Pocky della discordia

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La porta degli spogliatoi si dischiuse lentamente, permettendo così ad una testa dai capelli arancioni di sbucarne fuori. Occhi nocciola vagarono per la palestra, passando velocemente sui vari giocatori, intenti a riprendersi dalla prima sessione di allenamento, e fermandosi sul viso imbronciato di Kageyama, che appoggiato con la schiena alla parete opposta sembrava rimuginare su qualcosa.
Sorrise e, nascondendo un pacchetto dietro la schiena, si diresse allegramente verso di lui. «Eccomi qua», esclamò allegro, fermandoglisi davanti.
Kageyama sollevò la testa. «Dov'eri finito?» Hinata si inginocchiò. «Che hai da sorridere?» gli chiese, infastidito. Ma l'altro evitò di rispondergli e gli tolse la bottiglietta d'acqua dalle mani, poggiandola sul parquet.
L'espressione di Hinata si fece improvvisamente seria. «Tu mi vuoi bene, vero Tobio?»
Kageyama inarcò un sopracciglio, aprì la bocca ma non gli fu data possibilità di rispondere, perché l'altro riprese la parola.
«Saresti disposto a tutto per me, giusto?» L'alzatore si ritrovò inconsciamente ad annuire e Hinata sorrise. «Allora chiudi gli occhi», disse, sedendosi a gambe incrociate.
«Perché dovrei farlo?»
«Perché te lo chiedo io, no?»
Kageyama gli lanciò un'occhiataccia. «Muoviti però.»
Il viso di Hinata si illuminò tutto e tirando fuori un pacchetto di pocky, ne estrasse uno, avvicinandogli l'estremità ricoperta di cioccolato alle labbra. «Apri la bocca», sussurrò, fissandogliela. «E non aprire gli occhi», aggiunse subito.
«E tu vedi di non mettermi qualcosa di strano in bocca.»
Hinata sgranò gli occhi. «Stra-strano?» strillò, coprendosi subito la bocca con una mano e guardandosi velocemente attorno, anche se ormai il danno era fatto.
Kageyama aprì gli occhi e sbuffò quando intravide l'altro alzatore avvicinarsi.
Sugawara accarezzò il capo di Hinata, spettinandolo dolcemente, prima di chinarsi e lanciare un'occhiata curiosa prima a uno e poi all'altro.
«Cosa state combinando voi due?»
L'imbarazzò imporporò le guance di Hinata. «Ni-niente, senpai», si precipitò a rispondere, nascondendo velocemente la confezione di pocky dietro la schiena. Si rese però conto di aver fatto la mossa sbagliata quando Tanaka gliela strappò dalle mani. Quest'ultimo saltellò all'indietro, rischiando di finire addosso a Yamaguchi, tirato prontamente via da Tsukishima.
«Si mangia», mormorò un entusiasta Tanaka, aprendo in fretta la scatola, afferrando una manciata di bastoncini e sgranocchiandoli velocemente. «Grazie Hinata!» esclamò, leccandosi le dita sporche di cioccolato. Ripeté l'azione, sino ad esaurire il contenuto.
Hinata spostò velocemente lo sguardo dal compagno di squadra all'unico pocky che aveva ancora tra le dita, sopravvissuto a quell'attacco.
«Senpai», mormorò, voltandosi verso l'alzatore del terzo anno.
Sugawara sorrise. «Ti conviene mangiarlo prima che...» Non finì la frase che Nishinoya, avvicinatosi furtivamente, ne divorò buona parte.
«Nooo», piagnucolò Hinata, prima di mettersi in piedi con un balzo, rischiando di finire addosso a Kageyama, che lo fulminò con lo sguardo. Ignorò il bastoncino frantumato sul parquet e si mise all'inseguimento di Nishinoya.
«Hinataaa», tuonò il coach Ukai, mettendo piede fuori dal suo ufficio in quel momento. «Cosa stai facendo?»
Hinata si bloccò di colpo. «Non ho fatto nulla io», si lamentò avvicinandosi all'allenatore. «Sono la vittima di questa situazione.»
Tanaka e Nishinoya osservarono divertiti il coach riprendere Hinata e spedirlo negli spogliatoi, e convinti di averla scampata, si avvicinarono allegramente all'angolo della palestra dove avevano lasciato le loro bottigliette d'acqua. Ma dovettero ricredersi in fretta quando alle loro spalle avvertirono una presenza oscura. Si voltarono molto lentamente, impallidendo visibilmente quando si ritrovarono davanti il capitano, la cui espressione non prometteva nulla di buono.
«Dove pensate di andare?» chiese Sawamura, incrociando le braccia sul petto e notando la confezione dei pocky stretta nella mano di Tanaka. «Non penserete di passarla liscia, vero?»
«E-era...» iniziò Tanaka, deglutendo a fatica. «Sì, solo uno scherzo», riuscì a concludere con un sorriso tirato.
«Uno scherzo che vi costerà caro», mormorò Sawamura, prima di afferrare entrambi per il bavero della maglia e trascinarli verso l'uscita della palestra.


