Capitolo 2

36 4 0
                                    

Kimberly
Cerco Emma tra la folla. C'è puzza di alcool e fumo ed è solo mezzanotte. Lancio uno sguardo alla console ma c'è solo Jordan e qualche ragazzo ubriaco fradicio. Mi guardo intorno ma non la vedo. Lui ed Emma formerebbero una coppia stupenda. Immagino già loro a quarant'anni con tre figli e un Pit Bull. Esco dal capannone e urlo il suo nome. Quasi rovescio la bottiglia vodka. Mi spunta davanti all'improvviso e urlo.
<<Che cazzo ti urli>> dice tappandomi la bocca, non mi ero accorta di stare ancora gridando.
<<Ma sei ubriaca fino nelle ossa! E' solo mezzanotte!>> mi sgrida.
<<Sssh, non gridare...e perché tu non sei ancora ubriaca e cosa ci fai qui fuori?>> dico, prendendo un'altra grande sorsata dalla mia bottiglia. All'improvviso Emma me la strappa dalle labbra e la butta per terra. La bottiglia si infrange e il poco liquido che si trovava al suo interno si sparge tra i vetri rotti.
<<Ma che cazzo fai?>> chiedo quasi urlando.
<<Che cazzo fai tu? Ti sentirai male!>> esclama lei sottovoce.
<<M-m-a non ho bevuto così tanto da sentirmi male!>> mi difendo.
<<Si, certo e io ho gli occhi biondi e i capelli azzurri>> mi sgrida.
<<Perché non gli hai?>> chiedo squadrandola bene.
<<Questo è troppo, vieni con me. Adesso.>> dice lei con quel tono autoritario che mi da tanto ai nervi. <<Questa è casa mia non comandi tu>> le dico girandomi per andare via e inciampando nei miei stessi piedi. <<Si, come no. Questa è anche casa mia. Vieni.>> mi aiuta a rialzarmi e ci avviamo verso casa.
<<Questa è una festa dobbiamo pur far qualcosa no?>> le chiedo. Lei si sistema gli occhiali e poi parla.
<<Far qualcosa non vuol dire andare in coma>> borbotta. Davanti la casa vecchia mi viene la pelle d'oca, il cuore manca un battito e un brivido mi percorre la schiena. Mi fermo di botto ed Emma per la sorpresa avanza due passi prima di fermarsi e girare a guardarmi con fare interrogativo. <<Emma sento...sento qualcosa di strano. Come...come...se sta per succedere qualcosa>> sento tutto il veleno che ho ingerito salirmi su e vomito tutto ai piedi di Emma.
<<Si, le mie scarpe non saranno più le stesse d'ora in poi>> si lamenta spostandosi mentre io vomito anche l'anima. Quando finisco mi riporta a casa. Il tempo di aprire la porta e vengo assalita di nuovo da un conato di vomito, corro in bagno e Emma mi tiene i capelli mentre sono inginocchiata davanti al cesso. Non so esattamente come mi ritrovo sul divano, ho un mal di testa terribile, mi riaddormento sulle gambe di Emma.
<<SVEGLIATI. AOO. SVEGLIATI>> mi sveglio tra le grida di quei quattro coglioni della mia ex classe. Mi siedo e cerco di metterli a fuoco. Penso che in questo momento il mio cervello voglia saltare via dal cranio.
<<Che cazzo ci fate qui?>> è la voce di Emma. E' sulla porta che dà al corridoio che porta alle camere da letto e al bagno.
<<La festa è finita, dove cazzo eravate?>> dice Jordan strascicando le parole, sembra un po' instabile sulle gambe magre.
<<Ce ne siamo andate. Sai com'è, non volevamo più ascoltare la tua musica di merda>> dico. Cerco di alzarmi ma cado di nuovo sul divano. Emma mi viene vicino.
<<Oooh. Questa è tosta>> esclama Claudio ridendo senza motivo.
<<Cosa hai detto?!>> dice Jordan avanzando di un passo traballante verso di me.
<<Hai sentito benissimo. La-tua-musica-di-merda>> scandisco per bene ogni parola. Emma si mette tra noi due.
<<Ei ei ei ei, non è il momento, calmiamoci. Siete entrambi ubriachi. Quante cazzate dici tu quando hai bevuto o stai fatto?>> dice guardando Jordan.
