Secondo Capitolo

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"Nooo, lasciami" i miei occhi si spalancano immediatamente. Cazzo. Non ancora. Ti prego.

Mi alzo velocemente e apro la porta della camera di fronte alla mia. Oh, andiamo.

"Megan va tutto bene, calmati" accendo la luce della sua stanza.

"Devi smetterla con gli horror" ridacchio, sedendomi sul suo letto. Come è possibile sia più comodo del mio?

Si porta una mano sul petto e la tiene fino a quando il suo battito non rallenta e torna normale.

"Mi stava seguendo un cannibale, in quel bosco" respira profondamente. "Voleva  mangiarmi, mi avrebbe mangiata se non fossi arrivata. Lo so" cerco di trattenere la mia risata, ma davvero dopo quello che ha detto, non ce la faccio.

"Non esistono i cannibali" affermo sicura di me. Questi horror le danno la testa, è una settimana che continua a fare incubi su incubi e io, ogni sera, la sento urlare. Così mi alzo e la tranquillizzo.

Da quel giorno in ospedale, non vuole andare a scuola. Non mi ha ancora detto cosa sia successo. Passa le giornate a vedere horror e la sera ha incubi, ormai è diventata routine.
Sinceramente ho dubbi se i suoi incubi siano dovuti agli horror o a quello che è successo a scuola.
Vorrei me ne parlasse, ma so che lo farà quando se lo sentirà, per cui non posso far altro che aspettare.

"Dormi con me?" il suo tono è così dolce che non posso non accettare.

_____

"Emily"

"Dottoressa Johnson" faccio un cenno con il capo.

"Rose" si lamenta.

"Chiamo per nome solo le persone che mi stanno simpatiche" le dò le spalle e inizio a cambiarmi, mettendomi anche il camice.

"E io non ti sto simpatica?" chiede speranzosa in un sì.

"Evidentemente no, se ti chiamo per cognome" esco dallo spogliatoio, seguita da lei.

"Faccio nascere bambini, sto simpatica a tutti" strizza un occhio, fiera del suo lavoro.

"E io opero cuori, eppure sto antipatica a tutti" alzo le spalle "Ah la vita" le provoco una leggera risata.
Chiedo all'infermiera le cartelle dei miei pazienti, poi ci dirigiamo nei nostri rispettivi reparti.

Oggi ho solamente due interventi, forse è la volta buona che riesco a passare del tempo con mia sorella e farmi raccontare cosa è successo.
Da quando sono qui, il lavoro mi occupa praticamente tutto il tempo. La Johnson ha iniziato a pranzare con me, all'inizio non gradivo la sua compagnia, ma negl'ultimi due giorni ci ho fatto l'abitudine.

Entro nella stanza del mio primo paziente, il signor Filton.

"Come sta signor Filton?" mi posiziono a lato del suo lettino.

"Sto bene, ma ho tanta fame" risponde e mi fa cenno di avvicinarsi a lui.
Abbasso la testa al suo livello.

"Non è che potrebbe fare un'eccezione e farmi mangiare prima dell'intervento?" nonostante abbia sussurrato, pare che la moglie lo abbia sentito.

"John" lo rimprovera, scuotendo la testa.

"Mi dispiace signor Filton, dovrà aspettare dopo l'intervento" mi si crea un sorriso sulle labbra.

"Io ci ho provato" alza le spalle, abbastanza deluso.

"Ci vediamo tra poco, allora" saluto la famiglia Filton e me ne esco dalla stanza.

_____

Esco dalla sala operatoria esausta. Ci sono state tantissime complicanze ed è stato faticoso riuscire a tenerlo in vita.
Non capisco perché dagli esami preoperatori non sia risultato che il suo cuore fosse debole per sostenere un intervento.

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