Capitolo Due

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La invitai a dormire da me quella sera.
Mi sembrava la cosa più giusta da fare.

"Senti Jane, Erica e Marcy sono molto preoccupate per te, le avevo detto che le avrei avvisate appena avrei saputo qualcosa, ma... ehm, ecco... Cosa dovrei dirgli? Non possiamo raccontare la verità, sono nostre amiche, certo, ma si preoccuperebbero troppo e non poss-"

"E non possiamo rischiare che intromettendosi nella faccenda succeda qualcosa anche a loro. Lo so. Già ho tirato te in mezzo e mi dispiace."

Riusciva ancora a capirmi come una volta.
Ma ovviamente non era la stessa Jane che era qualche mese prima.

Ormai era un mostro.

Accesi il telefono e le avvisai con un messaggio:

"Hei ragazze, Jane ha una brutta influenza, non vuole visite e non userà il telefono per un po', deve riposare.
Ci vediamo lunedì a scuola ^^"

Vidi poi il messaggio da parte di mia madre:

"Ciao Dani, noi siamo arrivati. Qui tutto bene. Il viaggio non è durato molto fortunatamente. Ci manchi già tanto..."

Anche voi mi mancate...

Infine andammo a dormire.

La mattina dopo ci svegliammo e iniziammo a pianificare un eventuale tabella di marcia per far fuori Jeff.
Mi sembrava strano tutto ciò, non ero mai stata una ragazza violenta e tutto d'un tratto questa nuova realtà mi era saltata addosso.
Ma non mi importava: Jeff la doveva pagare cara per quello che aveva fatto.

Ad un certo punto Jane disse:
"Stavo pensando... Ora che anche tu sei dentro a questa storia perché non diventi come me? Anche Jeff è così, perché tu no?"

Alla sua domanda mi passò un brivido lungo la schiena.

Inorridii.

Come poteva, Jane, chiedermi una cosa del genere?

Rifiutai la sua proposta.

Ancora non riuscivo a credere come avesse potuto fare una domanda simile...

Non avevo ancora capito con chi avevo a che fare.

Restammo dietro a quella tabella di marcia fino a tardo pomeriggio, ma non riuscimmo ad escogitare un vero e proprio piano da seguire.
Decidemmo semplicemente di uscire, cercarlo e farlo fuori.

Semplice no?

Ecco, no. Per niente.

Passammo ore a cercarlo in giro per la città senza grandi risultati, fino a quando non sentimmo una risata.

Io e Jane ci fermammo.

Eravamo in mezzo ad una lunga strada, da entrambi i lati costeggiata da case e qualche lampione.
Se avessimo fatto cazzate se ne sarebbero accorti in tanti, ma a Jane non sembrava importasse e sembrava importare ancora meno a Jeff, che nel frattempo uscì da un angolo ridendo da psicopatico qual'era.
Appena Jane lo vide gli saltò addosso cercando di pugnalarlo al cuore con un coltello, per mettere fine al tutto il più velocemente possibile.
Ma Jeff non era stupido come pensava.

Si spostò di scatto e la ferì.

Iniziò così una lotta che non avrebbe portato nulla di buono alla quale io avevo deciso di partecipare, ma in quel momento la paura era troppa per fare un solo passo.
Avevo paura che qualcuno chiamasse la polizia, avevo paura di restare ferita, avevo paura che Jane morisse, avevo paura che IO morissi.
In quell'istante corsi incontro a Jane e la fermai, proprio mentre stava per dare quello che sembrava essere il colpo finale a Jeff.

"MA CHE CAZZO FAI DANIELLE ?!" mi urlò Jane.

"I-io non... Non è il caso di... Cioè non credo che..."

"Ingnenue..." ci interruppe sospirando Jeff.

Poi si alzò da terra e corse via ridendo.

Probabilmente aveva ragione.

" 'Ingenue' , hai sentito Danielle? Eh? È questo che pensa Jeffrey di noi. Ti sta bene? Beh, a me no! Non mi interessa cosa pensa di te, ma io non sono ingenua : IO SONO QUELLA CHE DEVE TEMERE PIÙ DI TUTTI! NON UN'INGENUA!" ringhiò.

"Se non mi vuoi aiutare allora togliti dalle palle e non intralciare i miei piani! Hai capito?! E ora lasciami andare a finire quello che stavo facendo."

E se ne andò.

Mi sentivo offesa.
Dire che mi sentivo usata era scontato, ma lo pensavo ugualmente.

Decisi di tornarmene a casa
Sta volta senza Jane.

Dani The Killer [Ita]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora