Why am I feeling so wrong?

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"No mamma, io a Los Angeles non ci vengo. Solo per trasferirti perché hai incontrato l'uomo dei tuoi sogni io non lascio casa mia." 

"Ma andiamo Allison! Ti troverai bene lì. Ha anche un figlio ed è pure carino e avete la stessa età. Farai nuove amicizie..." Scossi la testa, non ci volevo andare. 

"Non fare la bambina capricciosa. Tu finisci di fare le tue valigie e vieni a Los Angeles con me. Punto.Così è deciso." Uscì da camera mia sbattendo la porta. Non volevo andare in una città super affollata, stavo meglio lì a Toronto con i miei amici. Dovrò riscrivermi in un'altra scuola e fare nuove amicizie. Da quando mio padre se ne era andato dalle nostre vite, mia madre  cambiò e da quel momento iniziò a trattarmi come se non fossi importante o addirittura come se non esistessi, dovevo fare tutto da sola, secondo lei a 16 anni potevo già andarmene di casa. Finii le valigie e mi diressi nel lungo corridoio che portava alla porta principale. 

"Non farne un dramma Ally, a Los Angeles rincomincerà tutto." Commentò sorridendo.


Dopo un lungo stancante viaggio di aereo di 2 ore e mezza atterrammo a Los Angeles. Ci venne incontro un uomo dall'aria molto simpatica e carina. Dedussi che era lui l'uomo di cui parlava tanto perché si erano abbracciati e baciati. Io rimasi un po' indietro per aspettare i loro 'comodi', poi mia madre si decise a presentarmi. 

"John, voglio presentarti mia figlia Allison. Allison lui è John." Mi strinse la mano sorridendomi. 

"Avanti datemi le vostre valigie le porto io." Ci disse molto gentilmente. Appena caricammo tutte le valigie in macchina salimmo dentro per poi dirigerci verso quella che sarebbe stata la nostra futura casa ad L.A. Loro parlavano tra di sé ed io non feci altro che prendere le cuffie ed ascoltare un po' di musica. Appena arrivati aspettai che John aprisse la porta per entrare dentro. 

"La tua futura camera è quella infondo al corridoio a sinistra. Lì davanti c'è un'altra camera è quella di mio figlio. Lo conoscerai appena tornerà a casa." 

"D'accordo, grazie mille." Presi la valigia e mi diressi in camera mia per mettere un po' di ordine e vestiti apposto. Mi arrivò un messaggio da parte del mio ragazzo. Non me la ero sentita di dire al mio ragazzo che mia madre da un giorno all'altro aveva deciso di partire solo per stare con un uomo che ha conosciuto poco meno di un anno fa. Sapevo che ero stata una cattiva fidanzata a non dirgli niente, non volevo farlo stare male.

'Oggi pomeriggio ci troviamo a casa mia. Pop corn e film. Ti aspetto xxx Tyler.'

'Chiamami. Devo parlarti urgentemente.'

Dopo nemmeno 1 minuto mi arrivò la sua chiamata al telefono. 

"Pronto?" Chiesi agitata. 

"Ehi piccola, cosa è successo?" Mi chiese preoccupato. 

"Tyler, devo dirti una cosa che sicuramente ti farà rimanere male ma sarà per il nostro bene." Sentì silenzio dalla sua parte perciò continuai a parlare. 

"Mi dispiace ma mia madre mi ha portato a Los Angeles. Credo che ci trasferiremo qua perché ha trovato l'uomo perfetto secondo lei ed io devo stare con lei." 

"Allison Christine Stuart che cosa stai dicendo?" Disse molto arrabbiato. 

"Spero vivamente che sia uno stupido scherzo perché ti giuro che sono molto incazzato con te." Mi uscì una lacrima, non l'avevo mai visto così arrabbiato. 

"No, mi dispiace Ty ma è così." 

"Quindi vuoi finirla qua la nostra relazione?" Mi chiese. 

"Sì, credo che sia il meglio per noi due. Così io continuerò la mia vita qua e te potrai continuare la tua vita là a Toronto." 

"Ma Ally io ti amo." Scoppiai a piangere. 

"Anch'io tesoro ma finiamola qua, per favore non rendere tutto più difficile." Singhiozzai. 

"Sento che stai piangendo quindi neanche te vuoi questa cosa. Per favore ripensaci." 

"Ho preso la mia decisione." 

"Non ti libererai così facilmente di me." Disse infine prima di riattaccare. 'Che cosa ho combinato?'  Pensai. Mi sdraiai sul letto e cominciai a piangere. 'Esco a prendere un po' d'aria, mi farà bene.' Pensai ancora ad alta voce prima di farmi una doccia veloce e cambiarmi.

"Esco, vado a fare un giro per il quartiere." Avvertì mia madre. Annui con la testa ed io uscì. Sicuramente girare un po' in qualche parco mi avrebbe fatto bene e non ci avrei pensato. Mentre camminavo notai un parco piccolo con una fontana e non molto affollato, era proprio il posto adatto per fermarmi e riflettere sulla mia decisione.

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