La principessa senza dimora

720 23 7
                                    

La giornata era grigia e spenta. Spessi strati di nuvole occupavano il cielo, con sprazzi di luce qua e la che trafiggevano le nuvole come migliaia di lame splendenti attraverso l'armatura di un cavaliere. A Sansa Stark quello spettacolo ricordò stranamente uno di quei racconti sui cavalieri che tanto le piacevano, ma non riusciva a ricordare quale fosse. Non ricordava più nemmeno com'era la sua vita prima di arrivare ad Approdo del Re. Adesso, il principe per cui tanto si struggeva si era rivelato un folle sanguinario, suo padre era morto e sua sorella Arya era dispersa. Se pensava che prima lei e sua sorella avevano litigato persino a causa di Joffrey, non riusciva a non darsi della stupida. Adesso però stava tornando a casa, seppure Sandor Clagane non fosse esattamente il cavaliere in cui aveva a lungo sperato. era da più di cinque giorni che camminavano giungendo quasi in prossimità di Tumbleton. L'antica città fortezza si stagliava all'orizzonte , massiccia e imponente. <<Potremmo fermarci lì>> disse lei al Mastino.
<<Dove? A Maidenpool?>> il mastino rise sommessamente. <<Ma certo! Così se non saranno i Lannister, saranno invece i Tyrell a trovarti per prima, bella pensata!>>.
<<Pensavo solo che potremmo dormire in un posto diverso da una grotta per una volta>>.
<<Cos'è? Senti già la mancanza dei cuscini?>>.

<<no, è solo che...>> Sansa non riusciva proprio a capirlo. Voleva solo passare la notte in un posto che fosse diverso da un bosco. La notte non riusciva a non sentirsi a disagio, lì all'aperto. La notte faceva freddo, l'aria era umida e dormire per terra le stava cominciando a procurare dei dolori alla schiena, per non parlare degli insetti. una mattina si era risvegliata con la faccia piena di formiche e presa dal panico afferrò la borraccia vuotandola sopra la testa. pensava che il mastino l'avrebbe sgridata, ma quando si voltò lui stava ridendo <<Un uccellino che si agita tanto per degli insetti>> disse ridendo. Forse però aveva ragione lui, forse era così abituata agli agi di un castello da non poterne fare a meno. "Se Arya mi sentisse, sicuramente mi riderebbe in faccia". Eppure quel pensiero la fece sorridere.

<<Non ci fermeremo a Maidenpool, però ci dovrebbe essere una locanda nelle vicinanze, ma arrivati lì ricorda di non parlare a nessuno e di starmi vicino, intesi?>> le disse guardandola fisso.

