VENERDÌ 25 OTTOBRE

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Cercando di ricordare
dove ho gettato il mio nome
e il mio corpo inerme e intirizzito
mi lascio avvolgere dolcemente
tra le spire di occhi vitrei
che assaporano fino in fondo il mio veleno.
Intricato in questo delirio fittizio
mi accoglie un vortice maestoso
di corpi ammassati e pagine accartocciate
in modo greve, e delicato
come una meretrice che sfiora
il suo tenero seno
mentre attende il suo avventore,
insieme allo strofinio costante delle sue soavi dita
attraverso la seta bianca e pura della coltre.
Un grido soffocato, all'improvviso,
frantuma il mio incanto in fragili sospiri
e mi prospetta verso luoghi remoti
dove gli albatri
nelle danze sinuose dei loro voli
spiegano le loro ali
che mi attanaglieranno
nel loro eterno stridio,
e nel clamore della notte
che fluisce
nell'alba silente.

LA RACCOLTA SENZA NOMEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora