Capitolo 6: predestinato

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Il mattino seguente venne detto ai quattro giovani cavalieri di indossare l'abito che avevano trovato la sera sul letto.
Una volta pronti, il gran maestro li radunò nella sale "delle armi di pietra".
I cavalieri si guardavano attointi dal gran numero e dalla diversità di armi in quell'ambiente.
<Se vi ricordate, il giorno passato, all'altare, quando vi siete avvicinati alla vostra sedia, il simbolo su di esso si è illuminato. Adesso farete lo stesso, camminerete lungo le pareti e quando una delle statue risplenderà: afferratela.>
Così il maestro indicò ad ognuno come entrare in possesso della sua arma.
Il primo ad andare fu proprio krhal, camminò lungo le pareti.
Nulla accadde.
Mancavano pochi metri alla fine del quarto muro e ancora non aveva la sua arma.
Stava dicendosi queste parole quando qualcosa alla sua sinistra "prese vita". Era un tridente. La copertura di pietra cadde rivelando il corpo dell'arma in ferro con venature di zaffiro.
I suoi occhi rimasero incantati dalla magnificenza di quel manufatto.
Con un timore quasi reverenziale allungo le mani finché non entrarono in contatto con l'oggetto. Il metallo era freddo al tatto ma sorprendentemente liscio. Era quasi impossibile percepire il punto in cui pietra e metallo si incontravano tanto erano ben lavorati.
Cautamente portò a se l'oggetto, scoprendo che non aveva praticamente peso.
Uno ad uno anche gli altri tre scelsero la loro arma.
Alla ragazza capitò una catena con ad una delle due estremità un maglio di ferro.
Al cavaliere con la tunica rossa venne affidato un arco. A colpire Krhal non fu la squisita fattura dell'arma, ne le linee sinuose, ma il fatto che non aveva frecce, ne una faretra in cui riporle.
All'ultimo ragazzo, vestito di una semplice toga color dell'ambra camminando lungo la parete si fermò in un punto, e qualcosa accade...
Non fu un solo oggetto ad illuminarsi, ma due.
Il più vicino a lui era una lancia, riconoscibile dalla punta in metallo, ma era estremamente corta.
Il secondo oggetto era al limite del soffitto. Il ragazzo, non capendo, si girò verso il maestro, che dal canto suo non era per nulla stupito.
Non disse nulla, piegò solamente il capo.
Il ragazzo, come se avesse capito, usò la sua arma per scalare la parete, conficcando la punta nella roccia, e aggrappandosi alle altre armi di pietra, raggiunse il secondo oggetto.
Quando scese teneva nelle mani due oggetti identici. Quando per spaglio fece toccare le due estremità, i due pezzi si unirono, era impossibile vedere la linea di congiunzione, l'arma sembrava composta da un unico pezzo.
I ragazzi dovevano ancora abituarsi alle loro nuove armi che accade qualcos'altro di inspiegabile. Sul dorso della mano sinistra comparve un segno e le armi scomparvero nel nulla.
<Maestro cosa è successo?> chiese l'arciere.
<Non preoccupatevi, vi spiego tutto a tempo e debito. Ora seguitemi, mi è venuta fame.>
"Fame"? Si chiese Krhal, era già davvero mezzodì?
Li sotto oramai aveva perso il senso del tempo.
A fine pranzo, l'anziano congedò i cavalieri dicendo di attenderlo nelle loro stanze, quel pomeriggio avrebbe iniziato ad addestrarli...

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 18, 2016 ⏰

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