<<Chiaro>> "Perché adesso mi tratta con tanta premura?". durante il viaggio, il Mastino non si era rivelato un compagno poco loquace, ma non la trattava mai male, era sempre molto premuroso nei suoi confronti. Una notte lo sentì mentre le aggiustava la coperta sulle spalle. Sansa cominciava a pensare di essersi sbagliata su di lui, di averlo giudicato male, mo ogni volta che provava ad avere un dialogo riceveva solo risposte acide. Non riusciva proprio a capirlo, o magari tutte quelle attenzioni erano  dovute solo al valore di Sansa come ostaggio, ma lei non lo percepiva così. "E poi, quello che è successo alla torre..." non riusciva a togliersi quel pensiero dalla testa.cosa le avrebbe fatto se non fossero stati interrotti? Non riusciva ad immaginarlo. <<Perchè stai così imbambolata? A cosa stai pensando?>> disse girandosi verso di lei. <<Eh? Io?>>. Improvvisamente il viso di Sansa avvampò <<A niente>> balbettò "che abbia capito a cosa stessi pensando?". Si voltò dall'altra parte, evitando il suo sguardo. Sandor fece lo stesso <<Non è che volevi andare a Maidenpool per essere salvata dal Cavaliere dei Fiori?>> disse con tono pacato. <<Che intendi dire?>> "come mai questa domanda improvvisa?". <<Ammettilo>> replicò Sandor <<ti aspettavi che una volta lì il tuo cavaliere ti avrebbe presa con se e magari poi ti avrebbe portata con sé fino ad Altopiano>> il Mastino cominciò a ridere <<e chissà, magari ci avrebbero anche composto una ballata sopra:"La principessa salvata dall'orribile mastino". proprio una bella cazzo di storia..>>. probabilmente aveva menzionato il cavaliere dei fiori perché ricordava del torneo indetto da Re Robert per la nomina a primo cavaliere di suo padre, quando le lanciò quella rosa dal suo cavallo, ma Sansa non capì per quale motivo lo tirò in ballo proprio adesso. <<Ti sbagli, non pensavo questo!>> "ma che gli prende.."<<Non pensavo affatto a fuggire verso l'Altopiano, voglio solo tornare a casa, a ciò che rimane della mia famiglia>>. Adesso, Sandor sembrava a disagio <<Senti, dimentica quello che ho detto, non so nemmeno perché ho cominciato>>concluse lui. <<No, sono io che devo chiederti scusa>> disse Sansa con voce morbida <<hai fatto tanto per me, ma non ti ho mai ringraziato come si deve. Io...ti ringrazio>>. Il Mastino rimase immobile per un attimo <<Non montarti la testa>> aggiunse infine borbottando <<lo faccio solo per la ricompensa, nulla di più>>. una risposta del genere Sansa Stark se la aspettava, ma decise di non farci caso.

Così Sansa e Sandor Clagane cavalcarono fino al calare del sole,mentre quest'ultimo sprofondava lentamente tra gli alberi ora tinti di un rosso acceso, finché non videro la locanda. Questa era una costruzione alta e larga con muri di pietra al primo piano e di legno ai piani sovrastanti, con finestre tonde e larghe. A pochi metri dalla porto vi era un palo di legno cui era affissa una targa di legno scheggiata su cui era ritratto la testa di unghiate scolorita. "Locanda del Cinghiale Selvatico", uno strano nome per una locanda. Lì un garzone si offrì di portare il cavallo alla stalla. <<Meglio di no>> disse il Mastino <<Straniero ha la brutta abitudine di staccare le dita a chi lo tocca, ce lo porterò io stesso>>. Mentre si avvicinavano, sentirono provenire dalla locanda risate sguaiate e grida di giubilo. Quando poi entrarono, il locale era ricolmo di gente che beveva e cantava, qualcuno osannava i Tyrell, qualcun altro Re Joffrey. <<A quanto pare Stannis ha perso la battaglia>> sputò il Mastino <<quel coglioncello di Joffrey regnerà ancora, e sicuramente adesso starà decapitando della gente godendosi lo spettacolo seduto sulle cosce di sua madre>>. il pensiero che Joffrey fosse ancora vivo inquietò Sansa, ma cercò di non pensarci. Intanto dei servi correvano da un tavolo all'altro con vassoi pieni di cibo e boccali di birra traboccanti. Il Mastino intanto cercava di coprirsi il lato sinistro del volto con il cappuccio, mentre Sansa tentava di calarlo il più possibile temendo di essere riconosciuta. Locandiere Intanto continuava a versare birra senza sosta. <<Mi serve una camera per me e per mia figlia>>. disse Sandor al locandiere. Sansa si aspettava che avrebbero dovuto inventare una storia del genere. <<Non vedi?>> chiede il locandiere <<Il locale è pieno>>. Sansa si aspettava che adesso il mastino gli avrebbe inveito contro, o che avrebbe sguainato la spada, invece si limitò a gettare sul bancone un sacchetto di pelle chiuso da un nastro di cuoio. il locandiere ora guarda Sandor, prende il sacchetto e vuota il contenuto nell'altra mano. il la mano del locandiere si riempie di cervi d'argento. <<Ultimo piano>> fa il locandiere posando una chiave sul bancone mentre si infila le monete in tasca <<terza porta a destra>>. Adesso, Sansa e Sandor si dirigono insieme verso la loro stanza.

La principessa e il MastinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora