Capitolo 3

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- Miranda! Allora, questa camomilla?...

- Eh, un momento, ho appena messo il filtro nell'acqua...aspetta un momento!

Umberto Gigli aspettava la sua camomilla calda, come tutte le sere, e come tutte le sere metteva fretta a sua moglie, alla stessa maniera di due attori che stavano recitando un copione prestabilito del quale conoscevano a memoria tutte le battute, dopo tanti anni di repliche. Lui, già in pigiama e pantofole, sedeva davanti alla TV e ogni tanto si sistemava un cuscino a fiori un po' stinti sotto all'avambraccio destro. Lei, sua moglie, in vestaglia e calzettoni di lana, trafficava in cucina tenendo d'occhio la camomilla del marito e predisponendo un vassoietto di legno dipinto con zuccheriera, piattino, cucchiaino e uno spicchio di limone.

- Oh Dio, che mal di schiena...! - esclamò Umberto continuando a combattere con il cuscino a fiori che quella sera non trovava la sua posizione.

I dolori articolari aumentavano ogni giorno di più e il lavoro che svolgeva al museo certo non aiutava il povero Umberto a star meglio: tutto il giorno in piedi a fare da guida a visitatori annoiati e disattenti, ripetendo sempre le stesse cose. Per sua fortuna aveva un buon carattere, cosa che lo aiutava molto nel mantenere rapporti civili con il pubblico; per cui era molto stimato nella cerchia delle sue conoscenze come una persona piacevole, disponibile e che soprattutto si faceva gli affari suoi.

La moglie non era da meno. Sposati da più di quarant'anni e senza figli, avevano messo in piedi un matrimonio basato su una grande fiducia l'uno per l'altra, sul rispetto, sull'affetto caldo e complice che rendeva la loro convivenza una boccata d'aria fresca in mezzo alla cappa plumbea dell'andazzo che il mondo aveva deciso di condurre e che a loro non piaceva per niente. Loro due erano sostenitori della gentilezza, della bonarietà, del sorriso; e così si comportavano sempre, sia con il prossimo, sia fra le quattro mura della loro casa.

E con un sorriso, Miranda entrò in soggiorno portando in equilibrio il vassoietto di legno dipinto con sopra la camomilla per il suo Umberto.

- Oohh...finalmente! Qua, appoggiala qui... - e fece cenno di posare il tutto sul tavolinetto rotondo di fianco alla poltrona. - E, cara, vieni anche tu a sederti...Sarai stanca.

Miranda apprezzò in silenzio quella piccola attenzione di lui. Le sue amiche della canasta si lamentavano continuamente dell'indifferenza dei mariti, anche se lei riteneva che alcune avessero ragione, altre meno. Ma le sue opinioni in merito le teneva per sé, pensando che lei non si sarebbe mai lagnata di Umberto, che era un uomo buono, paziente e anche divertente. L'aveva scelto fidandosi del suo istinto che non sbagliava mai e dopo quarant'anni poteva tranquillamente dichiarare di aver scelto bene. L'unico cruccio che portava nel cuore era la mancanza di un figlio, anche se aveva aiutato sua sorella a crescere i suoi tre ragazzi, che adesso erano adulti ma che erano rimasti legatissimi alla zia, che consideravano un'altra madre.

Miranda si sedette vicino ad Umberto sbuffando leggermente: anche per lei i dolori alle gambe erano una spiacevole abitudine.

- Sai chi ho incontrato oggi? Rosa Cantelli, la moglie del segretario comunale...ti saluta. "Tante cose alla sua signora!"...eeh, capirai...quella se ne infischia di tutti, ma quando ti incontra sembra che tu sia sempre in cima ai suoi pensieri!

Umberto diceva queste cose sorseggiando con cautela la camomilla bollente che spandeva intorno un profumo che sapeva di infanzia, di cose passate che lui ricordava con un misto di lieve malinconia e dolcezza: per questo era diventata per lui un rito irrinunciabile.

- Uh...la signora Cantelli! Buona quella...

A Miranda non era mai piaciuta, anche se ovviamente nessuno lo sapeva tranne suo marito.

- Cambia canale, che c'è "La stanza della duchessa"...

- Mira, ma che mi fai guardare?...E' robaccia!

- Ma dai, che piace anche a te! Ti ho visto, sai, che non ti perdi una parola...

- Se lo guardo, lo faccio per te. A me piace lo sport, non quelle melensaggini!

- Sì, dài, cambia....

"La stanza della duchessa" era alla quarta puntata, ed era cominciato da pochi minuti, quando i due coniugi sobbalzarono sulle loro poltrone: qualcuno stava suonando il loro campanello, e sembrava anche che avesse una gran premura.

- Oddio! E chi sarà a quest'ora?!

Miranda si alzò svelta, mentre Umberto girava incerto la testa verso la porta d'ingresso.

- Guarda nello spioncino! Non aprire così di botto, non si sa mai....

Miranda si sollevò leggermente sulle punte e guardò nello spioncino. Poi guardò Umberto con gli occhi spalancati per la sorpresa.

- C'è una ragazza...tutta spettinata...vieni un po' a vedere!

Umberto si alzò dalla poltrona con un po' di difficoltà, si avvicinò alla porta e guardò anche lui nello spioncino.

- Gesummaria, ma è Linda Stefanelli, la sorella di Gianni! - aprì i due chiavistelli che rendevano sicuro il loro regno, spalancò la porta e guardò la ragazza.

- Linda...che c'è?!

- Scusa Umberto...ho bisogno...aiutatemi!

Linda pronunciò la sua richiesta in un soffio, si appoggiò allo stipite, e svenne.


Finale a sorpresaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora