Capitolo I

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Londra, 16 novembre 2016.

«Mamma, siamo arrivati?» domanda, alquanto scocciata, la mia sorellina.
«Non ancora tesoro.»
«Manca ancora molto mamma?» insiste la piccola.
«Non tanto.»

Jessica sbuffa, ma non replica.
La capisco, in realtà. Siamo in macchina da cinque ore ed inizio ad avere davvero fame, ma non possiamo fermarci a mangiare perché rischieremmo di perdere l'aereo per l'Italia. Una notifica interrompe improvvisamente la canzone che sto ascoltando, così mi piego per controllare chi sia. È Ashton. "Tutto bene piccola?" Ashton è il fratello di Cat, l'unica amica che avessi in Inghilterra. Ho una cotta per lui da quasi due anni, che è più o meno quando mi sono trasferita nella metropoli. Allora mi sembrava la fine di tutto: non ero pronta a lasciare Milano e tutta la mia vita. È stato proprio grazie a Cat ed Ashton se ora la penso diversamente. Quando ho comunicato loro del mio ritorno in Italia, Ashton ha iniziato a comportarsi diversamente nei miei confronti e circa tre giorni fa mi ha confessato i suoi sentimenti.
È il mio unico rimpianto: non aver avuto una possibilità con lui.
Sorrido e rispondo al suo SMS. Mi mancherà sentirmi chiamare "piccola" dalla sua bellissima voce.

Non che mi dispiaccia completamente ritornare a casa. Si, Milano è sempre stata casa mia. È dove sono nata e cresciuta, è dove ci sono i miei amici e la mia famiglia.
Penso e spero che non sia cambiato molto da quando me ne sono andata.
Non vedo l'ora di riabbracciare la mia migliore amica, Teresa, e tutti gli altri...non mi sono resa conto appieno di quanto mi fossero mancati prima di adesso.
E poi il mio pensiero va inevitabilmente a lui: il moro.
I suoi incredibili occhi color nocciola che mi osservavano come un predatore osserva la sua preda, le sue mani che esaminavano abilmente ogni centimetro del mio corpo, la sua voce roca...
Mi mordo il labbro istintivamente.

Ma cosa diamine vai a pensare Chris? Era solo uno sconosciuto.

Si, uno sconosciuto che si è preso la mia verginità.

A dire il vero, non ho dato tutta me stessa ad un perfetto estraneo. Andavamo nella stessa scuola, ma non avevamo mai parlato. Era molto conteso dalle ragazze, ma era famoso per il fatto di utilizzarle come un semplice giocattolo.

Non so per quale motivo si sia ritrovato alla festa di addio che Teresa aveva organizzato per me la notte prima della mia partenza, non so per quale motivo ci siamo ritrovati ad andare a letto insieme, o perché abbia passato gli ultimi due anni a pensare a lui ogni sera prima di addormentarmi.
È successo, semplicemente. Per quanto io non voglia ammetterlo è bastata una notte perché lui mi sconvolgesse una vita intera. E so bene che non posso dimenticarlo, perché è stato la mia prima volta.

Probabilmente non lo rivedrò, o magari sì, ma in quel caso non so se sarei effettivamente pronta.
Mi aveva cercata lui un paio di volte dopo quella notte, a dimostrazione del fatto che non potevo essere del tutto insignificante.

Voglio credere che sia stata colpa della distanza se le cose sono andate diversamente tra di noi.
Guardo fuori dal finestrino e mi rendo conto solo ora che siamo arrivati in aereoporto.
Mi asciugo alcune lacrime che mi hanno rigato il volto, come sempre accade quando penso a lui, e cerco di tornare alla realtà.

Maledetto Lorenzo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 09, 2016 ⏰

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AGAIN. ||Lorenzo Ostuni||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora