Chapter 2

52 6 2
                                    

Se mai avessi scelto di diventare un'eremita avrei scelto come luogo di reclusione Golden Mount.

Chi mai chiamerebbe Monte D'oro , un luogo così arido e deserto?

Esternamente sembrava un paese abbandonato, non c'era l'ombra di vite umane, le case erano in mattoni semplici, non si usava colorare i muri?

Per non parlare degli strani buchi neri presenti in gran quantità intorno ad ogni finestra o balcone.

A cosa mai servivano?

Scossi la testa come a voler scacciare le brutte sensazioni, ma i corvi che giravano come avvoltoi in cima a quella torre non aiutavano!

Il loro gracchiare, perfettamente udibile data l'assenza di altri suoni, era insopportabile!

Imboccai senza guardarmi intorno la via principale, mi pareva di esser stata catapultata sullo scenario di un film horror.

Più camminavo più le case sembravano mal ridotte; alcune erano crollate, altre avevano le porte spalancate e gli interni vuoti, marci, o pieni di erbacce.

Alle volte la strada mi era persino bloccata da assi di legno!

Dove mi ero andata a cacciare?!

Dopo dieci minuti mi sembrò che lo stato delle case intorno a me migliorasse, o forse ero io che mi ci stavo abituando.

Arrivai di fronte un croce via e imboccai la strada a destra, come indicatomi da Liam.

Poi ecco! Un po' di civiltà.

Una fontana si ergeva imponente nel centro di una piazza attorniata da un piccolo parco per bambini e una fila di locali, che per mia sfortuna scoprii non essere forniti di alta merceria.

Adocchiai infondo al viale una piccola gelateria, mentre dall'altro lato vi era un pub più grande e una tv schermo gigante esposta.

Mi incamminai evitando abbastanza facilmente i pochi bambini che correvano da una parte all'altra, e dovetti ammettere di essere confortata dal basso chiacchiericcio che riempiva l'aria.

Per un tipo di città il silenzio è raro.

Ci impiegai all'incirca quindici minuti prima di percorrere la giusta via per casa Ferno .

Notai la differenza del luogo, prima le case diroccate, poi edifici popolari e adesso delle piccole villette, non proprio a schiera, come si è soliti vedere, ma poste a scacchiera, o forse semplicemente poste qua e là senza alcun nesso logico.

Beh, almeno erano colorate!

La mia futura casa era di un bel lilla pallido, circondata da una recinzione bianca e un giardinetto ben potato.

Affianco vi si trovava della legna accatastata ma nel compenso aveva un suo ordine, dall'altro l'alto intravedevo una vecchia decapottabile rosa vintage.

Non era tanto male in fin dei conti!

Con un po' di coraggio salii i gradini sotto il portico e bussai due volte alla porta.

Le mani mi sudavano, e il cuore scalpitava nel petto.

Io non avevo mai conosciuto questa donna, ero una sua pro nipote, di cui non sospettava neanche l'esistenza fino a sei mesi fa.

Non mi ero curata di avvertirla del mio arrivo, quindi a prima vista sarei potuta passare per una venditrice ambulante.

Deglutii rumorosamente quando la porta si aprì.

La donna che avevo di fronte non era per niente come mi immaginavo.

Non era un'anziana signora in fin di vita! Anzi, era donna giovane, sulla trentina, capelli lunghi racchiusi in una coda disordinata, occhi vispi e azzurri, corpo magro, jeans stretti e grembiule bianco, aveva le mani sporche di farina così come la punta del naso.

Golden Mount  || h.s. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora