capitolo ^1

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La mattina non tarda ad arrivare e io sono costretta ad alzarmi. Vado in bagno e inizio a fare una rilassante doccia. Il mio nome Christine e ho 17 anni. Vivo nello stato di Washington D.C. e sono all'ultimo anno della scuola superiore della zona anche se questa "avventura" non è ancora iniziata. Infatti il nuovo anno scolastico inizierà tra una settimana purtroppo.

Osservo i miei occhi, identici a quelli di mio padre, allo specchio. Erano color castano che tendevano ad essere verdi in alcuni punti.

Inizio a vestirmi con una maglietta bianca e degli jeans. Mi raccolgo i capelli ed infine mi allaccio le scarpe. Esco subito dalla mia camera vado a fare la colazione.

Cerco di fare attenzione a non svegliare nessuno vado in cucina e prendo la brioche che probabilmente ha messo per me la mamma quando è tornata dal lavoro notturno.

Sì dice che il 90% dei problemi delle persone in questo mondo siano causati dai soldi ma quest'ultimi purtroppo riescono a sopprimere il 10% che sono le relazioni sociali e la salute. Purtroppo la mia famiglia ha difficoltà economiche ma in compenso i miei genitori ed io siamo sempre uniti nel bene che male. Non ho molte aspettative dalla vita ma l'unica cosa che chiedo è di poter migliorare almeno del 0,1% la qualità della mia vita e di poter avere un lavoro che mi possa rendere indipendente da tutti. Tutti sognano di diventare ricchi ma la verità è che le persone che diventano ricche sono nate ricche e le persone che non lo sono e se diventeranno in futuro benestanti non importa quanto hanno studiato o guadagnato per ironia della sorte saranno sempre degli burattini al servizio di coloro che sono nati ricchi.

Controllo l'ora e vedo che sono appena 5:30 del mattino però sono costretta ad uscire. E' dall'anno scorso che lavoro part-time in un Coffee bar, ma d'estate lavoro a tempo pieno e nonostante che l'apertura al pubblico sia alle 7:00 ma il personale deve arrivare prima delle 6:00 per preparare il tutto. Da casa mia fino al bar ci vogliono venti minuti e quindi devo sbrigarmi. Prendo le chiavi ed esco a prendere la mia amata bicicletta. Parto senza pensieri ed inizio a scorgere il sorgere del sole; credo che sia l'unica cosa positiva di svegliarsi la mattina presto.

Eccomi arrivata e senza esitazioni entro; <Buongiorno a tutti> dico tranquillamente e tutti ricambiano il saluto; tutti intendo il capo e la figlia. <Almeno qualcuno è arrivato> dice con tono sollevato ma allo stesso tempo incavolato. Lui è tipo di persona che odia i ritardi ed capace di licenziarti solo perché sei 5 minuti di ritardo ma grazie al cielo io sono amica e compagna di classe fin dalle elementari con la figlia del capo: Emily.  

Il padre di Emily ha una catena di ristoranti e coffe bar oltre a questo locale e sono anche molto rinomati.

Emily è una ragazza con carattere sicuro e dolce. Tende ad essere fissa con le sue idee ma ha una capacità di far affari più di suo padre, se lei ha un idea di una promozione sicuramente avrà successo e. Emily corre verso di me <Vieni a cambiarti con me> dice e io annuisco; se lei dice "con me" significa che vuole dirmi qualcosa in segreto. Entriamo nella stanzetta dove di solito ci cambiamo le magliette con quelle del lavoro.

<Devo dirti una cosa importante...> dice con un sorriso stampato in faccia. <Su dimmi!!> dico <Io ed Erik stiamo andremo d'ora in poi nella stessa scuola> dice con un luccichio negli occhi; <In che senso?> le chiedo ero veramente felice per lei perché loro due si amavano davvero fin dalle medie ma per ironia della sorte aveva preso una borsa di studio in una scuola prestigiosa di cui non so il nome e quindi si sono divisi alle superiori. <Quindi tu mi abbandonerai, vero?> le dico facendo la faccia triste.

<No, sai mio padre voleva iscrivermi a quella scuola perché chi usciva da lì aveva più possibilità di essere ammesso alle migliori università; adesso il nostro reddito è salito e quindi possiamo permettercelo ma anche perché lì c'è Erik> dice d'un fiato. <Non saluterai gli altri?> le chiedo mentre mi metto il grembiule. <Ovvio che li saluto! Le prime settimane sarò a scuola finché non sarà tutto sistemato con il trasferimento e poi non posso perdere la gita> dice con un sorriso ammaliante.

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