciutta e priva di forze. Per dire quella semplice parola che era il suo nome, impiegò le energie che le rimanevano.

«M-mari-nette» e poi svenne.

«Max, allora? Come sta?» chiese Adrien girando la sedia verso il letto.

«Niente di preoccupante,ha solo bisogno di acqua. Capisci, è il suo elemento e ha bisogno di quello per sopravvivere.» rispose il ragazzo posando tutta la sua attrezzatura.

Adrien annuì spostando lo sguardo sulla ragazza con la coda. Si sentiva legato a quella ragazza-pesce e voleva davvero vederla sorridere.

E appena tutti gli uomini scesero sotto coperta, Adrien si mise all'opera. Iniziò a raccattare tutti i pezzi di legno che trovò per la nave e poi li unì con una sbarra di ferro che li teneva fermi e saldi.

La riempì con dell'acqua marina e poi, costatando che era perfetta per la sirena, tornò in cabina dove la prese in braccio per poi buttarla dentro.

Passarono ore, ma ancora nessun segno di vita se non una pelle più chiara rispetto a quella olivastra che pochi minuti fa la caratterizzava.

Così, esausto, tornò dentro per dormire ignaro che fuori, nella piccola "piscina" che aveva costruito, una strana luce stava illuminando tutto il corpo della ragazza dormiente.

Infatti, uno strano esserino, aveva sparso della polvere blu dentro quella vasca facendo in modo che la sua sirena preferita potesse continuare a vivere la sua vita sulla terra con estrema tranquillità, potendosi confondere serenamente con gli umani.

«Tranquilla, Marinette, ti proteggerò sempre.» aveva detto lasciando un bacio sulla fronte della ragazza per poi dissolversi in una strana nube dorata.

Ho cambiato idea.
Aggiorno quando mi pare.

The siren|miraculous [adrienette au]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora