La lettera

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Fallo, prima che tu te ne possa pentire!

Levi bussò più volte alla porta di legno che aveva davanti. Dopo aver atteso qualche minuto questa si aprì, e davanti a lui vide il volto pallido e stanco del signor Ral, il padre di Petra. Quando l'uomo vide il caporale abbozzò un sorriso e disse lentamente: - Caporale Levi, sono felice di vederla. A cosa devo questa visita?

Levi deglutì. La sua mente, razionale, gli diceva di andarsene. Il cuore, di restare e fare quello che aveva deciso.

- Volevo... - iniziò a dire guardando l'uomo negli occhi - Volevo chiederle un favore.

- Mi dica pure - acconsentì lui cordialmente.

- Ecco...

****

- Buonanotte ragazzi - augurò Levi ai suoi sottoposti dell'armata ricognitiva.
- Buonanotte - fu la loro risposta.

Una volta in camera, Levi si distese sul letto e prese da una vecchia borsa di cuoio l'oggetto che gli aveva gentilmente dato il padre di Petra.

- Mi raccomando, capitano. Tratti quella cosa con cura. È... un oggetto di grande importanza. Uno dei pochi ricordi che ho della mia Petra...

Sospirò e guardò la lettera sgualcita che teneva fra le mani. Sul retro, in bella calligrafia, c'era scritto "A papà, dalla tua Petra".

Si distese sul letto e, alla luce di una candela, iniziò a leggerla.

❝Caro papà,
perdonami se ultimamente non ti ho scritto regolarmente: sono stata molto impegnata. Con l'arrivo di Eren e gli addestramenti ho avuto poco tempo libero. In più, a breve ci sarà una nuova spedizione. So che ogni volta che te lo dico ti preoccupi e inorridisci, ma come sempre ti ripeto di restare sereno. Sono una brava soldatessa, una delle migliori per di più. Abbiamo Eren, che con le sue qualità garantirà il successo dell'operazione, ne sono sicura. E per di più c'è il caporale Levi. Ecco papà, è di questo che volevo parlarti in realtà. Mi sono sempre confidata con te, per qualsiasi cosa, sin da quando ero piccola. E non vedo perché questa cosa non debba valere pure ora. Insomma... arriviamo al dunque... Penso di essermi innamorata del caporale Levi. Lo amo. Ogni volta che sto con lui... non saprei spiegarlo, è una cosa nuova per me. Mi è già capitato di innamorarmi, ma mai così intensamente. Se c'è lui, tutto è più bello, tutto è perfetto. So che non dovrei provare tutto questo per lui, perché infondo sono solo una sua sottoposta. E mi è stato altamente sconsigliato innamorarmi di un mio compagno. Il perché è semplice. La nostra vita è appesa a un filo, e la persona che amo potrebbe morire da un giorno all'altro. Ma non lui. Lui è il soldato più forte dell'umanità giusto? Tutti hanno fiducia nelle sue capacità, sarà lui a salvare il nostro mondo, no? È questo che mi preoccupa. Quando sarà finita, non avrà più bisogno di me. Addio armata ricognitiva, addio Levi, addio chance. Se devo essere sincera, mi piace la mia quotidianità. Caffè, pulizie, allenamenti, tè per il caporale, cena tutti insieme, ronda notturna e poi a nanna. È stancante ma mi piace. Se penso che un giorno tutto questo finirà, mio malgrado mi si spezza il cuore. Per questo... vorrei confessargli quello che provo. Dopo la spedizione. Andrò da lui e gli dirò: "Caporale Levi, devo dirle una cosa." Mi starà a sentire, e butterò giù senza esitazione tutti i miei sentimenti. "Caporale, è da tempo che provo una grande ammirazione per lei. Però, da un po' di tempo, questa ammirazione si è trasformata in qualcosa di più grande. Caporale... mi sono innamorata di lei." Ecco. Scriverlo sembra facile, ma è dirlo che mi spaventa.❞


Levi si morse un labbro e strinse con forza la lettera. Se non fosse morta, ora... Deglutì, e continuò a leggere.

