"Cazzo..".
Mi svegliai di soprassalto. Avevo fatto un incubo, uno di quelli che non si dimenticano, uno che mi rimarrà sempre impresso nella mente, ogni qualvolta sarò sola, in balia di me stessa.
Ero a scuola. Una scuola grande, lugubre. Mi trovavo in un'aula molto spaziosa, solo quella illuminata da qualche fioco spiraglio di luce derivato dalla luna. Il resto dell'edificio era buio, buio pesto e mi trovavo da sola, in un luogo che non conoscevo affatto.
Ricordai che, curiosa, incominciai a girovagare in quell'angusto posto che metteva i brividi.
Curiosai nei corridoi tetri, costituiti da armadietti, alcuni aperti, altri con qualche ammaccatura. Sorrisi al pensiero di una me alle prese con qualche sfortunato armadietto di cui non avrei mai ricordato la combinazione.
Ancora presa nei miei pensieri, non mi accorsi di un'altra presenza oltre alla mia, che appena mi vide distratta appoggiò le sue luride mani sul mio corpo, toccandone ogni centimetro senza un briciolo di pudore.
"Ti ho trovata finalmente! Ora non mi scapperai così facilmente!".
Urlai. Lo feci di nuovo, ma non riuscii ad uscire nemmeno un suono dalla mia bocca. E lui se ne accorse perché mi fece un ghigno malizioso e mi trascinò con sé in stanze, dopo stanze, corridoi infiniti, scale, fino a raggiungere la sua destinazione. Provai a dimenarmi, ma lui fu troppo forte. Mi tenne saldamente, come se non volesse lasciarmi nemmeno per sogno. A quel punto mi sentii morire dentro, pensando che non ci sarebbe stato nessuno ad impedire a questo individuo di lasciarmi stare. Presa dalla voglia di capire chi fosse questo malintenzionato, girai il volto, ma non riuscii a ricordarlo benissimo. Solo i suoi occhi, neri, scurissimi, come la sua anima.
Mi diede uno schiaffo fortissimo. Non riuscii più a sentire la mia guancia. Provai dolore, paura, una grandissima fottuta paura.
Continuò a toccarmi finché non sentii più la sua presenza dietro di me.
Mi voltai e vidi un ragazzo. Un angelo. Forse, pensai, il mio angelo. Ebbi una voglia pazzesca di vederlo, di conoscere quel ragazzo bellissimo che mi aveva salvata.
Lo ammirai incessantemente, volendo catturare qualsiasi suo dettaglio. Forse furono proprio questi miei sguardi a costringerlo a spostare la sua attenzione, non più su quel lurido individuo ormai accasciato a terra, ma su di me e appena lo fece sentii il mio cuore galoppare veloce, il mio corpo avere un fremito e i miei occhi illuminarsi a quell'angelo sceso in terra. Si perché era proprio questo. Mi avvicinai a lui, fui scossa da una voglia improvvisa di ringraziarlo per avermi salvata, di baciarlo, di toccare la sua pelle così morbida, il suo viso così bello ed il suo corpo.. ahh, mi fece impazzire.
Lui mi osservò mentre cercai di avvicinarmi. Ebbi una specie di infarto quando vidi un sorriso perfetto, sul suo viso perfetto.
Quando appena ci ritrovammo ad un soffio l'uno dall'altra, lui mi prese dolcemente il viso tra le sue mani e mi diede un bacio che ricorderò per sempre.
"Non ti farà più niente di male. Nessuno ti toccherà più, non finché ci sarò io a proteggerti, Sofia".
Disse queste parole e appena aprii gli occhi, non lo trovai più. Se ne andò lasciandomi sola, con ancora il sapore delle sue labbra impresso sulle mie e la voglia di ritrovarlo e di baciarlo ancora che fremevano in me.

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