_Raimundo l'aspettava in biblioteca, quasi ansioso. Era sempre uno smuoversi di emozioni, quando doveva vedere Francisca. Francisca arrivò, Raimundo faticò a respirare. La sola vista gli bloccò il respiro, si guardano intensamente negli occhi, mentre si avvicinavano. Con veemenza l'afferrò con un braccio, e con l'altro le cinse il fianco e con la lingua iniziò ad inumidirle le labbra. Francisca cominciò ad assaporare quel gusto dolce e al contempo malizioso e la sua mano, senza controllo scese sulle natiche di Raimundo, e stringendogli la natica destra, gli provocò una forte sensazione. Il desiderio aumentò eccessivamente, se non si fossero baciati, le labbra potevano scoppiare da un momento all'altro. Ogni sguardo seguiva un bacio. Dovevano entrare nella bocca dell'alto e assaporarne ogni angolo. Francisca non ebbe il tempo di riprendere fiato, che si ritrovò la bocca di Raimundo nella sua. Le labbra si unirono e le lingue si fusero. I corpi erano attratti come da una calamita, incapaci di allontanarsi, il desiderio percorse entrambi.
Una sensazione inebriante percorse il ventre di Francisca: doveva fare l'amore con Raimundo. Fare l’amore con Raimundo era diventata un'esigenza. Lo desiderava più di qualsiasi altra cosa. Nella vita aveva ottenuto rispetto e denaro, ma erano cose che non riuscivano ad appagarla. Solo l'amore per Raimundo la faceva sentire viva e gioiosa e, per un destino assurdo, quell'amore le era stato negato: era arrivata quasi a dimenticare la parola 'amore' e cosa significasse 'amare' ed essere 'amata'. _Quel momento le pulsava dentro; l'età non contava, doveva unirsi a lui. _Strinse Raimundo sempre di più, mentre costui con la lingua inumidì del tutto il viso di Francisca, per poi passare sul collo - poteva restarvi per ore, non si sarebbe mai stancato di succhiarglielo come un vampiro. Una volta staccatosi, poteva già intravedersi un grosso livido sul quel collo ancora intriso di saliva; il livido della passione. _E la passione s’impossessò di Raimundo, lo accecò, gli fece perdere del tutto il controllo, tanto da fargli strappare la camicia di Francisca, per la fretta di morderle i capezzoli e succhiarli come neonato. Francisca subiva la furia di Raimundo, il suo dominatore. Il reggiseno cadde a terra e il viso di Raimundo era fra i suoi seni, Francisca decise di ricambiare il gioco erotico: sbottonò la camicia di Raimundo mordendo uno dei capezzoli, mentre con la mano sbottonò i pantaloni e con veemenza afferrò l'organo. Adesso era lei la dominatrice. Nell'afferrarlo sentì la virilità dell'uomo, che nonostante l'età era ancora turgido. I ruoli s’invertirono ancora, Raimundo sfilò con la mano la gonna e con l'altra sfiorò la vulva, che cominciò a inumidirsi. Era arrivato il momento di unirsi e dare tutto sé stesso. Ancora in piedi, Raimundo ebbe l'impulso di penetrarla. Con le mani strinse le natiche di lei e, con movimenti ondulatori, entrò nell'involucro dell'amata. Nella foga, Francisca spinse Raimundo contro la libreria e lo fece sanguinare: i suoi denti erano incapaci di staccarsi dalle sue labbra. Lui spinse sempre più, fin quando non si ritrovarono coperti di libri, rotolati giù dagli scaffali. I ruoli s’invertivano continuamente; Raimundo prese in braccio Francisca e con forza la poggiò sulla scrivania, scaraventando giù tutto ciò che vi era poggiato. La scrivania cominciò a scricchiolare e, per non cadere, Francisca dovette poggiare le mani al muro. La forza era tanta e il desiderio eccessivo, Raimundo in preda all’eccitazione era capace di mettere la biblioteca a soqquadro! _La lingua di Raimundo inumidì tutto il corpo di Francisca, dalla schiena alle gambe; quasi furtivamente inumidì il basso ventre, cosa che mandava Francisca ancora di più in estasi. Francisca tenne il gioco, cominciò a baciargli il collo e scendere fin giù, al basso ventre. La sessualità spadroneggiava sulla ragione, tutto veniva spontaneo. Continuarono a penetrarsi, erano insaziabili! Completamente nudi, e con i corpi madidi di sudore, si baciarono dolcemente, quelle labbra sempre vogliose davano vita a teneri baci. Non scambiarono parola alcuna, si udirono solo urla e gemiti. Stringendosi infine sempre di più e guardandosi negli occhi, lucidi come argento e dilatati, finalmente dalla bocca di Raimundo si udì 'Ti'..e dalla bocca di Francisca ‘Amo'! Questa furono le uniche due parole che riuscirono a dirsi, le uniche due parole che si potessero dire!