❝Forse ti starai chiedendo il perché dei miei sentimenti verso di lui. Ecco, non so neanche io la vera ragione. È un insieme di fattori di diverso tipo, ecco. Tutto descrivono Levi come un uomo rude, inavvicinabile, scontroso, addirittura apatico. Beh, in parte è vero, ma standogli vicino ho capito che c'è dell'altro in lui. È protettivo, anche se non lo dà a vedere. Si preoccupa per noi, per me. E poi, ho capito che ha un'enorme tristezza addosso. Una notte, dopo essere andata in bagno stavo tornando in camera mia. Sono passata davanti alla porta della sua camera e... ho sentito che stava piangendo. Erano singhiozzi soffocati i suoi, come se cercasse di trattenersi. Oh, papà, come avrei voluto entrare e consolarlo in quel momento! Ma non ero sicura che l'avrebbe apprezzato, quindi ho semplicemente fatto finta di niente e sono tornata in camera mia. Da quel giorno, ogni notte mi alzo e, davanti alla sua camera, ascolto in silenzio. Ci sono notti in cui piange, altre in cui non sento nulla. Mi sto pentendo di non essere andata a consolarlo, sai? Potrà anche essere un mio superiore, ma è una persona come tante altre. Però in quel momento l'unico mio pensiero era che avrei peggiorato le cose. L'uomo più forte dell'umanità consolato da una semplice soldatessa? Mi sembrava ridicolo. Ora no. Perché ho capito che sono proprio le persone che si mostrano agli altri con una corazza esterna le più fragili dentro. Dopo che mi sarò confessata voglio rimediare al mio errore. Ed essere per lui... un punto di riferimento? Suppongo sia così. Da quel giorno, ogni volta che lo vedo sento l'impulso di andare ad abbracciarlo. Per non lasciarlo mai più...
In ogni caso penso di essermi dilungata troppo. Prometto di venirti a trovare al termine della spedizione, e ti racconterò tutto di persona. Ti voglio bene, ricordatelo sempre. Mi manchi.
Petra.❞

- Cazzo... - mormorò Levi prendendosi la testa fra le mani. Ormai aveva gli occhi lucidi e le lacrime minacciavano di fuoriuscire. Ma, se avesse pianto, chi l'avrebbe consolato? Petra ormai non c'era più...

Si alzò e ripose con cura la lettera nella busta. L'indomani l'avrebbe riconsegnata al signor Ral.

Leggere quella lettera gli aveva fatto passare il sonno, così uscì a fare una passeggiata. Indossò il mantello e silenziosamente uscì dal vecchio castello che faceva da base all'armata ricognitiva.

All'aperto soffiava un leggero venticello, che smuoveva delicatamente le foglie degli alberi e i suoi capelli.

Le ali della libertà sul suo mantello avevano preso il volo.

Alzò gli occhi al cielo. Lo accolse un manto blu pieno di stelle. Una in particolare brillava più delle altre.

Petra?

Sorrise. Era lì, che lo vegliava. Gli sorrideva. Lo proteggeva. Lo consolava. Malgrado la morte, non l'aveva abbandonato.

Sentì la sua presenza vicino a lui, e finalmente si lasciò andare in un pianto liberatorio. C'era lei ad asciugargli le lacrime, amorevolmente.

❝Lo amo.❞

- Ti amo anch'io, Petra. - sussurrò.

Spazio autrice;;
Piangere per la propria os? Fatto.✔ *si soffia il naso* Beh, dopo aver letto tante os o fanfiction rivetra non potevo non scrivere qualcosa sulla mia otp. E dato che volevo qualcosa di diverso, ho deciso di scrivere quella che secondo me era la lettera che Petra scrisse a suo padre. Me la immaginavo commovente, dolce, sincera... e ho partorito questa cosa, okok.
Se ci sono errori, non esitate a segnalarmeli, perché anche se ho dato una revisionata non sono bravissima a scrivere - a 13 anni c'è ancora mooolto da imparare.
Eh, niente, mi sono dilungata troppo. Adieu.
- Ilaria

Letter from a dead girl - Rivetra (I)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora