Conobbi Margaret in un giorno senza sole. Era marzo, e la primavera si faceva attendere con trepidazione.
L'erba diventava ogni giorno più verde e i germogli degli alberi si preparavano a sbocciare. La brina che per tutta la stagione fredda si era depositata sui prati, mattina dopo mattina si era diradata fino a scomparire del tutto, ed ora lasciava il posto a delle tenere e piccole margherite.
Thomas, il mio migliore amico, mi aveva trascinata all'interno di un pub di periferia, dove Margaret lavorava al pomeriggio per racimolare qualche soldo. Appena la vidi, rimasi subito colpita dal suo aspetto. Era come una calamita, non facevi in tempo a studiare una parte del suo corpo che già te ne saltava agli occhi un'altra.
Quel giorno dovevo essere sembrata parecchio curiosa, perché alla mia ennesima occhiata, mi chiese bruscamente «Che diamine hai da guardare?».Iniziai a frequentare quel luogo squallido e pieno di vecchi ubriachi tre volte alla settimana, ovviamente all'insaputa di mia madre, che non mi avrebbe mai permesso di rimanere lì un secondo di più.
Spesso non finivo nemmeno i compiti scolastici, inventavo qualche scusa con i miei per non farli insospettire ed eccomi di nuovo lì.
Margaret si abituò presto a me e alla mia curiosità. La sera, quando chiudeva lei il locale, ce ne stavamo a parlare fino a tardi, mi offriva un caffè, prendevamo la metro e insieme tornavamo a casa.
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MARGARET
Teen FictionHo sempre pensato che le persone non si scelgono, semplicemente arrivano. Con Margaret era successo questo.