<<Aspettate un secondo che usciamo dalla stanza così potete far tutto ciò che vi pare, ma attenti che l'ultima stanza in fondo al corridoio è off limits>> dopo le mie parole Emma alza gli occhi al cielo.
<<Ma vaffanculo>> dice infastidita lei. <<Comunque se ne sono andati tutti. Stiamo qui oggi vero?>> chiede Loris. <<Dipende da quale significato ha il tuo qui. Qui qui o qui lì>> dico indicando il pavimento e poi la porta intendendo il capannone.
<<Qui lì>>risponde Loris divertito. Non è neanche tanto ubriaco, a vederlo.
<<Okay okay, ma tutti fuori di qui che adesso devo farmi una doccia...su su furi>>dico facendo un gesto per spingerli fuori di casa mia.
<<Si ma dovete venirci ad aiutare al più presto ,non ce la facciamo da soli a fare tutte quelle cose da femmina , come pulire >>dice Mattia con una faccia da deficiente qual è.
<<Va bene ,ma ora uscite>> dice Emma , cacciandoli finalmente fuori da qui. Vado a farmi una doccia , il getto dell'acqua sembra alleviare il mio mal di testa. Dopo essere uscita dalla doccia ed essermi asciugata i capelli mi infilo una canottiera e un pantaloncino sportivo, metto le mie Nike e vado da Emma che si trova in salotto. Il mal di testa è tornato a farsi sentire.
<<Em hai qualcosa per il mal di testa>> chiedo alla ragazza che sta seduta sul divano a guardare lo schermo nero della televisione. <<Tieni>> dice dopo aver frugato nella sua borsa. Mi passa il medicinale e io lo ingoio.
<<Ci serviva l'acqua, ma vabbè non fa niente>> dice tornando a guardare lo schermo senza vita.
<<Che bel programma Em, davvero molto interessante>> la sfotto.
<<Si, si, davvero molto>> mi asseconda.
<<Eh, io lo so a cosa stai pensando, o meglio a chi>> dico in tono facendole l'occhiolino.
<<A mamma>> risponde.
<<Si, si. Quindi non ti dice niente il nome Jordan...?>> dico rifacendo l'occhiolino, lei finalmente mi guarda con sguardo serio.
<<Chi è scusa?>> chiede alzando un sopracciglio e accennando un sorrisetto.
<<Ehhh...una personcina che è sempre nei tuoi pensieri >>le dico sorridendo .
<<Ma vaffanculo. Andiamo al capannone, prima che fai una brutta fine>>dice alzandosi e fa per dirigersi verso la porta.
<<Prima di andare al capannone, devo fare una cosa >> dico dirigendomi verso la cucina e ignorando totalmente le sue parole . <<Cosa ?>>mi chiede, con un' espressione perplessa Emma .
<<Una cosa che mi aiuterà a non vomitare ogni volta che faccio due passi.>>dico dirigendomi verso la cucina
<<Potrei sapere cortesemente cosa stai facendo? >>
<<Se te lo dicessi doveri ucciderti e poi non sarebbe più una formula super segreta>> le dico.
<<Ok,ok,ok... voglio ancora vivere, chiudi quella bocca >> Mi dice Emma alzando le mani in segno di resa e ridendo. Mi dirigo in cugina e inizio a preparare la formula ,composta da:...voleviii è segreta non posso rivelarla. Bevo tutto di un sorso l'intruglio . Usciamo ed è ancora buio ma c'è una grande luna che fa parecchia luce e che non ci fa finire con la faccia nel fango .
<<Ma che ore sono? >>chiedo a Emma <<Pff... le tre penso, come stai ? >> dice Emma ma sembra distratta. <<No, no ,no, no, no...no aspetta , ora che ci penso, signoria , mi devi ancora spiegare il perché non hai bevuto>> dico ripensando ad alcune delle immagini offuscate della festa. <<Perché sapevo che l'avresti fatto tu>> mi dice Emma.
<<E allora ? Cosa centra ?>>le chiedo io.
<<Centra che dovevo tenerti sotto controllo>>mi dice .
<<So badare a me stessa da sola grazie, sono abbastanza cresciuta per sapere cosa fare e cosa non >> le rispondo in tono arrabbiato.
