•3-Meta sconosciuta.

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Sono appena le 16:00.
Mi sono scocciata di stare sul divano a guardare la TV e tra l'altro non c'è niente di interessante.
Decido di chiamare mia madre.
Prendo il telefono, digito il codice di sblocco e mi soffermo a guardare il mio sfondo.

È una foto stupenda.
È una foto di me da piccola, con i nonni paterni.
Vorrei andare a trovarli, mi manca un sacco l'Italia.
Si, perché fino all'età di 5 anni ho vissuto lì.
Mia madre è di origini americane e mio padre di origini italiane.
Miss perfezione mi racconta che si sono conosciuti ad una partita di pallone, papà era davvero bravo e mamma perse subito la testa per lui.

Ogni volta che chiedo, o che parliamo di lui, l'argomento si conclude con "Ahh,ci amavamo davvero".

Beh,si amavano.
Almeno mia madre amava lui, è stata davvero dura scoprire tutti quei tradimenti e prendersi cura di lui quando tornava a casa tutte le sere ubriaco.

Si spegne lo schermo del telefono e io riemergo improvvisamente dai miei pensieri.

Digito velocemente il numero e schiacci la cornetta.
Squilla.

-"Pronto tesoro, tutto ok?"
-"Si mamma, tranquilla. Volevo solo dirti che tra un paio d'ore esco a fare un giro, per te va bene?"
-"No Myke, quello non va bene, riscrivilo!"

È così indaffarata, talmente tanto da non prestarmi attenzione.
Odio quando fa così!

-"Mamma, mi stai ascoltando?"
-"Si tesoro, scusami. Quando esci chiudi bene la porta, controlla se è tutto spento in cucina e metti l'allarme. Oh tesoro, quasi dimenticavo, stasera torno tardi".
-"Si mamma, tranquilla".

Aggancio.
Mi alzo con gran fatica dal letto e a piedi scalzi saltello per tutto il soggiorno fino ad arrivare in corridoio.
Ci sono ancora alcuni scatoloni da aprire.
Metterò a posto più tardi.
Salgo le scale e mi dirigo verso camera mia.
Prima di arrivare, passo davanti ad altre tre camere ed il bagno di mia madre.
Questa è solo una piccola parte del piano di sopra.
C'è anche il terrazzo che è immenso.
È davvero grande questa casa.

Entro in camera mia, prendo dell'intimo, l'accappatoio, le pantofole e vado in bagno.
È bello avere il bagno in camera, tutto per te.
Mi sfilo i vestiti ed entro sotto l'acqua calda.
Bagnoschiuma alla fragola, bagnoschiuma alla fragola e ancora bagnoschiuma alla fragola.
Ho perso la cognizione del tempo, non so da quanto sono qui dentro e allora decido di uscire.

Mi asciugo.
Mi vesto e rimetto l'accappatoio.
Infilo le morbide pantofole e mi dirigo verso la cabina armadio.
Scelgo uno skinny nero, una maglietta lunga grigia, un cardigan dell'ennesimo colore e le mie amatissime vans.

Mi vesto e mi guardo allo specchio.
Così può andare.
Vado ad asciugare i capelli e sistemo il bagno.
Sento il telefono squillare quando mi ricordo di averlo lasciato in soggiorno.
Corro giù e trovo 3 chiamate perse.
È Bryan, manca un ora alle 18, cosa vorrà mai?

Lo richiamo.
Squilla. Squilla ancora.

-"Pronto Rose, cambio di programma!"
-"Ehi, ehi, calma!Che succede?!"
-"Devi venire con me, immediatamente. Passo a prenderti fra 2 minuti, fatti trovare davanti casa."
-"Ehm...va bene..."

Non faccio in tempo a finire la frase che aggancia la chiamata. Cosa sarà successo? Perché era così agitato? Non accetterei mai qualcosa del genere, soprattutto da qualcuno che conosco da poco ma, non so.
Mi è sembra importante e ho come l'impressione che c'entra con il fatto della prescelta e bla bla bla...
Spero che non è così, il fatto mi fa davvero molta paura e quando ho paura mi agito, non vedo l'ora di chiedere delle spiegazioni.

Do un occhiata veloce in cucina, è tutto spento.
Sento il clacson.
Allora afferro le chiavi, esco di casa e chiudo la porta in fretta.
Cammino verso la macchina e lui mi fa cenno di sbrigarmi.
Aumento il passo.
Apro lo sportello ed entro dentro.
Oh no, solamente ora mi sono resa conto di non aver preso il giubbino.

-"Ciao Bry.."
-"Dobbiamo sbrigarci, non c'è tempo da perdere. Clarissa..."
-"CLARISSA?"
-"Si, Clarissa!"

Chi è Clarissa? Cosa sarà successo? E poi, Clarissa, c'entra anche lei con questa roba?

-"Hai una faccia così sconvolta.." ridacchia -"...ti ci abituerai"
-"Oh grazie, mi sento molto meglio" ironizzo.
-"Oltre ad essere bella, sei anche molto simpatica" ironizza anche lui, almeno credo.
-"Sai com'è, dico, ti conosco da stamattina, i messaggi, la telefonata, Clarissa. Ma chi è Clarissa? A cosa dovrei abituarmi?"
-"Troppe domande tesoro ."

Intanto siamo arrivati in centro e lui frena bruscamente.
Poi prende il giubbotto dai sedili posteriori e cerca qualcosa nelle tasche.
Tira fuori il portafogli.
Prende una banconota da venti e mi guarda.

-"Più avanti c'è una farmacia, prendi disinfettante, delle bende, dei cerotti, tutto quello che serve insomma. Io sarò qui di fronte, prendo qualcosa da mangiare e torno subito. Nel caso dovessi tornare prima tu, entra in auto e non ti muovere finché non arrivo."

Ma senti a questo. Come si permette a darmi ordini in questo modo. E poi cosa dovrà mai fare con tutta questa roba? Dove vuole portarmi? Lui e questa meta sconosciuta sono così inquietanti. Vorrei tanto rispondergli ma l'unica cosa che riesco a fare in questo momento è solo un 'si' con la testa.

Prendo i soldi sfiorando la sua mano calda e mi volto in direzione della farmacia.
Cammino abbastanza in fretta facendo attenzione a non scivolare sul marciapiede congelato.
Entro dentro e in pochi secondi trovo tutto ciò che mi ha chiesto.
'Okay, ora devo solo pagare' penso e mi dirigo verso la cassa.
'Oh perfetto, anche la fila.'
Che diamine, odio aspettare.

Per fortuna non ci metto molto.
Ringrazio ed esco fuori.
Mi incammino e in pochissimo tempo sono nell'auto di Bryan, ma lui non c'è.
Non posso far altro che notare i cd in disordine e un quadernino tutto spiegazzato.
La curiosità ha la meglio su di me e allora decido di aprirlo.
Non appena apro il quaderno, sento lo sportello della macchina aprirsi, alzo la testa e vedo Bryan intento a capire perché stessi toccando le sue cose.

-"Ehi, ehi,quella è roba mia mocciosetta!" dice.

Alzo le mani e lui prende il quaderno dalle mie gambe congelate.
Rabbrividisco.

-"Hai freddo?"
-"No, ho caldo.Per questo non ho portato il giubbino."
-"Ah, va bene."

Lo guardo storto.
Lui ride divertito.

-"Tieni..." dice, passandomi il suo giubbino.
-"G..grazie" sussurro mentre continuo a tremare.

Si sistema e mette in moto.
La macchina comincia a muoversi verso una meta sconosciuta.
Dove mi sta portando?

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