Io invece ero tutto il contrario.
Mia mamma mi aveva imposto fin da piccola di vestirmi in modo decoroso, niente jeans strappati o scarpe da ginnastica. Niente trucco o tinte ai capelli. Margaret, a differenza mia, tingeva spesso i capelli. Blu, rosa, grigi..non credo le facesse una grande differenza.
«Sono solo capelli» mi aveva detto un giorno «non me ne importa più di tanto. E poi mi piacciono così, colorati».
Due linee di eye-liner nero le incorniciavano gli occhi, e la pelle chiara era coperta di fondotinta.
Non aveva una casa. O almeno, non una vera e propria. Veniva sballottata da una famiglia ad un'altra come un pacco postale, incontrava uno psicologo due volte alla settimana e i suoi assistenti sociali la tenevano costantemente sott'occhio.
Viveva da alcuni mesi con una famiglia Londinese.
I suoi genitori biologici si erano separati quando lei aveva solo cinque anni, ma il papà, geloso della moglie, l'aveva uccisa la notte del divorzio. Trentasei coltellate.
Da allora era stata data in adozione.

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