Kageyama mise piede nello spogliatoio, lanciando un'occhiata furtiva ad Hinata che puliva con foga i palloni. L'osservò buttarsi alle spalle quello stretto tra le mani, che colpì la parete, rotolando sino a toccargli il ginocchio.
Hinata osservò contrariato il pallone.
«Dovresti metterlo nella cesta.»
«Faccio quello che mi pare», mormorò imbronciato, passando alla palla seguente senza degnare l'altro di uno sguardo.
Kageyama lo fissò per alcuni secondi, prima di avvicinarsi al proprio armadietto e combattere con il disordine al suo interno. «Devi sempre infilarci qualcosa di tuo, vero?» si lamentò, chinandosi a raccogliere una scatolina rossa che era caduta in terra. «Li usassimo almeno», concluse, infilandola tra due asciugamani.
Sbatté lo sportello di metallo di proposito, senza però riuscire ad attirare l'attenzione dell'altro. «Hai finito?» gli chiese, appoggiandosi con la spalla all'armadietto.
Hinata sollevò la testa. «Ti sembra che abbia finito?» ribatté, indicandogli con un gesto della mano tutti i palloni ancora sparsi per lo stanzino. Lanciò quello stretto tra le mani verso la cesta appoggiata alla parete di fronte, effettuando un perfetto canestro che gli strappò un sorriso. Ne afferrò un altro, quando Kageyama, inginocchiandoglisi davanti, glielo strappò dalle mani.
«Ridammela» mormorò Hinata, alterato.
Kageyama non gli diede importanza, lasciandola cadere sul pavimento e portandosi una mano dietro la schiena, attirò l'attenzione del compagno.
Il malumore di Hinata scemò in un attimo, sostituito da un'improvvisa curiosità. «Cosa stai nascondendo?»
«Ti sembra che io nasconda qualcosa?»
Hinata annuì per poi sporgersi di lato, quando l'altro, infine, esordì imbarazzato: «Chiudi gli occhi.»
Hinata si rimise dritto, guardandolo confuso. «Perché dovrei farlo?»
«Perché non fai mai quello che ti chiedo senza uscirne con domande stupide?»
«Ho capito, ho capito», sbuffò, abbassando le palpebre, solo per un attimo, perché la curiosità lo spinse a rialzarle e ritrovarsi Kageyama così vicino da permettere ai loro nasi di sfiorarsi. Allungò una mano nel vano tentativo di afferrare quello che l'altro celava, facendo finire entrambi sul pavimento.
Kageyama aprì gli occhi, focalizzando lentamente il viso davanti a sé. «Ma che ti è preso?» sbraitò, mentre Hinata si metteva a cavalcioni sui suoi fianchi.
«Scusa... Volevo solo...»
Kageyama espirò con forza, rivolgendogli un'occhiataccia prima di sollevare leggermente la schiena, infilare una mano sotto ed estrarne una confezione di pocky, completamente schiacciata.
«Sei contento ora?» chiese, mettendogliela davanti agli occhi.
«Pocky?»
«A te cos'altro sembra?»
Hinata mise un adorabile broncio che riuscì quasi a far passare il malumore del compagno. «Miei», esultò, provando a prenderlo, ma facendo rovesciare il suo contenuto sul pavimento.
Kageyama lo fulminò con lo sguardo. «Sei un'idiota, questo lo sai, vero?»
«Tobio...» iniziò Hinata, senza riuscire a portare a termine il pensiero, perché Kageyama gli infilò in bocca l'ultimo pezzetto rimasto dentro la scatola. Gli posò poi una mano sulla nuca, attirandolo a sé e afferrando con i denti l'altra estremità.
Kageyama lo morse piano, risalendo sino alle sue labbra.
Rimasero così per alcuni secondi, semplicemente a fissarsi. Occhi blu in quelli nocciola, sgranati all'inverosimile.
«To-Tobio...» sussurrò Hinata, prima di passarsi, inconsciamente, la lingua sulle labbra, cogliendo il cioccolato che le macchiava.
«Non dovresti essere così egoista», gli sussurrò Kageyama sulla bocca, appropriandosene subito dopo.

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