Thyme

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Percy studiava biologia marina e condivideva la propria stanza al campus con Nico Di Angelo. Aveva sentito parlare di Annabeth Chase e forse l'aveva anche incrociata un paio di volte, al pub vicino all'università, ma non avrebbe saputo riconoscerla.
Aveva gli occhi verdi, un anellino argentato nel centro del labbro inferiore e delle grosse difficoltà a farsi crescere la barba.
"Vieni alla festa, questa sera?" domandò, infilando un paio di jeans appallottolati, nel proprio armadio.
Nico sospirò, sdraiato sul letto, da dietro il suo fumetto Marvel. "No" rispose, annoiato, prima di tirarsi a sedere e appoggiare il plico sul proprio comodino.
"Sto in camera. Devo andare avanti col mio progetto" sentenziò, alzandosi e accendendo la TV e il computer.
"Non capirò mai perché studi sempre di notte" fece Percy, chiudendo il proprio armadio. Nico scrollò le spalle "C'è silenzio, nessuno che rompe"
Proprio in quel momento, ci fu un'esplosione, o almeno, per quello avrebbero potuto indovinare i due, a giudicare dal rumore: cinque elettrodomestici che si accendevano contemporaneamente.
Nico batté tre volte il pugno sinistro contro il muro, con stizza "LEO!"
"Cosa c'è?" si sentì chiedere dall'altra parte mentre il frastuono smetteva. Percy si avvicinò al muro e ci appoggiò l'orecchio, proprio accanto al poster di Star Wars di Nico.
"Il coprifuoco è iniziato due ore fa e" alzò la testa per incrociare lo sguardo del suo compagno di stanza "e Nico vuole studiare" spiegò.
"Perché a quest'ora?" domandò Leo, dall'altra parte del muro.
"Perché tu devi usare l'aspirapolvere, il compressore e il martello pneumatico alle undici di notte?" domandò Nico, un po' stizzito.
"Era la betoniera, non il martello pneumatico" si difese Leo. Percy e Nico alzarono gli occhi al cielo.
Percy bussò piano contro il muro per riavere l'attenzione del vicino di stanza "Senti, io vado a una festa, questa sera. Vuoi venire con me?" domandò "Ci sono un sacco di ragazze carine" aggiunse.
Un secondo dopo, Leo stava bussando alla loro porta dicendo "Io sono pronto"
Percy e Nico si guardarono alzando le sopracciglia. "Wow" sussurrò Percy "lo terrò a mente per la prossima vota che azionerà la betoniera in piena notte". Il suo compagno di stanza annuì.
Per Leo la cosa migliore del mondo erano le macchine, dalle Lamborghini alle lavastoviglie, passando per gli aerei telecomandati e gli impianti antincendio, ma se non c'erano quelle, apprezzava molto anche le ragazze, anche se non era molto bravo a conquistarle.
Percy si voltò, dando le spalle a Nico che afferrava le cuffie dell'mp3 e poi prendeva il telecomando alla ricerca di un film horror. Percy, a volte, si chiedeva come facesse a fare così tante cose in una volta.
La porta si era quasi chiusa, quando la testa di Percy rispuntò, guardando in modo penetrante la schiena di Nico, che si metteva seduto davanti al computer. "E non fumare in camera!" lo ammonì.
"Nah" rispose Nico, svogliato, intento a cercare un accendino nei cassetti della scrivania.
*
"Ti prego, Annabeth, tieni 'sta roba" sbottò Piper, evidentemente di malumore, rifilando all'amica un paio di scarpe dai tacchi vertiginosi.
Annabeth le afferrò guardando l'amica in difficoltà. Era inguaiata in un vestito di paillettes, a bagno in un gigantesco calice di finto champagne alto due metri.
"Come ho fatto a farmi convincere? Come ho fatto?" sbottò "E come si scende da qui?"
Silena, insieme a una delle sue sorelle, accorse con una scala "Non mi avrete mai più, sappiatelo!" continuò, mettendo un piede e poi l'altro sui pioli della scala. Il vestito di paillettes era fradicio.
Come diamine aveva fatto a farsi convincere a fare una cosa del genere?
"Secondo me, sei stata bellissima" cercò di dire Silena. 'Sì, la Dita Von Teese dei poveri' pensò Piper, piuttosto scocciata. E perché lei si prestava a quelle cose, se non sapeva nemmeno camminare sui tacchi? Era una fortuna che le sorelle di Silena avessero chiuso il sipario e nessuno potesse vedere lo spettacolo imbarazzante della sua discesa dal bicchiere. Ci mancava solo che inciampasse.
