Capitolo 3

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Ero immersa in un sogno bellissimo quando d'un tratto suonò la sveglia, che avevo programmato per le 5:30 del mattino, per avere il tempo di prepararmi senza scontrarmi in nessun modo con Isaac, anche se sapevo che lo avrei visto per andare a scuola.
Assonnata mi stropicciai gli occhi, mi presi un po' di tempo per scendere dal letto e abituarmi alla luce del giorno, presi il mio beauty e mi diressi verso il bagno che stava di fronte alla stanza di Nathan.
Entrai, mi feci una doccia per riprendermi, mi infilai l'accappatoio e mi diressi verso la mia stanza. Mi vestii con calma, lasciai i miei lunghi capelli biondi che mi pendevano sulle spalle. Il sole brillava alto nel cielo, così decisi di aprire la finestra per far entrare un po' d'aria fresca nella mia stanza. Raccolsi i miei libri e li riordinai nel mio zaino nero, lo misi in spalla e scesi giù per fare colazione. In cucina trovai Elisabeth che tostava il pane: «Buongiorno Elisabeth» dissi, «Buongiorno tesoro» rispose dolcemente. Posai il mio zaino vicino la porta di ingresso, presi la mia fetta di pane tostato, la cosparsi di marmellata alle albicocche e sorseggiai tranquillamente una tazza di The verde.
Salii le scale per ritornare in bagno, entrai e iniziai a lavarmi i denti quando sentii un respiro soffocato che proveniva dalla vasca, scostai la tenda e vidi Alex che si stava facendo il bagno!
Fortunatamente avevo finito di lavarmi i denti e uscii immediatamente da lì, corsi giù per le scale e aspettai pazientemente l'ora di andare a scuola. Era la prima volta che ero felice di andarci.
Noi abitavamo in una zona di campagna, la casa distava circa 10 minuti dalla scuola, ma noi partivamo sempre un po' prima per fermarci a chiacchierare con gli amici. Arrivata l'ora salii in macchina, seguita da Nathan, come al solito Isaac e Alex erano in ritardo.
Mi girai a vedere verso la porta se veniva qualcuno, quando scorsi Alex che correva in direzione della macchina, aprì lo sportello, si sedette e disse «Mamma possiamo andare, Isaac ha detto che ha trovato un passaggio», Elisabeth non se lo fece ripetere due volte, così fece marcia indietro, quando...un grosso pick-up entrò nel nostro viale, il clacson iniziò a strombazzare, quando vidi Isaac che scese di corsa, buttò il suo zaino nel cassone del veicolo, aprì lo sportello, salì e in me che non si dica si trovavano già fuori dalla proprietà. Elisabeth si diresse verso la scuola, come al solito ci faceva la solita ramanzina e ci diceva di comportarci bene e di essere sempre attenti alle lezioni. Arrivammo a scuola, Alex scese e corse verso i suoi amici per parlare di videogiochi e di fumetti, Nathan uscì e temetti che mi avesse lasciata sola, invece fece il giro della macchina e mi aprì lo sportello «Prego sua altezza reale, scenda pure» disse con tono ironico, io scesi e feci un inchino, ci guardammo e un secondo dopo ci abbracciammo, mi prese per mano e andammo insieme verso il nostro tavolino, che si trovava nel parco della scuola. Nathan era il più piccolo, aveva 14 anni ma era molto più alto di me, arrivava quasi all'altezza di Isaac, mancavano pochi centimetri e l'avrebbe raggiunto. Ci sedemmo al tavolino e restammo in silenzio per qualche secondo quando contemporaneamente dicemmo «Senti devo parlarti». Guardai Nathan...«Dimmi pure, Nate» lui restò in silenzio, probabilmente si stava preparando mentalmente il discorso da farmi quando mi chiese: «Harley, ieri sera ho visto che sei andata verso il boschetto, hai seguito Isaac, vero?» io ero senza parole, probabilmente doveva avermi vista uscire di casa, ma io non avevo seguito Isaac e non volevo che Nathan lo sospettasse, quindi con decisione dissi: «Nate, io non ho seguito Isaac, io di solito vado al boschetto quando ho bisogno di stare da sola, di sfogarmi o di riflettere, ma ti giuro che appena ho visto Isaac sono tornat...» lui non mi fece finire di parlare e mi baciò. Non capivo perchè Nathan mi avesse fatto quella domanda quando pensai che il suo scopo era solo baciarmi. Mi ritrassi...«Nathan, ma cos...» dissi, lui rispose subito «Harley, l'ho fatto per te. Ti ricordi quando dissi che al cuore non si comanda e che se ti piaceva Isaac, Alex avrebbe dovuto accettarlo? Beh..io mi sbagliavo, Isaac è un ragazzo poco serio, lui...sai com'è, prende il mondo alla leggera, cambia una ragazza a settimana...Harley tu non puoi volere questo, nel tuo caso devi comandarlo il tuo cuore.» Io pensai che Nathan aveva ragione, non potevo innamorarmi di lui, Isaac non faceva per me, in quel momento capii subito che era così, Isaac era solo il diavolo nell'inferno in cui mi trovavo momentaneamente.
Dopo la mia conversazione con Nathan suonò la campanella ed entrammo a scuola, le ore passarono molto in fretta ed era già ora di tornare a casa. Nathan mi aveva dato appuntamento dopo scuola, al tavolino.
Mi diressi verso l'uscita e andai al posto dove dovevamo incontrarci, quando vidi Nate, iniziai a correre. Iniziammo a parlare e mi spiegò che la mattina mi aveva baciata perchè era passato Isaac con una delle sue tantissime "fidanzate" e ci stava fissando, credeva che quello era l'unico modo per poter tener lontano Isaac da me.
Stavamo tornando a casa a piedi, quando Nathan mi disse che voleva farmi vedere un posto, seguimmo un sentiero fino ad arrivare ad una radura. Li il posto era fantastico, il prato era ricoperto da fiori bianchi e lilla.
Decidemmo di sdraiarci sotto un albero, dove una dolce brezza primaverile ci sfiorava la pelle, e qualche raggio di sole ci riscaldava. Passarono ore e io e Nate ci addormentammo mentre accarezzavamo l'uno i capelli dell'altra...

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⏰ Last updated: Dec 14, 2016 ⏰

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