<<Io penso proprio di no >>mi dice , ma non ho il tempo di risponderle, perché siamo entrate nel capannone e non voglio che gli altri ci sentano litigare . Entro nel capannone e quello che vedo sono delle persone tremendamente ubriache che tentano di alzarsi, ma non ci riescono . Infatti Jordan e Carlo hanno appena avuto un incontro ravvicinato con il pavimento ,nel frattempo Loris scoppia a ridere, e anche io con lui .Mi giro verso Emma e vedo che non sta ridendo anzi è seria , troppo seria. <<Em , cosa hai ?>>le chiedo un po' preoccupata .
<<Niente... penso di avere le allucinazioni. Non è che c'era della droga nei bicchieri?>>mi dice, guardandomi negli occhi con uno sguardo preoccupato.
<<In quale? Quello che non hai bevuto ?!>>le dico io un po' divertita, ma ritornando subito dopo seria vedendo la sua espressione sempre più preoccupata.
<<Ma vaffanculo>>Mi dice lei in tono irritato , voltandomi le spalle e camminando verso l'uscita. Vado verso di lei e le prendo il polso per farla girare verso di me.
<<Ei cosa c'è che non va?>> le chiedo io preoccupata.
<<E' che ho visto una cosa, ma non lo so...non è possibile>> dice nervosamente e parla prima che io possa risponderle.
<<Kim, ma quello che stavi dicendo ieri sera...la tua sensazione, cosa intendevi?>> chiede aggrottando la fronte.
<<Era strana, come se fossimo in pericolo, ma quando ci siamo fermate è finito tutto, era terrificante.>> dico io ripensando a ieri.
<<Terrificante è come hai ridotto le mie scarpe Kim>> ride nervosamente lei.
<<Su dai, un po' di acqua qua, un po' di là e voilà, ritornano come nuove>> dico facendo dei gesti incomprensibili e scoppiando a ridere con Emma. <<Kimberly dove è la nostra roba?>> le nostre risate vengono interrotte da Beatrice che è a un paio di metri da me.
<<Nello sgabuzzino>> dico distrattamente avviandomi verso l'unica porta del capannone oltre quella di uscita. Prima lo usavano per l'attrezzatura, ma adesso, come il resto del capannone, è fuori uso e ospita solo gli zaini dei miei compagni di classe con i relativi sacchi a pelo. Ci prepariamo per la notte e da li a pochi minuti ci addormentiamo tutti. Vengo svegliata da un suono atroce ed acuto,  ma non vedo nessuno nel capannone oltre i miei compagni addormentati,  allora decido di alzarmi per andare a vedere cosa sta succedendo, ma mi blocco non appena sento il rumore della porta che tenta di essere aperta. 
Le  successive botte che vengono date alla porta, fanno svegliare anche gli altri.
<<Kim che sta succedendo? >> chiede Emma spaventata avvicinandosi a me.
<<Non.. Non lo so, ma non è un buon segno>>rispondo io con fare preoccupato ma allo stesso tempo mite per cercare di non far spaventare gli altri.
<<Non è divertente come scherzo, finitela ragazzi>> dice Alberto con voce tremante.
<<State calmi>> dico quasi sottovoce alla stanza silenziosa e vuota. La brutta sensazione di qualche ora fa è ritornata a farsi sentire con più prepotenza.
<<Forse è suo nonno>> dice Laura titubante, ma più di un'affermazione sembra una domanda.
<<Suo nonno c'ha tutta sta potenza?>> chiede ironicamente Claudio suscitando risatine nervose.
<<Ho pura di no>> dice Loris. Tutti gli occhi sono puntati sulla fragile porta di alluminio quasi completamente scardinata.  Ci guardiamo tutti terrorizzati, poi con un ultima botta secca la porta cede e,  deformata all'inverosimile, cade a terra con un tonfo secco.  La creatura che entra nel capannone e che, quasi sicuramente ha causato il cedimento della porta, è tutto tranne che umana: è alta circa due metri, ha lunghe braccia che sfiorano terra coperti da una folta pelliccia scura e simile in consistenza a paglia; le gambe sono lunghe e sottili; il volto non è umano,  è più simile al muso di un alce con le corna imponenti a sottolineare la grandezza della creatura. Gli occhi sono vivrei,  come appannati da un sottile velo bianco; la bocca aperta in un terrificante e impossibile sorriso dai denti aguzzi come rasoi; a quel'orribile caricatura di un sorriso scende una cascata di sangue fresco che cola sul petto stretto e scheletrico. Non ci posso credere é...un Wendigo. Vengo riportata alla realtà dal suono grattare del mostro che a quanto pare distoglie tutti dallo stato di shoc, sbloccandoli pericolosamente. Emma che fino a poco fa era rimasta immobile cerca di fare un passo avanti, ma io la blocco.
