Capitolo 1: Il cavaliere

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Le nuvole avevano coperto il sole, d'improvviso si era alzata una forte e fredda aria.
Le persone correvano dai campi per ritornare in paese prima della tempesta. Le donne mettevano al riparo i vestiti messi ad asciugare nel pomeriggio, gli uomini riportavano il bestiame nelle stalle.
Quella notte, lampi e tuoni squaciavano il cielo. Le gocce d'acqua si abbattevano come frecce sulle abitazioni.
Sembrava una normale tempesta finchè nel cuore della notte, con il rumore di una forte esplosione, la porta del villaggio si frantumò in centinaia di pezzi.
Una figura avvolta da un pastrano di colore nero, che la rendeva praticamente invisibile nelle tenebre, percorse la strada principale per poi fermarsi dinanzi ad un granaio.
Era una delle più vecchie costruzioni del paese. Le assi delle pareti rendevano abbastanza bene la sua età, e alcuni fori nel tetto lasciavano capire che era in disuso da parecchio tempo ormai.
Un respiro.
L'uomo ancora avvolto nel mantello entrò. Non fu necessario forzare l entrata dato che la porta era fatta di vecchie assi di legno che il tempo e le tarme avevano indebolito.
La pioggia che ininterrottamente da parecchie ore flagellava il villaggio si infiltrava dai fori nel soffitto e si univa in rivoli sul pavimento ricoperto di vecchia paglia.
Un urlo. Un suono acuto e prolungato si sprigionò dal fondo della struttura.
Per un attimo il cavaliere sentì dolersi la testa, ma adesso era sicuro di trovarsi nel posto giusto.
Fece cadere a terra il mantello, rivelando una maglia di anelli d'acciao e al fianco una spada splendidamente lavorata. Sguainò l'arna e procedette con passo cauto dalla fonte del grido.
Si trovava nella quasi totale oscurità, eccezion fatta per la luce lunare proveniente dall'entrata e che si rifletteva sulla sua arma.
Una massa indistinta gli si avventò contro.
L'impatto gli svuotò i polmoni da tutta l'aria, lasciandolo a terra a boccheghiare.
Utilizzando la spada come sostegno si rimise in piedi.
Fortunatamente indossava la cotta di maglia, che lo aveva protetto dall'attacco.
La creatura stava dinanzi a lui, le ali spiegate e le zampe pronte ad un nuovo balzo.
Quando lo aggredì una seconda volta, al posto della carne trovò il gelido metallo della spada.
Una zampa della bestia riuscì a raggiungere il volto dell'uomo e a sfregiarlo sulla guancia sinistra.
Un rivolo di sangue solcò il suo viso, ma nulla di troppo grave.
La pioggia cessò e le nubi si dissolsero rivelando tutta la luce ed il calore dell' alba.
Quando dei contadini, allarmati dai rumori uditi nella notte, andarono nel granaio trovarono solo un ammasso di cenere sparso sul pavimento e nient'altro.
Non c'era traccia dell'uomo che nella notte era stato nel villaggio.

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