Capitolo 2. Un mese dopo..

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È passato un mese da quando Alyah è stata investita. La luce che emanava e la sua voglia di vivere sono scomparse. Sembra che si stia arrendendo piano piano, sembra che non ha più le forze di lottare. Odio questa situazione e odio altrettanto vederla ancora distesa su quel letto. È in coma da quel fottutissimo giorno.
Io e Elise stiamo tutto il tempo in ospedale per cercare di dargli forza e di fargli capire che abbiamo bisogno di lei, sperando che da un momento all'altro si svegli e ci faccia una delle sue battute.
-Vado a prendere un caffè. Ne vuoi uno?- La voce di Elise mi sveglia dai miei pensieri.
-Si, grazie.-
-Secondo te si sveglia?-
-Non lo so Elise. Non lo so. Però lo spero.-
Abbassa lo sguardo intristendosi ancora di più ed esce dalla stanza. Dopo pochi secondi sento bussare.
-Avanti!-
-Ciao Audrey. Come stai?-
Mi giro verso la porta e vedo i genitori di Alyah con delle buste in mano.
-Salve signori Fisher. Tutto bene voi?-
-Bene. Dovreste tornare a casa tu ed Elise. Sarete stanche visto che non dormite da giorni.-
-Io sto benissimo, e poi.. Non voglio allontanarmi da lei neanche un secondo.-
Mi accennano un sorriso forzato ed escono dalla stanza sicuramente per parlare con i dottori.
Decido di uscire anche io perché stando seduta le gambe iniziavano a formicolare.
-Tieni. Non si è mosso da li neanche un secondo.-
Prendo il bicchiere di caffè e guardo Elise con aria interrogativa e poi sposto lo sguardo nella sua stessa direzione.
-Hai provato a parlargli?-
-Ancora no. Vorrei chiedergli il motivo per cui è ancora qui ma non trovo il coraggio.-
Stavo per andare a parlarci io quando sento qualcuno chiamarmi.
-Audrey!-
-Ciao Riley.-
-Sai se c'è qualcuno nella stanza con mia sorella?-
-Non c'è nessuno. Puoi entrare.-
Apre la porta ed entra nella stanza. Io ed Elise ci chiediamo perché lui entra nella sua stanza solo se non c'è nessuno. Forse non vuole mostrarsi debole, ma si vede lontano un miglio che soffre troppo. Non è bravo a nascondere quello che sente.

Pov's Riley.
Mi trovo nella sua stanza. È così debole su quel letto, così vulnerabile. Vorrei che si svegliasse e mi facesse uno dei suoi sorrisi meravigliosi, di quelli che fanno ridere anche me.
Mi avvicino lentamente al letto e con molta delicatezza prendo la sua mano. Ho timore anche a toccarla per paura di farle male.
-Ehi sorellina, mi manchi sai? Mi mancano i momenti insieme, le nostre litigate. È difficile sopportare tutto questo, è difficile sopportare la tua assenza..- Una lacrima calda scivola sulla mia guancia seguita da tante altre.
-Preferisco esserci io su quel letto al tuo posto. Ti prego torna da me, non posso vivere se non ci sei tu. Sei la donna più importante della mia vita..cazzo Alyah svegliati, mi sento così solo senza di te. Ho bisogno di averti al mio fianco..Ti prego.-
Inizio ad urlare e piangere ininterrottamente forse stanco di trattenere il dolore. La porta si apre mostrando le figure di Elise e Audrey mentre mi guardano con gli occhi tristi. Le spingo ed esco dalla stanza correndo. Odio che qualcuno mi vede così, questa è una delle cose che abbiamo in comune io e Alyah, non riusciamo o meglio non vogliamo mostrarci deboli davanti alle persone, riusciamo ad eliminare la nostra corazza se siamo solo io e lei, ci fidiamo solo l'uno dell'altra.

Salvami ancora.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora