Bianco.
Fu il primo colore che i suoi occhi registrarono. Lentamente il mondo intorno a sé andò a delinearsi. Sopra di lui troneggiavano tre bellissime guglie in marmo bianco che sembravano quasi voler toccare la volta celeste. O forse lo facevano sul serio?
Le percorse con lo sguardo ammirato fino alla base. Costituivano un immensa costruzione, un incrocio tra l'arte greca ionica e lo stile gotico, candida come la neve.
E il ghiaccio.
I ricordi tornarono prepotentemente nella sua mente. Il gelo che si propagava fin nelle ossa, il fiato che gli mancava nei polmoni.
Poi nulla.
Scandagliò con lo sguardo ció che lo circondava. In lontananza scorse altri edifici, sempre d'un bianco splendente.
Com'era finito lì?
Provó a tirarsi su poggiandosi sulle incontrando una superficie soffice, che gli fece pensare alle nuvole. Con strana inquietudine constatò di non provare alcun dolore, né si sentiva intorpidito come si aspettava di essere.
Cosa ci faceva lí?
E Luisa?
Di certo non si trovava a Barcellona come qualche attimo prima.
Solo in quel momento notò i Cancelli dorati di fronte a lui, e constatò di non essere solo in quella distesa di nuvole, bianco e luce. Di fianco a lui c'era un gruppo di persone, di ogni etnia ed età diversa. Tra loro scorse anche qualche bambino e addirittura due neonati. Tutti sembravano emozionati più che impauriti, forse intuendo già come cosa sarebbe successo loro dopo.
Ad un tratto i Cancelli si aprirono, e la gente, come spinta da un ordine silenzioso, ne varcò la soglia. Gabe si unì a loro, non condividendo la loro euforia. Ancora non ci stava capendo niente.
Si fermò quando fu bloccato da una coda di persone che si era formata in modo disciplinato di fronte a un banco, a cui era seduto un uomo dai capelli corti, la barba canuta e vestito di una semplice tunica dorata. Sorrideva cordiale a tutti, e sembrava armato di molta pazienza di fronte alle domande e allo spaesamento che accomunava i suoi interlocutori, passata l'iniziale felicità che quel luogo aveva trasmesso loro.
I colloqui erano tutti uguali. L'uomo girava verso colui che gli stava davanti un libro voluminoso dalle pagine di pergamena su cui forse, dato che era molto indietro e non riusciva a vedere molto bene, faceva scrivere il proprio nome. Assolto e comprensivo poi ascoltava attentamente il racconto della vita vissuta del suo interlocutore, per poi indirizzarlo chissà dove, dato che ognuno scompariva trasformando in una sorta di nebbiolina. Quando arrivò il suo turno, l'uomo si tolse gli occhiali dalla montatura dorata, massaggiandosi il naso e stropicciandosi gli occhi.
«Non ho più l'età per questo lavoro»ammise in tono di scuse gettando un'occhiata fugace a Gabriele di fronte a lui.
«Non mi sembrate così vecchio».
Le parole uscirono dalla bocca di Gabe involontariamente, e per un attimo temette di averlo offeso.
L'uomo, invece, scoppiò a ridere. «Credimi, ragazzo mio. Ho più anni di quelli che dimostro».
Si batté le mani sulle ginocchia.«Molto bene, riprendiamo. Nome».
«Gabriele Cortés Altamirano».
L'uomo lo studiò con i suoi vivaci occhi castani. «Se la memoria non mi inganna potrei giurare che assomigli a qualcuno che conosco. Perdonami, ma con tutte le anime che salgono in Paradiso è facile dimenticarsi».
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Forbidden Love 2:Il richiamo della luce
ParanormalAggiornamenti casuali e a tempo indeterminato e in futura revisione! [Seconda della saga Forbidden Love] L'amore tra l'Angelo Gabriele e il Demone Lilith, o come preferisce lei Beth, non è mai stato così forte. Un amore così potente che spingerà la...