Capitolo 6:New York

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«Possiamo sempre andare a Central Park se ti va».

Era il giorno dopo. Dopo aver rivissuto uno dei ricordi peggiori del passato non aveva piú chiuso occhio. Certo chiunque avrebbe rimurginato su un pensiero del genere. Ancora ricordava la sconfitta negli occhi dei sei Arcangeli, che si erano rabbuiati ancora di piú dopo che erano stati chiamati da un Angelo che balbettava qualcosa su un certo Asmodeus. Gabriele era rimasto in piedi davanti al braciere. La mano ancora gli pulsava ma Raphael in quanto Argangelo Guaritore gliel'aveva curata a dovere. Da quel giorno gli Arcangeli fatta eccezione per suo fratello lo fissavano come qualsiasi Angelo Comune.

Si chiese come l'avrebbero presa alla scoperta che stava manifestando i loro poteri.

Scosse la testa. Non sapeva esattamente cos'era ma di certo non era un Arcangelo, e per questo doveva smettere di rimurgiarci sopra.

Beth, seduta pigramente su una poltrona, alzò lo sguardo dal depliant  della città che teneva in mano.

«Mmm?»domandó corruciando la fronte.

«Niente. Dato che è ancora sabato mattina, possiamo andare a Centra Park e dalla Statua della Libertà,e domani dedicarci a…boh…quello che vuoi»propose Gabe con uan scrollata di spalle.

Qualsiasi cosa per liberare la mente era ben accetto.

Beth sorrise divertita.

«Da quando ti piace New York? Pensavo il contrario sai?»

«Infatti è così. E solo che…insomma a te piace e voglio sfruttare questi pochi giorni a visitarla insieme».

«Gabe sei un amore»rispose Beth intenerita. «Vado a prepararmi»aggiunse alzandosi dalla poltrona e fiondandosi fuori dalla stanza d'albergo.

Gabe sorrise, e si spoglió del pigiama per indossare un paio di jeans e un pullover nero, sotto l'immancabile cappotto.

Non appena aprí la porta della stanza si trovò Beth fuori già vestita di tutto punto.

«Forza Gabe, andiamo. Abbiamo molte cose da fare».

Per raggiungere Central Park seguirono le numerose indicazioni sparse per strada. La gente intorno a loro camminava spedita di negozio in negozio alla ricerca dei primi regali di Natale.
Fissò di sottecchi Beth. Chissà come sarebbe stato festeggiarlo con lei.

Immaginava la scena. Loro due seduti fianco a fianco davanti al caminetto bevendo una tazza di cioccolata calda.

«Gabe siamo arrivati».

Questo lo riportò alla realtà.

Gli alberi a Central Park sembravano vere sculture di ghiaccio luccicanti alla luce del sole.

A terra la neve era sparita, grazie ai volontari che l'avevano spazzata via la mattina presto.

"Così eviterò di ruzzolare a terra" si rallegrò Gabe.

All'improvviso Beth lo fece voltare con espressione un po' preoccupata.

«Forse è meglio cambiare zona Gabe».

Gabe ridacchiò.«Perché? è uno dei posti più importanti e conosciuti di New Yo…»

Si bloccò notando l'immensa pista di pattinaggio tra gli alberi.

«Questa è pura cattiveria»bofonchiò.

Beth sbuffò.«Te l'avevo detto, Angioletto testardo».

«Meglio cambiare»approvò Gabe facendo dietro front e seguendo diligentemente la ragazza.

All'ora di pranzo si fermarono a un chiosco ordinando due hamburger molto farciti. Gabe affamato com'era addirittura ne  ordinò un altro. Fu un miracolo quando riuscì a digerire due immensi panini farciti con due fette di pomodoro, una foglia d'insalata su cui stava adagiata una svizzera di carne di manzo. Il tutto accompagnato da una tonnellata di ketchup e maionese.

Forbidden Love 2:Il richiamo della luceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora