Parte quinta (I'm sorry my brother)

127 16 4
                                    

Dedico questo capitolo a Jennie e Arianna. Vi voglio bene :3





Capitolo 5(I'm sorry my brother)



Due settimane dopo



Taehyung fissava la porta di casa sua con le mani infilate in tasca e una pesante sciarpa a coprirgli le labbra. Era stato lontano dalla sua famiglia per mesi, lunghe giornate di allenamento che ora valevano meno dell'aria fritta, e semplicemente non aveva il coraggio di entrare lì dentro. Di affrontare le espressioni di sua mamma alla notizia che le stava portando. Le pareti azzurrine, la tettoia in mattonelle, le tende in pizzo alla finestra in quel momento non avevano nulla di confortante.
Con un sospiro Taehyung afferrò le chiavi di casa e le infilò nella toppa, aprendo lentamente la porta. Un odore intenso di carne lo colpì in pieno e il ricordo di quando era bambino, seduto al tavolo, con ancora i piedi che non toccavano il pavimento, lo fece sorridere dolcemente. Per quanto fosse triste, era a casa.
-Hyung!-
Quell'esclamazione gli fece voltare lo sguardo all'ingresso della cucina, giusto in tempo per vedere un bambino di circa dieci anni correre nella sua direzione con un sorriso enorme stampato sul volto. A quella vision Taehyung si sentì riempire il cuore di calore e si abbassò istintivamente per accogliere fra le braccia il suo fratellino.
-Hyung sei tornato!- urlò ancora il piccolo saltellando attaccato al collo del maggiore. -Mamma mamma, hyung è tornato!-
Taehyung vide una bellissima donna di mezza età comparire dalla cucina, con un grembiule a fiori allacciato intorno alla vita; il suo volto dai tratti gentili, i capelli scuri a caschetto, provocarono nel ragazzo un moto di tristezza e il terrore per ciò che avrebbe dovuto dirle. Nemmeno fosse stata colpa sua...
-Mamma..- disse alla fine, alzandosi da terra con ancora il fratellino attaccato alle gambe. La donna sorrise, avvicinandosi ai suoi figli.
-Il mio bambino finalmente a casa- sussurrò baciandogli la fronte. -Come è andato il viaggio?-
-Bene- mormorò Taehyung abbracciandola. Il suo cuore batteva dall'ansia, quasi gli sembrava di sentirlo da fuori. -Mamma dobbiamo parlare. Da soli. Prima che io domani riparta per Seoul- aggiunse alla fine, titubante, ancora più piano, e il ragazzo sentì la donna irrigidirsi tra le sue braccia. Avrebbe voluto dirglielo dopo, magari a cena conclusa, ma non riusciva a trattenersi un secondo di più. La donna si allontanò dal figlio lentamente, osservando il suo sguardo preoccupato, per poi accucciarsi all'altezza del minore.
-Tesoro, perché non vai a giocare in camera tua ora, mh?- disse. -Diamo il tempo a Tae di riposare-
-Ma anche io voglio stare con hyung..-
-Dopo amore, ora vai-

Yongho, così si chiamava il piccolo, mise un broncio adorabile e arrabbiato ma si allontanò dalle gambe del fratello per poi scomparire lungo le scale e Taehyung si sentì sempre peggio. L'attaccamento che il fratellino aveva sempre avuto nei suoi confronti era sempre stata una cosa di cui andava fiero: sapere di essere il suo modello, la sua ispirazione, era la sua soddisfazione più grande. Ma se solo avesse scoperto cosa stava accadendo...
-Tutto ciò che sto per dirti non deve arrivare alle orecchie di Yongho, almeno per ora... - sussurrò alla fine e sua madre annuì con l'ansia nello sguardo. Si diressero nel piccolo salotto, una stanza accogliente e dai toni caldi. Taehyung guardò le due poltroncine davanti al camino elettrico, scoppiettante, e il suo animo si quietò un poco. Prese posto e sua madre lo imitò.
-Mi dispiace non poterlo dire io stesso a papà prima che scoppi lo scandalo, ma non credo sia un argomento da trattare in video chiamata- iniziò. -Sono finito in un pasticcio mamma, e nemmeno per colpa mia-
La donna lo guardo accigliata ma non disse niente. Fece un gesto con la mano per invitarlo a continuare.
-Due settimane fa sono passato dal centro sanitario per ritirare le analisi di controllo pre Olimpiadi.. Il medico mi ha detto che hanno trovato traccia di anfetamine nel mio sangue. Sono fuori gara a meno che io non riesca a dimostrare il contrario-
Taehyung vide sua madre irrigidirsi lungo la spalliera della poltrona e per un intero minuto non venne pronunciata nemmeno una parola. Solo lo scoppiettare allegro del fuoco osava interrompere quell'innaturale silenzio.
-Io.. Non capisco- ammise la donna e la sua voce parve per un attimo velata di panico. -Perché?-
-O c'è stato un palese errore, oppure...-
il ragazzo si bloccò un attimo. -Oppure qualcuno mi vuole fuori dai giochi-
-Ma hai chiesto cosa si può fare per cercare di uscirne? Non possiamo permettere che ti accada questo-
-Dovrei denunciare il centro analisi, ma ormai la notizia uscirà ovunque. Mi stupisco che sia rimasta segreta per due settimane, non ci vorrà molto prima di vederla sbattuta ai telegiornali e sui quotidiani. La mia reputazione sta per essere rovinata-

Dirlo a sua madre, dirlo a voce alta, sembrò rendere la cosa terribilmente reale, più di prima. La donna si alzò, andandosi ad appoggiare al bracciolo della poltrona del figlio e gli accarezzò la testa.
-Non preoccuparti amore mio. Troveremo un modo per sistemare tutto- sussurrò e Taehyung sentì la sua voce spezzarsi.
-Non avrei voluto portarti questa notizia. E Yongho ci rimarrà così male che...-
-Tuo fratello sa che persona sei, Taehyung-
-Ma i suoi amichetti? Potrebbe risentirne? Mamma io...-

La donna gli posò un dito sulle labbra per zittirlo e il ragazzo si sentì improvvisamente tornare bambino sotto gli occhi colmi d'amore della madre.
-Non preoccuparti di questo. Adesso pensa solo a goderti questa notte a casa, senza pensieri, e dopo affronteremo tutto insieme. Come abbiamo sempre fatto-
A quelle parole Taehyung abbassò le palpebre e si lasciò cullare dalle carezze di sua madre. Il peso e l'ansia di quelle due settimane sembrò cadergli addosso come quello del mondo sulle spalle di Atlante, e le lacrime presero a scivolargli lungo le guance prima ancora di rendersene conto. Si rivide bambino, a sette anni, per la prima volta in una piscina; ricordava come l'acqua non facesse paura, anzi, come sembrasse casa; a undici anni le sue prime gare regionali; a diciassette l'entrata in nazionale, già ricoperto di gloria e complimenti... E ora il sogno olimpionico, che dopo essere stata una certezza cominciava ad allontanarsi sempre più dolorosamente. Le dita di sua mamma raccolsero le lacrime dalle sue guance e quel semplice gesto sembrò per un attimo portare un momento di calma nel suo cuore.
-Ora lavati il viso e vai da Yongho- disse la donna, guardandolo negli occhi. -Ha bisogno del suo fratellone-
Taehyung annuì, alzandosi dalla poltrona, e regalò un sorriso umido a sua madre.
-Sono felice di essere a casa-

Rebel YouthDove le storie prendono vita. Scoprilo ora