Piper tirò un sospiro di sollievo, quando finalmente riuscì ad appoggiare entrambi i piedi per terra. "Grazie" disse riprendendo le scarpe dalle mani di Annabeth. Non le avrebbe di certo messe, ma non poteva lasciarle in mano alla sua amica tutta la notte.
"Secondo me, eri davvero figa" constatò Annabeth, con un sorrisetto. Lei aveva guardato lo spettacolo da dietro le quinte e aveva fatto il tifo.
Piper annuì stancamente e poi si voltò verso Silena "Mi ha fatto piacere darti una mano, ma spero che quella sciroccata di Drew si riprenda presto. Non credo che il club di teatro avrà presto la mia collaborazione, se continua a produrre..." indicò il gigantesco calice, indecisa su come fosse giusto definirlo "... queste robe"
"È burlesque" spiegò Silena, tranquilla.
Piper sospirò per l'ennesima volta e poi prese Annabeth per un polso portandola via e annunciando che sarebbe andata a farsi una doccia.
Entrarono nello stanzino e chiusero la porta a chiave "Stai attenta, se dai loro troppa confidenza ti ritroverai in quattro e quattr'otto a ballare su un palco in calze a rete e copri capezzoli" la avvertì Piper, togliendosi il vestito. Annabeth rise, appoggiandosi al muro del bagno.
"Probabilmente ho le tette troppo piccole per dare delle soddisfazioni" suppose Annabeth, con le braccia incrociate e un sorriso. Piper era rimasta in mutande e la guardò con una smorfia, con i capelli che le ricadevano sui seni.
"Le tette sono sopravvalutate. Le mie arriveranno ad altezza ginocchia, tra qualche anno. E poi mi viene sempre male alla schiena, mettersi quell'affare di paillettes senza reggiseno è stata un'agonia. Nessuno comprende il dramma delle maggiorate" disse, infilandosi sotto la doccia. Annabeth rise di nuovo, a lei, le tette di Piper piacevano.
"Vai alla festa, questa sera?" domandò poi, cercando il cellulare nella borsa. Piper mugugnò qualche cosa di indefinito, da dentro la doccia.
"No, vado da Jason, sperando che non mi tradisca con la sua amante, di nuovo" brontolò. Annabeth alzò gli occhi al cielo "Dovresti smetterla di considerare la Meteorologia come l'amante di Jason, sta studiando, lo fa per il suo futuro" la redarguì, poggiando il telefono all'orecchio, dopo aver digitato un numero che sapeva a memoria.
"Anche tu studi per il tuo futuro, ma riesci comunque a dedicarmi un po' di tempo, e non sei nemmeno la mia fidanzata" disse, per poi sporgere la testa oltre la tenda della doccia e aggiungere "probabilmente dovrò iniziare a cercare di sedurre te, con lui proprio non funziona. È un blocco di marmo, ultimamente, non vedo l'ora che abbia finito con questa stupida sessione di esami" brontolò, richiudendo la tenda.
Annabeth avrebbe riso, se solo il cellulare che stava chiamando non fosse risultato spento per l'ennesima volta.
"Merda!" esclamò, frustrata. "Cosa c'è?" chiese Piper, chiudendo l'acqua e uscendo dal box. Annabeth guardò l'amica, afflitta "Non risponde. Il cellulare è staccato"
Piper alzò un sopracciglio "Da quand'è che non risponde?" chiese, riavviandosi i capelli bagnati dietro alle orecchie. Annabeth non ebbe nemmeno bisogno di fare i conti "Cinque giorni. Non so come fare"
"Hai provato con la camomilla?" domandò l'amica. L'altra annuì, vagamente scocciata "Ho provato con tutto, ma funziona solo il metodo-Grover, e lui non mi risponde da una settimana. Sto iniziando a temere che l'abbiano arrestato"
"Non diventare paranoica" la redarguì Piper, asciugandosi i capelli con un asciugamano con sopra scritto Venus.
"Sono paranoica per forza, non dormo decentemente da una settimana e devo studiare un sacco" piagnucolò. L'amica non sapeva come rispondere, mentre Annabeth le rivolgeva uno sguardo abbacchiato.
"Domani vado a cercarlo al dormitorio. Questa sera vado alla festa, sia mai che lo riesca a trovare lì. Ci viene anche Talia. Sei sicura di non volerti unire? Facciamo una serata tra ragazze: Rachel ha detto che porta una delle sue amiche del club della castità" annunciò.
"Chissà che divertimento. No, mi spiace per il club della castità, il mio lavoro da Dita Von Teese dei poveri non è ancora terminato, ho un avversario durissimo da sconfiggere" sentenziò Piper. Nonostante il tono divertito sembrava che questa faccenda di Jason la preoccupasse abbastanza.
Annabeth le sorrise e Piper fece lo stesso.

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