<<Ferma>> surro ad Emma prendendola per il polso.
<<NON MUOVETEVI>> grido poi a tutti facendoli girare verso di me e sperando che seguano il mio consiglio. Ma, ovviamente direi, non tutti mi danno ascolto. Giacomo si distacca dal gruppo correndo incontro la morte urlando, come un pazzo. Il Wendigo prima posa lo sguardo su di me,  attirato dalle mie grida, ma poi nota i movimenti goffi e stupidi del ragazzo impacciato che inciampa e cadendo attira definitivamente la completa attenzione del mostro. Questo gli si avvicina piano e mentre il ragazzo in lacrime si gira di schiena sollevandosi sui gomiti e cercando di indietreggiare inutilmente. La creatura gli si avvicina e sfiora con la mano dai lunghi artigli taglienti il viso a Giacomo che ormai è scoppiato in singhiozzi isterici, provocando quattro tagli sottili sulla guancia pallida dello sciocco ragazzo che non mi ha ascoltata e che adesso andrà incontro  una morte molto più che atroce. Con uno scatto improvviso il Wendigo avvolge la mano gigantesca intorno al collo del malcapitato sollevandolo lentamente dal pavimento polveroso e ricoperto da sigarette semi-terminate,  lo tiene sospeso a mezz'aria per qualche secondo.  Giacomo si porta le mani al collo sfiorando le mani della morte e rabbrividendo visibilmente.
''Aiuto'' mima con le labbra guardando tutti con gli occhi terrorizzati fuori dalle orbite,non possiamo aiutarlo, non c'è niente da fare non mi ha dato ascolto ora dovrà  subire le conseguenze,mi dispiace ma possiamo considerarlo morto .
Giacomo mi guarda in cerca di aiuto, ma io scuoto la testa e gli mimo con le labbra un 'no' . Il mostro lo osserva con fare incuriosito,  mentre il povero ragazzo spaventato sta piangendo a dirotto, con la consapevolezza che da lì a pochi istanti quelle lacrime non avrebbero più bagnato il suo viso e il suo cuore avrebbe smesso di battere. Rimaniamo tutti fermi,  terrorizzati dalla paura mentre vediamo il mostro trascinare il povero ragazzo che urla incessantemente i nostri nomi e prega il nostro aiuto. Dopo quello che sembra un eternità , di silenzio assordante , si fa spazio oltre il seme della paura la timida e tremante voce di Igor .
<<Do...dobbiamo aiutarlo >>dice dubbioso , facendola sembrare più una domanda che un affermazione.
<<È morto , e se ancora non lo è lo sarà tra poco, non possiamo aiutarlo>> rispondo io fermamente  mentre guardo il volto di Igor chinarsi    accettando una verità che sembra rassegnato ad accettare senza opporsi .
<<Perché no ?>> sento la voce spezzata  di Diana per le lacrime trattenute, ribattere arrogantemente .
<<Come pretendi di poter salvare una persona da quei mostri senza farti uccidere ? Io me ne tiro fuori , non voglio far parte del club "molto morti". Però se  vuoi provare a salvarlo , rimettendoci la tua vita , allora prego , la strada  è indicata dalle urla .>> le rispondo io con tono altrettanto indignato .
<< Aspetta , che cazzo significa?! Che cazzo sono?!>>dice jordan con un tono di voce abbastanza basso .
<<Wendigo >> rispondo io dopo una manciata di secondi, voltandomi verso Jordan, che mi guarda con fare interrogativo.

_____

Giusto un po' in ritardo mi dicono .
Indovinate cosa sono i wendigo .
A presto...almeno spero. Nessunodicognome

Don't Run, Please Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora